Psycho-Pass: Mandatory Happiness – la recensione

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Genere di nicchia

Comunque, le scelte sono importanti per il modo in cui influiscono sullo Psycho-Pass del personaggio selezionato. Le azioni non cambiano il susseguirsi delle vicende. Ciò che le scelte cambiano è il punto della storia in cui si piazza il personaggio, e quindi ciò che è in grado di scoprire del mistero dietro Alpha. Nel caso di Nadeshiko, per esempio, se la situazione precipita il suo Psycho-Pass può superare il confine del 100%, facendo di lei una criminale latente e limitando la sua libertà. Un altro percorso non la fa andare oltre il 100%, rendendola un Ispettore ligio al dovere e rispettoso delle regole. Tuttavia il percorso più interessante è quello che la tiene in bilico, mentalmente instabile da riottenere parte dei suoi ricordi ma non così tanto da diventare una criminale. Questa strada non solo mostra tutte le sfaccettature della trama, ma risponde anche una delle domande interessanti.

Psycho-Pass: Mandatory Happiness tratta tematiche adulte e delicate.

Tirando le somme, Psycho-Pass: Mandatory Happiness è un gioco adatto a quella cerchia di pubblico che ama lasciarsi trasportare quasi passivamente da una storia, alla stregua di un libro se vogliamo. Si tratta di un genere di nicchia, molto più apprezzato in Giappone che dalle nostre parti, ma non per questo poco valido. Una visual novel è, tuttavia, più vicina a un libro interattivo che a un videogioco e una mancata localizzazione in italiano – come nel caso di Psycho-Pass: Mandatory Happiness – grava enormemente sul giudizio finale.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
6
psycho-pass-mandatory-happiness-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Trama interessante. <BR> Un prodotto stuzzicante per i fan. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Rigiocabilità minima. <BR> Tutto in inglese. <BR>