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Resident Evil 7: 7 cose che dovrebbe avere per piacere ai fan

Mancano pochi mesi all’uscita di Resident Evil 7 e sono in molti i giocatori curiosi di sapere come sarà il nuovo survival horror di Capcom. Come molti di voi sapranno, il dimostrativo Beginning Hour serve soltanto a dare l’idea di come sarà il titolo, ma non presenta una porzione del gioco finale. I fan si stanno dunque chiedendo cosa proporrà il nuovo survival horror e in queste pagine abbiamo riportato sette punti che dovrebbe rispettare per affascinare il pubblico.

1 Deve far paura, ma come in passato

La saga ha sempre fatto buon uso di jump-scare, come i corvi che rompono le finestre o le braccia degli zombie che spuntano dal muro mentre il giocatore attraversa spensierato il corridoio. Ma la tensione affiancata ai ritmi lenti della serie, che culmina in questi momenti memorabili di terrore, si allontana sensibilmente dalle meccaniche run-and-hide (corri e nasconditi) di titoli come Outlast, da cui la più recente demo Lantern sembra aver preso spunto. Vogliamo che Resident Evil torni a far paura di nuovo, ma come faceva una volta.

2 Tornare a focalizzarsi su puzzle ed enigmi

Sono molti i giocatori, fan dei primi titoli, che desiderano vedere in Resident Evil 7 un maggior numero di enigmi e puzzle ambientali in grado da impegnare mentalmente il pubblico. E quindi l’utilizzo di oggetti strani, chiavi con emblemi e statue da spingere sulla giusta piastrella. Le demo sembrano indicare che ci sarà un ritorno in questa direzione: Beginning Hour era un’avventura piena di puzzle (seppur semplici) da risolvere e anche in Lantern pare non manchino enigmi. I puzzle in RE funzionano perché costringono il giocatore a essere sempre concentrato, rendendo l’avventura più intensa e di conseguenza più spaventosa.

3 Immergere i giocatori in un’ambientazione da brivido

La Villa degli Spencer è una delle ambientazioni più memorabili e magistralmente realizzate nella storia dei videogiochi. Molti titoli consentono ai giocatori di esplorare open-world molto vasti e con tante cose da fare e trovare, eppure è questa villa nel bel mezzo della foresta una delle location più apprezzate di sempre. Forse Resident Evil 7 non ha bisogno di offrirci una cornice così iconica e perfetta, ma è certo che Capcom debba creare qualcosa di diverso e in grado di distinguersi dai soliti luoghi stereotipati dei survival horror. Se l’ambientazione del nuovo RE riuscirà a catturare almeno la metà della magia della Villa degli Spencer o della stazione di polizia, saremo ben felici.

4 Armi sì, ma non troppe

Resident Evil 4 è un gioco divertente, ma è anche il titolo che ha condannato il franchise. Il passaggio da un survival horror lento e in terza persona con inquadrature fisse a un gioco più d’azione ha introdotto la serie a un nuovo pubblico, che si aspetta i vasti arsenali di armi che hanno caratterizzato gli ultimi capitoli del franchise. Ma con il passaggio alla visuale in prima persona Resident Evil 7 desidera riportare la serie alle sue radici, secondo quanto dichiarato dal director Koshi Nakanishi. A questo punto ci vorrebbe un gioco in grado di spaventare il pubblico con ambienti claustrofobici e quel senso di terrore dei primi episodi, ma senza lasciare da parte le armi. Quelle che dovrebbero essere più limitate sono le munizioni, di modo che i giocatori debbano convivere con il timore di rimanere a corto di proiettili, cosa che succedeva spesso negli episodi iniziali.

5 Collegare il gioco ai vecchi titoli in modo significativo

Sappiamo che Resident Evil 7 è un sequel diretto di RE 6 e non uno spin-off o un reboot, quindi ci si domanda come sarà legato ai precedenti capitoli. Non è da escludere che il gioco abbia legami con le Plaga di Resident Evil 4. Nella demo, Marguerite Baker ripete di “accettare un dono” e il pallore della famiglia ricorda parecchio gli abitanti del villaggio del quarto capitolo. Il culto dei Los Illuminados, ricordiamo, vedevano il parassita come una sorta di “dono”, ed è proprio quello a cui potrebbe riferirsi Marguerite. Al momento è una semplice speculazione, ma sarebbe bello se il titolo si legasse in modo significativo ai giochi precedenti.

6 Accantonare gli stereotipi del genere

Sappiamo che Resident Evil 7 sarà ambientato nella Louisiana di oggi. Si tratta di un posto molto utilizzato in romanzi appartenenti al genere Southern Gothic, che includono personaggi profondamente disturbati ed eccentrici come rootworker, praticanti della magia hoodoo. Se Capcom fosse in grado di gestire bene questa ambientazione e non cadere nel banale, probabilmente potrebbe offrire ai giocatori un survival horror slegato dagli stereotipi del genere.

7 Sfruttare bene il found footage

Per chi non lo sapesse, il termine “found footage” si usa in ambito cinematografico per descrivere film realizzati parzialmente o interamente con un metraggio preesistente, successivamente riassemblato in un nuovo contesto. In Resident Evil 7 è possibile giocare delle sequenze pre-registrate e questa trovata ha un sacco di potenziale nel titolo Capcom. L’idea non è del tutto nuova – nel remake del 2002 del primo Resident Evil, per esempio, è possibile trovare un nastro che rivela i momenti finali di un membro S.T.A.R.S.; ma scene come questo servivano per fornire una porzione di storia supplementare e non giocabile, a differenza del nuovo capitolo. Come forse saprete, nella demo Beginning Hour c’è un cassetto chiuso a chiave nella cucina della fattoria, ma dopo aver visto la videocassetta e aver esplorato la casa nel flashback è possibile individuare un grimaldello per aprirlo, tornando poi alla vita reale per scoprire il suo contenuto. Una meccanica niente male, che potrebbe offrire tanto ai giocatori.

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