Killer dello stivale
Anno 1943. Dopo la sua ultima missione, Karl Fairburne viene spedito in Italia a combattere coi partigiani e far cadere il regime fascista mentre, al tempo stesso, dovrà mettere i bastoni tra le ruote all’intero Asse per far sì che la loro nuova arma segreta non veda mai la luce: un missile aria-terra capace di rilevare il calore di imbarcazioni e altri mezzi di trasporto da lunghissime distanze e di rintracciarle con precisione letale. Un pezzo d’equipaggiamento che potrebbe capovolgere gli esiti della Seconda Guerra Mondiale una volta per tutte, e nel peggiore dei modi.
Come sempre, non aspettatevi uno sceneggiato bellico di alta caratura: c’è qualche bel personaggio, un paio di dialoghi abbastanza riusciti, ma niente che lo distanzi dalla sua semplice natura di collante tra le varie missioni. Lo scopo, bene o male, resta sempre quello di freddare una o più persone di interesse nell’area, magari tentando di sollevare meno polvere possibile, e poi portare la pellaccia a casa usufruendo della zona di fuga. Non impelaghiamoci nella questione che buona parte delle teste da far saltare appartengano a nostri compatrioti e cerchiamo di lasciare – per quanto possibile – politica, patriottismo e incoerenza fuori da questo articolo.
Pensiamo invece al fatto che Sniper Elite 4 si dimostra essere ancora una volta il simulatore di cecchino per eccellenza, capace di riprodurre fedelmente pregi e difetti degli approcci dalla lunga distanza in modo quasi unico. Sparare un bersaglio è un conto, ma fare lo stesso quando si deve calcolare forza del vento, gravità e peso e velocità del proiettile, è tutto un altro paio di maniche. Ancora una volta, però, viene in nostro aiuto la possibilità di svuotare i polmoni, rilassarci e rallentare di conseguenza la percezione del tempo circostante.
Così non solo avremo occasione di prendere meglio la mira, ma un segnalino a schermo ci mostrerà anche la probabile traiettoria del colpo, permettendo quindi di regolarci di conseguenza. Inutile precisare come questa sia un’opzione consigliata solo ai novizi, e che nelle ultime difficoltà non avremo mai nulla di così comodo.
Sparare un bersaglio è un conto, ma fare lo stesso quando si deve calcolare forza del vento, gravità e peso e velocità del proiettile, è tutto un altro paio di maniche.