Nessun picchiaduro a incontri ha l’importanza storica di Street Fighter, ed è per questo che, complice anche un quinto episodio molto discusso, la prossima uscita della serie è così attesa e così importante per tutti gli appassionati del genere. Grazie al codice fornito da Capcom abbiamo potuto provare per qualche giorno la closed beta di Street Fighter 6, e possiamo raccontarvi come è stata la nostra esperienza tra pugni, schiaffoni e quadricipiti sovrumani.
Per prima cosa abbiamo dovuto creare il nostro avatar (col quale ovviamente non si può combattere) per muoverci all’interno del Battle Hub, una vera e propria lobby dove interagire con gli altri giocatori, e unica modalità di gioco presente nella beta. L’editor è incredibilmente completo, e ci si può sbizzarrire nel creare di tutto, dalle banali versioni più muscolose di noi stessi a degli orripilanti scherzi della natura.
All’interno del Battle Hub è possibile acquistare con la valuta di gioco abiti e altri elementi estetici nello shop, comunicare attraverso una chat generale e, soprattutto, iniziare a menare le mani. Sedendoci a uno dei tanti cabinati da due persone presenti nell’area condivisa potremo infatti sfidare altri utenti, o aspettare che qualcuno decida di affrontare noi. Nell’attesa di un avversario potremo allenarci contro la CPU, ma di questo aspetto parleremo più approfonditamente in seguito. Segnaliamo subito però che è possibile partecipare a match casuali o classificati anche semplicemente da menu, senza dover per forza fare tutta la trafila del sedersi ai cabinati.
Sempre da menu è possibile scegliere il proprio lottatore (nella beta erano otto) e lo stile di combattimento, tra classico e semplificato. Lo stile semplificato, ideale per i principianti, permette di eseguire le mosse speciali (per capirci i vari Hadouken o Shoryuken) con la semplice pressione di un tasto più una direzione. Ammettiamo però di non averlo approfondito molto, preferendo buttarci immediatamente nei comandi classici, tra quarti di luna in avanti e altre combinazioni. In fase di recensione potremo dirvi di più sia su questo aspetto che sul bilanciamento dei vari personaggi, oltre ovviamente all’analisi degli altri contenuti previsti.
Troppo presto insomma per spingersi in giudizi molto dettagliati, visto che Street Fighter 6 è previsto per un imprecisato 2023. Quello di cui siamo già sicuri però è che, salvo improbabili disastri, ci troviamo di fronte a un picchiaduro di altissimo livello, spettacolare da vedere e sia divertente che profondo da giocare.
Come dicevamo, il roster della beta era composto da otto combattenti. Quattro vecchie glorie (Ryu, Ken, Guile, Chun-Li), due facce già conosciute (la sadica Juri e Luke, qui con un ruolo da co-protagonista) e due new entry: Jamie e Kimberly. Il primo con uno stile di combattimento da drunken master, la seconda (allieva di Guy) con un look da street artist e la palma di character probabilmente più forte della beta. Ma come già detto, vale quel che vale al momento.
L’introduzione più importante al gameplay di Street Fighter 6 è sicuramente la Drive Gauge, una barra che si ricarica col tempo e viene spesa con ogni mossa. Rimanere a secco lascia il personaggio praticamente esausto, con lo svantaggio di non riuscire più a parare completamente i colpi nemici. Questo scoraggia lo spam forsennato di mosse e il button mashing selvaggio, imponendo dunque una certa alternanza di ritmi al combattimento.
Con questa barra si possono eseguire anche dei colpi chiamati Drive Impact, che stordiscono l’avversario e possono “passare attraverso” un contemporaneo colpo nemico, ovviamente con delle limitazioni. Una Super per esempio non verrà mai bypassata, e nemmeno una presa o un altro Drive Impact eseguito in risposta dal nostro avversario.
Altra meccanica è il Drive Parry, che mette il combattente in posizione di parata, ma se eseguito col giusto tempismo permette di guadagnare una bella quantità di Drive. Infine, ma non certo per importanza, segnaliamo il Drive Rush: di fatto un cancel delle mosse (non tutte, ogni personaggio ha mosse che non possono essere cancellate) che avvicina all’avversario regalando un vantaggio sia di frame che di posizionamento.
Oltre a tutto questo ben di dio ci sono le buon vecchie Super, divise in tre livelli di potenza, scollegate dal concetto del Drive e incredibilmente spettacolari da vedere. Oltre che dolorosissime.
Niente male come complessità, vero? E infatti ci è capitato di vedere un nettissimo stacco nel livello di abilità degli avversari incontrati online, tra chi aveva cominciato ad assimilare le regole del Drive, chi ne era già abbastanza padrone e chi invece doveva ancora entrare nell’ottica di cosa fosse quella barretta lì sotto alla vita.
Proprio per questo è fondamentale spendere una buona quantità di ore nella modalità allenamento, e per fortuna quella di Street Fighter 6 è una delle migliori che ci sia mai capitato di vedere. Si possono infatti controllare praticamente tutti i dati necessari allo studio e all’approfondimento di ogni mossa, compreso il frame data.
Ecco, se possiamo muovere una critica alla beta è che venire “interrotti” da un avversario che si siede al cabinato per sfidarci mentre ci stiamo allenando non è proprio il massimo della vita, ma immaginiamo che nella versione completa del gioco potremo farlo senza bisogno di passare necessariamente dal Battle Hub.
Ultimo aspetto da trattare è quello relativo alla stabilità dell’online, ma anche in questo caso il lavoro svolto da Capcom sul rollback netcoding ci è parso eccezionale. Certo, più di una volta i server sono andati in manutenzione per qualche ora e non è stato possibile giocare, ma questo è più che normale durante una closed beta. Anzi, ben vengano i problemi adesso, così possono essere risolti in vista del lancio vero e proprio.
Quando è stato possibile giocare però non abbiamo praticamente mai avuto alcun problema di lag (giusto in un paio di match maledetti, ma due di numero), nemmeno con avversari non europei o, grazie al crossplay, provenienti da altre piattaforme di gioco.
Piccole chicche per concludere: nel Battle Hub oltre ai cabinati standard ce ne sono pure alcuni dedicati al cazzeggio, dove il combattimento viene reso più colorito dalla presenza di bombe a tempo o di tori che attraversano l’arena in corsa; e altri con alcuni vecchi capolavori della gloriosa storia di Capcom, come Final Fight o Street Fighter II Turbo, con tanto di classifiche dei punteggi più alti.
La closed beta di Street Fighter 6, insomma, ci ha veramente convinti. Il sistema di combattimento è divertente fin dal primo incontro, e la modalità semplificata dei comandi potrebbe essere l’ideale per avvicinare i neofiti. Ma questo non toglie che si sia percepita già una profondità potenzialmente straordinaria.
Il roster inoltre sembra davvero interessante e ben variegato (non vediamo l’ora di provare tutti i personaggi annunciati), il netcode è praticamente perfetto e lo stile visivo molto accattivante. Adesso rimane da valutare solo la qualità e la bontà del pacchetto di gioco completo, ma come già detto, l’uscita è ancora da annunciare tranne che per l’anno: 2023. Il consiglio però è di drizzare per bene le orecchie, perché le premesse per un titolo di genere grandioso ci sono tutte.