Le sfide del goblin
Il titolo non risulta particolarmente complesso, anche se si morirà spesso e volentieri. Grazie alle funzioni del salvataggio manuale potremo salvare i nostri progressi in qualsiasi momento (tranne quando siamo in pericolo), rendendoci la vita molto più facile. Vale comunque la pena di morire solo per assistere alle lamentele di Styx, che sfonda la quarta parete e ci insulta per le brutte fini che ha dovuto subire a causa nostra. La longevità complessiva del titolo si attesta sulle quindici ore circa. Una volta completato, non offre particolari spunti per rigiocarlo, ma sarà possibile rifare le varie missioni per raggiungere eventuali obiettivi secondari in precedenza mancati e migliorare così le nostre statistiche. Ci sono infatti quattro differenti categorie (tempo di completamento, uccisioni, allarmi attivati e oggetti speciali ritrovati) in cui poter guadagnare delle medaglie, dal bronzo all’oro: maggiore sarà il valore della medaglia ottenuta, più punti spendibili nelle nostre skill potremo guadagnare. Esiste anche una modalità cooperativa in cui, interpretando un clone di Styx, sarà possibile affrontare le missioni insieme ad un altro giocatore umano. Questa modalità non è fondamentale nell’economia di gioco, ma è divertente da provare poiché offre un approccio diverso al titolo, anche se è consigliabile prima finirlo in single player, per gustarlo nel modo migliore.
Styx: Shards of Darkness è un buon titolo stealth, classico nel suo insieme, che non rivoluziona di certo il genere.
Graficamente, l’Unreal Engine 4 fa un ottimo lavoro, proponendoci degli ambienti particolarmente curati: i panorami talvolta offerti ai nostri occhi lasciano davvero a bocca aperta. Non mancano alcune imperfezioni, riguardanti texture in bassa risoluzione e modelli dei personaggi (specie quelli secondari) meno curati e più anonimi rispetto alla media.
Styx: Shards of Darkness è un buon titolo stealth, classico nel suo insieme, che non rivoluziona di certo il genere. Presenta ancora diversi difetti sia nel gameplay sia nel comparto grafico, ma risulta, nel complesso, un’esperienza godibile, grazie anche al carisma del suo protagonista dalla pelle verde, che riesce a strapparci più di una risata con le sue battute. Ci auguriamo di rivedere l’irriverente goblin in un nuovo capitolo, che, ne siamo certi, potrà alzare ancora di più l’asticella della qualità di questa recente saga videoludica.