Da fan accanita della saga vi posso garantire che più volte quei due folli americani avevano manifestato il loro amore per le grandi saghe fantasy. In una storica puntata della sesta stagione, Parker e Stone parodiano la saga del Signore degli Anelli, facendo un diretto riferimento a tutte le icone della serie e con la consueta satira che coinvolge una missione per il recupero del film più porno della storia opportunamente scambiato con una copia del VHS de La Compagnia dell’Anello. Come questa, sono molte le puntate che fanno riferimento all’immaginario fantasy, ma la caratteristica principale di questo episodio è che è evidente come sia stato usato come spunto base per lo script de Il Bastone della Verità. Sì, avete capito bene, ogni singola linea di dialogo del titolo Ubisoft in uscita a marzo è scritta in prima persona da Trey Parker e Matt Stone. Un sogno proibito che diventa realtà.
La struttura portate del gioco è quella classica dei GdR, rivestita di quella satira pungente tipica di Parker e Stone.
E se i fan service (positivi) non bastassero, per marcare ancora di più il legame diretto tra South Park, lo show di Comedy Central, e South Park, il GdR, i due hanno creato una trilogia di episodi a tema (elemento ricorrente nella serie) che introducono lo spettatore/giocatore al contesto proposto dal gioco, una sorta di Imagination Land in salsa fantasy. Questi tre episodi possono infatti essere considerati un vero e proprio prologo, una dichiarazione di intenti attraverso cui Parker e Stone esplicitano in modo inequivocabile la loro personalissima (e ovviamente satirica) versione del genere. Il fatto che sia Obsidian a dirigere i giochi non fa che sugellare il livello di qualità che ci si aspetta da South Park: Il Bastone della Verità. Ma è davvero tutto così meravigliosamente perfetto? A quanto pare, sì. Come ogni fan della serie ha sempre sognato, il gioco si presenta come una puntata interattiva. Vestendo i panni di un bambino che ha appena traslocato in città con la sua famiglia, abbiamo il duro compito di fare amicizia con gli altri ragazzi del quartiere. Già in una fase così precoce del titolo emerge il primo elemento vincente, che farà impazzire tutti i fan dello show tv: il giocatore, attraverso un editor piuttosto leggero e divertente, può creare un proprio avatar sulla base delle fattezze dei personaggi tipici della serie. E in un batter d’occhio ci troviamo a vivere le avventure di Cartman e soci. La struttura portate del gioco è quella classica dei GdR, rivestita di quella satira pungente tipica di Parker e Stone. Le classi sono in linea con gli standard: fighter, mage, thief e cleric, con la piacevole aggiunta della classe “ebreo” inventata da Cartman appositamente per Kyle, caratterizzata da un’abilità davvero peculiare: più si avvicina la morte del personaggio più la potenza dei suoi attacchi aumenta. Tra i nemici, oltre al solito UomoOrsoMaiale, bestia assassina creata dalla mente perversa di Al Gore, e Satana, il Signore degli Inferi, ci sono i bambini vampiro, fan goth della saga di Twilight, i bambini dai capelli rossi, sprovvisti di anima, e tutti i personaggi che l’odioso Cartman detesta; non possono mancare quindi, in chiusura, i “dannati hippie”. Niente di più politicamente scorretto ma, allo stesso tempo, niente di più prevedibile, da parte di un titolo che affonda le sue radici nelle diverse trame e sottotrame presentate nel corso delle 16 stagioni della serie.
Il giocatore, attraverso un editor piuttosto leggero e divertente, può creare un proprio avatar sulla base delle fattezze dei personaggi tipici della serie.
I combattimenti sono a turni, con elementi real time. Similmente a come accade in Paper Mario, i due party si schierano ai lati del campo di battaglia e uno per volta possono effettuare un azione, che va dall’attacco fisico, all’uso della magia o di pozioni. Con la pressione di un tasto, effettuata nel momento opportuno, ogni azione può infatti essere potenziata, che sia questa un attacco diretto all’avversario o una parata. Tutto rigorosamente in salsa South Park. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che Il Bastone della Verità va considerato come un gioco nel gioco, partorito dalla mente perversa di Cartman, dungeon master e leader del nostro gruppo di eroi.
In conclusione, questo South Park, a dispetto di uno sviluppo lungo e decisamente travagliato, ha mostrato di possedere tutte le caratteristiche qualitative che contraddistinguono i titoli AAA: un impianto tecnico di tutto rispetto, meccaniche di gioco funzionali e semplici da apprendere, infine una struttura narrativa solida affidata alla mano di sceneggiatori dotati. Date le premesse, nulla ci vieta di sperare che Il bastone della Verità si guadagnerà, in breve tempo, un posto d’onore nell’olimpo dei giochi di ruolo. Ho aspettato più di 10 anni, ma ora finalmente potrò essere insultata, ovviamente con epiteti improbabili, dal “fat ass” più cinico del piccolo schermo.