Impossibile immaginare Robin Williams nei panni di un solo personaggio. Chiedete a chiunque: chi è stato, per voi, Robin Williams? Ognuno, ne siamo certi, vi risponderà con un nome diverso.
C’è chi lo ricollega subito a Mork & Mindy, chi a Good Morning, Vietnam, chi ancora all’Attimo Fuggente. Ma c’è ancora Hook, Mrs. Doubtfire e ovviamente Jumanji.
Oggi, 21 luglio 2020, Robin Williams avrebbe compiuto oggi 68 anni, non ci avesse lasciato in triste anticipo, quel lontano 11 agosto 2014. Dal volto gentile ma dall’animo tormentato, Robin ha sempre saputo come nascondere la tristezza dietro un costante sorriso.
Perché forse, alla fine, si torna sempre lì. Che chi ride di più è anche colui che è costretto a sopportare le sofferenze peggiori. E chi vuole portare un po’ di luce nella vita degli altri – in questo caso, tramite il cinema – lo fa anche perché sa quanto difficile sia reggere i fardelli che la vita imprevedibilmente ci addossa.
Robin era una persona buona e ha dedicato la sua intera vita all’intrattenimento. Scappare dai propri demoni, spesso, è impossibile. Ma prenderli in giro con il sorriso stampato sulle labbra è tra i più antichi palliativi.
Qualunque sia il personaggio a cui lo associate, insomma, continuate anche a farlo. Perché è così che Robin ha raggiunto la vera immortalità.
Sapevate, tra l’altro, che era anche un grande amante dei videogiochi? Non per nulla, ha chiamato sua figlia proprio Zelda!
Come possiamo leggere su Wikipedia, Robin ebbe una formazione teatrale ed ottenne popolarità televisiva tra la fine degli anni Settanta e l’inizio del decennio successivo interpretando l’alieno Mork nella serie televisiva Mork & Mindy (1978-1982). In seguito, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Duemila, raggiunse l’apice del successo quale protagonista con ruoli prevalentemente brillanti in numerose pellicole che lo portarono ad essere definito “interprete dalla comicità debordante e fulminante”, ma anche “un attore intenso e misurato in ruoli meno divertenti”.
Candidato all’Oscar per le sue interpretazioni di Adrian Cronauer in Good Morning, Vietnam (1987) di Barry Levinson, del professor John Keating ne L’attimo fuggente (1989) di Peter Weir e di Henry Parry Sagan ne La leggenda del re pescatore (1991) di Terry Gilliam, si aggiudicò infine la statuetta nel 1998 per il ruolo dello psicologo Sean McGuire in Will Hunting – Genio ribelle, girato l’anno precedente accanto a Matt Damon e Ben Affleck con la regia di Gus Van Sant.
Definito attore “eclettico e geniale”, fu protagonista specialmente di film per famiglie (dagli avventurosi Hook – Capitan Uncino, 1991, e Jumanji, 1995, alle commedie drammatiche Mrs. Doubtfire – Mammo per sempre, 1993, e Patch Adams, 1998), ma anche dei thriller One Hour Photo e Insomnia, entrambi del 2002.