Stop Killing Games, iniziativa dello youtuber Ross Scott con lo scopo di porre un freno a tutti quei publisher che disattivano giochi regolarmente acquistati dagli utenti, il tutto a discapito di qualsiasi tutela verso il consumatore che, di punto in bianco, può trovarsi con un gioco rimosso dalla libreria, ha già incontrato un primo, grande, ostacolo: il governo del Regno Unito.
Stop Killing Games: il governo UK lascia comunque un piccolo spiraglio
Questa iniziativa è nata recentemente per mano di Ross Scott, youtuber infastidito dal numero sempre crescente di videogiochi divenuti inutilizzabili per imposizioni del publisher. Eclatante, in tal senso, il caso di The Crew, gioco di corse firmato Ubisoft Ivory che, in seguito alla chiusura dei server, è stato rimosso dalla libreria degli utenti perché ormai ingiocabile. L’iniziativa è stata inizialmente circoscritta ma, col passare dei giorni, si è diffusa in tutto il mondo. Purtroppo, il governo del Regno Unito ha sgonfiato un po’ le speranze dei fan, nonostante la petizione abbia ormai migliaia di firme (arrivando a 100.000, essa potrebbe essere discussa in Parlamento).
Secondo quanto affermato dal governo del Regno Unito, non esiste alcun requisito da parte della legge che impona il supporto di vecchie versioni di software, tra cui figurano ovviamente anche i videogiochi. Le compagnie potrebbero infatti decidere che gli investimenti su prodotti la cui base di utenza è in fase calante potrebbero non essere giustificati e, di conseguenza, tutto è nelle loro mani.
“I consumatori devono tenere a mente che non esiste alcun requisito da parte della legge nel Regno Unito che imponga alle compagnie di software e i providder di fornire supporto a vecchie versioni dei propri sistemi operativi, software o prodotti connessi. Potrebbero esserci scenari nei quali le compagnie prendono decisioni commerciali basate sui costi di mantenimento dei servizi più vecchi per videogiochi che hanno basi di utenti in declino”, recita il comunicato ufficiale.
Il governo lasca però un piccolo appiglio all’iniziativa Stop Killing Games. “Se i consumatori sono portati a credere che un gioco debba restare giocabile per un tempo indefinito su certi sistemi, nonostante la conclusione del supporto fisico, allora la Consumer Protection from Unfair Trading Regulations del 2008 potrebbe richiedere che tali giochi rimangano tecnicamente utilizzabili (per esempio offline) in modo da poter essere giocati in tali circostanze”.
Fonte: GamesIndustry.biz