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Pro Evolution Soccer 2017 – recensione

1 Uno dei motivi che spinge ogni redattore a recensire anno dopo anno le nuove versioni dei titoli sportivi è senza ombra di dubbio la voglia di scoprire le novità, quali modifiche e migliorie sono state apportate al calcistico di turno, in un mercato che sembra ormai non avere più idee.

Come abbiamo già detto e ridetto più volte negli ultimi anni, Pro Evolution Soccer sta attraversando il suo particolare processo di “rinascita”, una lunga risalita dopo essere stato per un decennio sul tetto del mondo e d’un tratto spinto giù dalla concorrenza: con l’avvento dell’attuale generazione di console e tanto duro lavoro sembra che le cose stiano migliorando, ma la strada è ancora lunga.
Proprio in virtù dei grossi miglioramenti apportati ogni anno è abbastanza deludente constatare che PES 2017, per la prima volta da tre edizioni a questa parte, non introduce praticamente nulla di nuovo, a partire dal gameplay che, se possibile, in alcuni ambiti ha fatto addirittura un passo indietro.
Proprio da questo vogliamo partire, perché è solo tuffandosi a capofitto in qualche forsennato match (preferibilmente contro avversario umano) che si possono assaporare tutte le sfaccettature del sistema di gioco.

2 Arriva il Tiki-taka

Come capita per ogni nuova edizione, il controllo palla è stato leggermente ritoccato, cercando di avvicinarsi il più possibile alla realtà e riportando fedelmente mosse e dribbling dei giocatori più tecnici: al tempo stesso non è raro incappare in stop sbagliati o palloni controllati troppo frettolosamente, quando si utilizzano pedine dal tasso tecnico non proprio ineccepibile.

L’ottimo supporto dei giocatori senza palla torna anche a questo giro

Grazie alla partnership col Barcellona, sponsor principale di PES 2017, lo stile di gioco “tiki taka” fa il suo prepotente ingresso nella serie, dando la possibilità di riprodurre in partita azioni rapidissime basate su una fitta rete di passaggi, possibili anche in questo caso unicamente quando gli interpreti sono all’altezza. Scordatevi quindi di conquistare la Champions League con il Chievo abbattendo gli avversari a colpi di calcio-spettacolo, insomma. L’ottimo supporto dei giocatori senza palla torna anche a questo giro, con scatti in profondità e tagli dietro al difensore che permettono di effettuare lanci o passaggi filtranti come il miglior Pirlo.

3 Difesa sempre più difficile

Fin qui tutto bene: come è facile intuire, la fase offensiva del prodotto Konami è molto ben realizzata, tutt’altra storia per quanto riguarda quella difensiva, piena di lacune sotto diversi aspetti. Difendere è sempre stato più difficile che attaccare in qualsiasi titolo sportivo, ma quest’anno si è davvero voluto esagerare: dalla difficoltà standard in su togliere il pallone all’avversario è un terno al Lotto, visto che con il contrasto semplice, oltre a dover necessariamente essere di fronte al portatore, bisogna anche avere la fortuna di vincere il rimpallo che ne scaturisce. Con le scivolate la situazione è ancora più grave, visto che 9 volte su 10 si viene sanzionati con fallo e, quasi sempre, anche ammonizione.

togliere il pallone all’avversario è diventato un terno al Lotto

L’arbitraggio infatti contribuisce molto, arrivando a fischiare anche contatti che sembrano palesemente sul pallone: che sia cosa voluta o no, è davvero frustrante. Sul fronte licenze, come ogni anno, si deve penare un po’: è vero che con i potenti tool messi a disposizione dagli sviluppatori i modder possono creare e condividere file opzioni aggiornati con tutte le squadre dotate di nomi e divise ufficiali, ma mancanze come Bayern Monaco (assente) e Juventus (presente ma senza licenza), entrambe tra i quattro migliori team al mondo, sono davvero assurde. Soprattutto quando sono presenti (interamente licenziati) campionati completi d’importanza assolutamente secondaria.

4 Modalità di gioco e comparto tecnico

Le modalità principali sono riproposte come per le ultime edizioni, è presente il leggendario Campionato Master, dove si prende in mano una squadra a scelta per gestirne ogni aspetto, dal campo fino al lato economico; torna anche Diventa un Mito, il posto in cui portare il proprio alter ego virtuale dalla panchina di una squadra di Serie B a Pallone d’Oro nel corso delle stagioni. Per quanto riguarda MyClub e le altre modalità online non possiamo dire nulla, in quanto i server, al momento in cui scriviamo, non sono ancora attivi.

Le modalità principali sono riproposte come per le ultime edizioni

Graficamente il titolo è ben realizzato, i volti dei giocatori sono riprodotti fedelmente nella maggior parte dei casi e le animazioni sono piacevoli da vedere, mentre la telecronaca, affidata ancora una volta al duo Caressa-Marchegiani, talvolta risulta meccanica e fuori luogo, ma si tratta di un problema cronico in questo genere di giochi, nulla per cui strapparsi i capelli, comunque.
In generale PES 2017 è un titolo che potrebbe dividere il pubblico e anche i suoi stessi fan, complici diverse sbavature che gli impediscono di compiere un ulteriore salto avanti nella lotta per la conquista del trono: noi ci auguriamo che in futuro la lotta torni serrata come un tempo, gli utenti finali hanno solo da guadagnarne.

https://www.youtube.com/watch?v=eIhbkrdsDKU

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
pro-evolution-soccer-2017-recensione<strong>PRO</strong> <BR> volti dei giocatori ben riprodotti. <BR> Il Campionato Master è sempre divertente. <BR> Ottimo gameplay in fase offensiva. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Fase difensiva rivedibile. <BR> Arbitraggio folle. <BR> Solite mancanze gravi nelle licenze. <BR>

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