Erano i primi anni 2000, quando Sand Land – una breve storia a fumetti – faceva la sua apparizione su Weekly Shonen Jump. Composta da 14 capitoli – poi raccolti in un tankōbon che potete acquistare dal link a fondo pagina- Sand Land racconta il viaggio di Belzebuùb e Thief, due demoni che decidono di aiutare lo sceriffo Rao nella ricerca della sorgente miracolosa. A differenza dei lavori precedenti di Akira Toriyama (Dragon Ball, Dr. Slump), nel caso di Sand Land siamo di fronte a un’opera che potremmo definire post apocalittica e, per certi versi, leggermente più seria.
Sand Land: inizia il viaggio. Ecco la trama del gioco
Rao è l’anziano sceriffo di uno dei piccoli villaggi che compongono la nazione di Sand Land. Si tratta di una terra arida, ma anticamente attraversata da un grande fiume. L’acqua è divenuta un bene prezioso, ricercato e costoso, venduto a carissimo prezzo dal Re della regione che sembra invece non soffrire la siccità.
Stanco della situazione, Rao decide di recarsi al Villaggio dei demoni, all’estremo nord della nazione, per chiedere di essere accompagnato in un viaggio verso sud. La speranza, dice l’anziano, è quella di intercettare la ‘sorgente miracolosa’, una fonte d’acqua apparentemente inesauribile e che potrebbe rendere il popolo indipendente dalle pretese del sovrano. Una grande prova di caparbietà per lo sceriffo: umani e demoni non vanno molto d’accordo dato che i primi discriminano i secondi sulla base di pregiudizi e preconcetti.
Belzebuùb, giovane principe dei demoni, convinto dal dono di alcuni videogame, e incassato il permesso dal padre Lucifer, decide di accompagnare l’anziano e portarsi dietro il fidato Thief, un demone piuttosto saggio ed esperto. Insieme, i tre si dirigeranno a Sud. Lungo la strada faranno conoscenza anche con Ann, un personaggio inedito nella storia a fumetti, ma utile a espandere ulteriormente la narrazione oltre la fine canonica del manga.
Il trio, cui si aggiunge occasionalmente Ann, continuerà a scontrarsi con le truppe reali e, successivamente (questa la novità rispetto al manga), anche con le forze di Forest Land, nazione rivale di Sand Land. Nel mentre, verranno a galla i traumatici segreti del passato di Ann e soprattutto di Rao, che ai tempi della guerra che portò il mondo al disastro, si trovava dalla parte sbagliata del grilletto.
La storia, che abbiamo percepito come idealmente divisa in tre atti, procede a ritmo abbastanza sostenuto con qualche rallentamento giusto in occasione di missioni un momento più articolate.
Il solo filone principale potrebbe arrivare a chiedere oltre una 20ina di ore del vostro tempo davanti allo schermo. I contenuti secondari e opzionali, pur non propedeutici al proseguimento della storia, possono potenzialmente regalarvi altrettante ore di gioco e arricchire sensibilmente alcuni retroscena oltre a dare meglio l’idea di un mondo vivo e abitato.
Setting e ambientazione. Com’è il mondo di gioco?
Come suggerisce il nome dell’opera anche a chi non ha mai preso in mano il manga, la nostra mappa farebbe fuggire a gambe levate il poveri Anakin Skywalker: Tatooine in confronto è un’oasi termale. Un immenso deserto che si staglia a perdita d’occhio mi ha ricordato, a tratti, la mappa ‘Afghanistan’ di Metal Gear Solid V: The Phantom Pain, con la differenza che qui i punti di riferimento utili a mantenere l’orientamento sono davvero ridotti all’osso.
Sand Land è una piccola nazione arida, attraversata da diversi innalzamenti rocciosi e dal letto di un fiume oramai asciutto. È una regione piuttosto grande, composta da 8 aree principali. Sebbene ognuna di esse abbia i suoi punti di interesse specifici, è nella zona centrale che troveremo ‘il grosso’ delle attività da svolgere, complice anche – ovviamente – la presenza di Spino, hub principale della nostra avventura.
Spino è la città che fu sede dell’esercito della resistenza ai tempi della guerra civile con le truppe reali, guerra che coinvolse anche la specie aliena dei Picchi. Maggiori dettagli ci verranno forniti nel corso della storia da Thief e da Rao. All’interno del piccolo villaggio – che aiuteremo mano a mano a ripopolare – avremo a disposizione la nostra base operativa: dalla sua officina, Ann ci darà supporto costruendo e potenziando per noi veicoli e armi, mentre gli altri abitanti apriranno i vari shop con cui acquistare materiali e consumabili utili.
Tutto intorno, nel resto della mappa e fuori dagli accampamenti disponibili, troveremo ad attenderci la natura selvaggia. Oltre che da predoni e pattuglie reali, nel deserto dovremo fare attenzione a dinosauri, pterodattili, scorpioni giganti, coccodrilli, pantere, cobra e tanto altro.
Qui il tratto di Toriyama, che abbiamo imparato a conoscere con Dr. Slump e Dragon Ball, e che abbiamo poi visto applicato a Dragon Quest, Chrono Trigger e Chrono Cross, è riconoscibile e chiaro. Non solo i protagonisti, anche i personaggi di contorno hanno quell’aria familiare. Volete un esempio? Provate a pensare a Lucifer, il padre di Belzebuub e diteci se non vi ricorda terribilmente qualcuno.
Gameplay
Sand Land si presenta come un titolo narrativo ambientato in un mondo aperto e con elementi free-roaming. Comanderemo direttamente solo Belzebuub che, con il completamento delle varie missioni acquisirà PE utili al raggiungimento del livello successivo. A ogni passaggio di livello, Belzebuub acquisirà un punto abilità da spendere in mosse speciali da utilizzare in combattimento e abilità passive. Rao e Thief completano il nostro party ma sotto forma di companion che agiscono solo se opportunamente ‘istruiti‘ sul da farsi. Al salire di livello di Belzebuub, anche il party riceverà un punto abilità spendibile su uno dei due personaggi, anche loro per poteri attivi o passivi.
Addomesticare il gioco alle proprie volontà non è una sfida particolarmente impegnativa per i gamer con un minimo di esperienza pad alla mano. La curva di apprendimento risulta particolarmente dolce; apprendere le meccaniche di combattimento base è immediato e le tattiche apprese possono – potenzialmente – andare bene così come sono dall’inizio fino ai titoli di coda.
IILCA però ha pensato bene di stratificare un po’ l’esperienza e di permetterci di accedere a mosse ed abilità aggiuntive che vengono sbloccate con una certa frequenza per i primi due terzi di gioco e con alcuni ultimi elementi nel terzo atto. La struttura delle missioni, comunque, rimane standard per quasi tutta la durata dell’avventura: raggiungere un luogo da esplorare, recuperare un oggetto chiave, far piazza di nemici ed eventuali boss e tornare alla base.
Traversal e veicoli: muoversi in libertà
Parliamo subito da quella che è la croce e delizia dell’intera esperienza: la gestione dei veicoli. Sono diverse le recensioni e le anteprime proposte da illustri colleghi che hanno finito col paragonare Sand Land a un Mad Max in salsa di soia. E in effetti, il richiamo all’opera di George Miller sembra quantomai azzeccato. Per attraversare la landa desertica che si staglia ben oltre l’orizzonte visibile, dovremo fare affidamento su diversi veicoli (vera e propria passione di Toriyama).
Dal carrarmato alla motocicletta, dall’automobile ai mecha, l’arsenale di veicoli utili ad attraversare Sand Land andrà ad arricchirsi man mano che procederemo giocando. Perché Ann possa costruirli sarà però necessario ottenere prima i pezzi necessari. Ognuno dei nostri mezzi di trasporto poi sarà equipaggiato con un’arma primaria e una secondaria a cui associare, a seconda della disponibilità, uno o più moduli opzionali che ci permetteranno di aggiungere armi extra, gestire meglio i consumi di turbo o aumentare le nostre difese.
In altri termini, ognuno dei mezzi di trasporto è, al tempo stesso, anche un’arma da impiegare contro i nemici. Pur dotando ogni veicolo dei relativi sistemi di attacco, ILCA ha pensato di bilanciare pregi e difetti per ognuno, così da far percepire la differenza tra l’utilizzare l’uno o l’altro in determinate situazioni.
La mappa di Sand Land (ma anche quella di Forest Land) è, va detto, piuttosto grande. Per fortuna ILCA ha pensato bene anche di implementare un sistema di viaggio rapido. Una volta visitati determinati punti di interesse sulla mappa, sarà successivamente possibile raggiungerli in modo istantaneo e accorciare di parecchio gli spostamenti. Il sistema si rivela utilissimo per affrontare le numerose missioni secondarie, i compiti opzionali come taglie e gare, o per passare velocemente all’obiettivo successivo della missione principale.
Ma è il viaggio il vero core di Sand Land
Man mano che avanzeremo, abbiamo anticipato, ci sarà possibile costruire nuovi veicoli, ognuno con le sue peculiarità. In giro per il mondo poi potremo portarne solo 5. Dovremo dunque adattare il nostro arsenale in base alle esigenze del momento. Un problema di cui dovremo cominciare a preoccuparci solo durante l’ultima porzione di gioco. All’inizio, infatti, le nostre scelte saranno piuttosto limitate.
Per fare un esempio: il carro armato, primo mezzo a disposizione, sarà il nostro mezzo ‘tutto fare’. Ottimo per attaccare e difendersi, ma dannatamente lento per gli spostamenti. La motocicletta, al contrario, ci permetterà di muoverci parecchio velocemente tra un punto e l’altro della mappa, ma non offrirà la stessa precisione per la lotta contro i nemici contro cui, anzi, saremo parecchio più vulnerabili. Scegliere il mezzo da utilizzare a seconda della situazione diventerà ‘automatico’ una volta che li avremo sbloccati tutti. In caso di dubbio poi, grazie a un espediente narrativo mutuato da Dragon Ball (ovvero le capsule), sarà possibile cambiare il mezzo di trasporto in corso d’opera.
Qui sorge uno dei primi grossi difetti di Sand Land: una volta apprese le differenze fondamentali, gli scontri coi veicoli contro i mob di zona diventano pressocché identici gli uni agli altri, senza alcun tipo di variazione. Una volta spottati dai nemici diventerà quasi automatico spostarci sul carro armato e utilizzare alternativamente arma primaria e secondaria. Muoviti e spara, ogni volta.
A offrire qualche – minima – variazione su questa tattica di base ci pensano alcune boss fight, che impongono invece un maggiore studio del pattern di comportamento nemico per formulare una risposta efficace. Più in generale, dunque, le sfide contro i boss saranno quelle che ci permetteranno di mettere alla prova le nostre abilità coi vari mezzi a disposizione adattando la nostra strategia – e mech – in tempo reale.
Dall’autore di Dragon Ball, anche in Sand Land si ‘menan le mani’.
Un po’ meno ispirati, invece, gli scontri a mani nude. Belzebuub dispone di tre tipologie di attacchi in totale: semplice, caricato e un set di ‘special’ da sbloccare attraverso l’utilizzo dei punti abilità accumulati salendo di livello. Gli attacchi special si possono utilizzare solo dopo aver caricato l’apposita barra e non possono essere riutilizzati se non al successivo riempimento della stessa.
A questi vanno poi aggiunte le abilità attive e passive che Rao e Thief possono apprendere. Per quanto il set di ‘mosse’ sia ampio, va menzionata una certa scomodità nella mappatura dei tasti su console. Abbiamo utilizzato le impostazioni standard, ma il consiglio è quello di procedere a una personalizzazione che segua i vostri gusti.
Questo tipo di impostazione, tra l’altro, non incoraggia particolarmente l’estro o l’uso di ‘strategie’ particolari. Ci si ritrova a usare gli attacchi basilari in via quasi esclusiva. L’uso delle mosse speciali, giustamente subordinato al riempimento dell’apposita barra, non presenta differenze davvero apprezzabili con i normali attacchi caricati in termini di efficacia. L’utilizzo, dunque, diventa più una questione meramente stilistica che di sostanza se non in poche occasioni. Gli attacchi speciali dei nostri alleati e di Rao in particolare, in modo simile, pur non facendo troppa differenza tra vittoria e sconfitta, possono comunque rappresentare un piccolo aiuto in quegli scontri più impegnativi.
Il rischio concreto è, insomma, che il sistema di combattimento presente in Sand Land si trasformi presto in un button smash dove spammare attacchi brevi alternandoli a colpi caricati e qualche schivata.
Sand Land: un’anima vivace e colorata che ci restituisce il sorriso ma ci propone anche qualche riflessione
A differenza dei più famosi lavori di Toriyama, Sand Land si propone non già come semplice divertissement con cui impegnare il nostro tempo libero. Non solo almeno. La trama qui prova ad affrontare – pur con la leggerezza tipica del compianto mangaka – temi di portata più seria: l’insensatezza della guerra e della discriminazione basata sul pregiudizio, ad esempio, ma anche la lotta contro le tirannie che provano ogni sotterfugio pur di soggiogare un popolo.
A sostenere l’intero soppalco v’è un impianto ludico essenziale, votato naturalmente ad accompagnarci per mano lungo tutta la storia. Modificare la difficoltà del gioco nel tentativo di ottenere una sfida più soddisfacente – qualora siate alla ricerca di una esperienza più impegnativa – si risolve con l’innalzamento dei colpi necessari ad abbattere i nemici e il ritocco di poche altre variabili. Sand Land non è stato pensato per essere particolarmente complesso, ma per essere approcciato da quanti più giocatori possibili.
Ineccepibile il lavoro grafico compiuto da ILCA grazie all’impiego di Unreal Engine. Dal deserto immenso che dà nome al gioco, alle rigogliose terre di Forrest Land, passando poi per gli interni delle sterminate corazzate in rovina (vessillo di una civiltà quasi estinta), le rovine antiche e tanto altro, tutto è potenzialmente uno scorcio a cui vien voglia di scattare foto. A tal proposito, si fa sentire la mancanza di una photo mode che avrebbe permesso di realizzare scatti più personalizzati da condividere sui social o in queso articolo.
Anche se non tutte, alcune boss-fight sono riuscite a risultare un po’ più ostiche: leggere i pattern nemici, anticiparli e rispondere al fuoco ha richiesto una certa dose di pazienza. Poca cosa per chi è magari abituato a giochi tipo Armored Core (giusto per citare un altro titolo dove si gioca a bordo ‘mech’), ma sicuramente un bell’impegno per un gamer esordiente. Ricordiamo infatti che si tratta di un gioco classificato PEGI +12.
Da applaudire il tentativo della software house di rendere la terra il più viva possibile. Ci è infatti permesso interagire con la pressoché totalità degli NPC presenti nel mondo di gioco. Certo, nel 99,99% di casi, l’interazione è limitata a poche righe di dialogo che però possono modificarsi a seconda del punto di trama in cui ci troviamo. Spino poi, la città che funge da Hub per la maggior parte dell’avventura, si ripopolerà grazie a noi. Gli effetti del nostro impegno saranno visibili man mano che recluteremo nuovi abitanti per la città.
In conclusione
Per quanto semplice da addomesticare – anche a livello di difficoltà standard – Sand Land offre diverse ore di intrattenimento. Da oltre la 20ina per la trama principale a potenzialmente il doppio per i completisti. Ore che anche chi non è fan di Akira Toriyama può apprezzare. Se voleste, comunque, su Amazon potete trovare il tankobon che raccoglie i 14 capitoli. Esistono due versioni: una deluxe e una standard.
La versione da giocare di Sand Land è, alla fine, un modo come un altro di godere una storia che – altrimenti – rischiava di essere dimenticata dal pubblico mainstream. Consideratelo così: un ultimo particolare saluto all’autore che ha segnato l’infanzia di tantissimi fan.
Ultimo aggiornamento 2023-04-26 / Link di affiliazione / Immagini da Amazon Product Advertising API