StarCraft 2 è un’icona indiscussa nel mondo dei videogiochi, eppure… contribuisce alle casse di Blizzard meno di quanto non faccia un cavallo di World of Warcraft. A rivelare questo dato per molti magari scontato è stato Jason Hall, ex sviluppatore di Blizzard Entertainment. Secondo quanto affermato da Hall, visibilmente rammaricato a riguardo, StarCraft 2: Wings of Liberty ha generato meno ricavi di quanto non abbia fatto un cavallo di World of Warcraft venduto a 15 dollari. Il gioco in questione, tra le altre cose, ha venduto 1,5 milioni di copie in appena 48 ore, per poi raggiungere 6 milioni entro la fine del 2012.
Jason Hall ha svelato il tutto nei dettagli in una breve storia pubblicata sul suo canale YouTube, Pirate Software. Il video è in realtà piuttosto vecchio e risale addirittura al mese di settembre, l’11 settembre 2023 per essere precisi. Per qualche motivo, esso è tornato alla ribalta solo recentemente – almeno in Italia – e tanto è bastato per far discutere.
“Ecco la cosa più triste. Ho lavorato due anni su StarCraft 2: Wings of Liberty. Il gioco ha generato meno ricavi di un cavallo, il primo cavallo Sparkle Pony, in World of Warcraft. Un cavallo da 15 dollari ha fatto più soldi di StarCraft 2. È tutto. È questo il meme, fratello. Ti chiedi perché queste compagnie insistano sulle microtransazioni? Perché gliele comprano tutte” ha affermato Jason Hall, con toni anche più coloriti in realtà.
Può un semplice cosmetico, dunque nemmeno qualcosa di propedeutico per l’avanzamento in un videogioco, essere più remunerativo di un intero gioco? Evidentemente sì, e ragionandoci un minimo non è nemmeno un dato così sorprendente. Creare un cavallo ha ovviamente dei costi, sia in budget che in tempo, ma non è nulla di paragonabile allo sviluppo di un gioco importante come StarCraft 2: Wings of Liberty, l’ultimo riguardante l’iconica serie sci-fi di Blizzard Entertainment che, da allora, ha visto solo due espansioni: Heart of the Swarm (2013) e Legacy of the Void (2015).
A sorprendere dovrebbe essere, piuttosto, il fatto che un cavallo da almeno 15 dollari sia andato così a ruba da portare milioni di dollari nelle casse di Blizzard, visto che i giocatori da anni criticano il fenomeno delle microtransazioni. Parliamo tra l’altro di uno dei primi Sparke Pony, dunque un cosmetico aggiunto nel 2010. È evidente dunque che i videogiocatori non hanno iniziato ieri a spendere cifre anche importanti nel loro gioco preferito. E voi che ne pensate? Ditecelo nei commenti come sempre.
Fonte: Pirate Software