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Styx: Shards of Darkness – Recensione

1 Pelle verde

I goblin, nel contesto fantasy generale, sono solitamente visti come carne da macello, i classici avversari da eliminare durante gli inizi di un qualsiasi GDR per poter aumentare di livello, spesso considerati stupidi e codardi. Difficile pensare di creare un videogioco con protagonista proprio un membro di questa razza, soprattutto senza stravolgere gli stereotipi elencati prima.

Styx è uno stealth game duro e puro, non c’è spazio per l’ azione diretta.

Gli sviluppatori francesi di Cyanide Studios invece hanno deciso di puntare proprio sui goblin e su altre razze nemiche degli umani secondo i classici canovacci fantasy, creando la serie Styx; iniziata nel 2012 con Of Orcs and Man, un action RPG, la saga si è poi concentrata sul coprotagonista del precedente titolo, Styx, un goblin astuto e letale, che ha dato vita a una nuova serie tutta sua incentrata soprattutto sulle meccaniche stealth. Il primo titolo, chiamato Styx: Master of Shadows, uscì nel 2014, ricevendo un discreto seguito di pubblico, e in questo 2017 è da pochissimo arrivato il suo seguito, Styx: Shards of Darkness, oggetto della nostra prova.

2 Fantasy Pulp


La storia di Styx: Shards of Darkness è ambientata dopo gli eventi del precedente capitolo: il sarcastico goblin si è stabilito nella marcescente città di Thoben, un luogo putrido abitato soltanto dalle peggiori canaglie in circolazione. Qui Styx usa le sue abilità da maestro delle ombre per fare qualche lavoretto, come rubare i forzieri con gli stipendi delle guardie. Ma la sua vita pseudo tranquilla riceverà uno scossone quando il capo della squadra S.T.R.A.G.E., una squadra creato al solo scopo di eliminare la minaccia dei goblin, si recherà da lui. Helledryn, questo il nome della donna al comando, non vuole eliminare Styx, ma anzi gli propone un lavoro che solo il goblin, con le sue doti da ladro professionista, può portare a termine.

Vale la pena di morire solo per assistere alle lamentele di Styx, che sfonda la quarta parete e ci insulta per le brutte fini che ha dovuto subire a causa nostra.

La missione consiste nel recuperare uno scettro magico da un importante ambasciatore umano, ma, inutile dirlo, le cose non andranno per il verso giusto e Styx si ritroverà coinvolto in qualcosa di molto più grande di lui, qualcosa che coinvolge un culto di elfi oscuri, bellicosi nani e un tremendo segreto nascosto nelle profondità della terra.
La narrazione non annoia per buona parte dell’avventura, grazie anche ad un paio di interessanti colpi di scena, e presentando un lieve calo solamente verso la fine, con un minor approfondimento delle vicende e un finale non molto soddisfacente. La storia è retta soprattutto da una buona caratterizzazione dei personaggi e in questo campo Styx, grazie al suo carisma e alle sue battute pronte, la fa da padrone spiccando rispetto al resto del cast. Sarà difficile non affezionarvi al sagace pelle verde dopo aver trascorso molte ore in sua compagnia.

3 Stealth fino al midollo


Styx è uno stealth game duro e puro, non c’è spazio per l’azione diretta; il titolo si focalizza pienamente sull’abilità del giocatore nell’essere etereo come un fantasma. Grazie all’ottimo level design, che ci propone ambienti ben stratificati e vari, sarà possibile scegliere l’approccio a noi più consono per raggiungere l’obiettivo. Infatti non ci verranno dati specifici suggerimenti su come completare la missione, ma starà a noi decidere se approfittare dei bui cunicoli sotterranei per passare di soppiatto sotto le guardie, oppure provare dall’alto arrampicandoci fra i tetti di una città, o ancora passando dall’interno degli edifici nascondendoci di stanza in stanza sotto i tavoli o negli angoli bui, approfittandone anche per rubare qualche prezioso oggetto.

L’IA, nel complesso, fa dunque un buon lavoro, ma come nella maggior parte degli stealth game non è perfetta.

In queste situazioni, il buio è il miglior amico di Styx, poiché è più difficile essere individuati dalle guardie se ci manteniamo in una zona poco illuminata. Sapremo di essere ben nascosti nell’oscurità grazie al fodero del pugnale di Styx, che appare più luminoso nelle zone più buie. Il sistema di controllo con cui ci si muove di soppiatto risulta piuttosto intuitivo, anche se va un po’ migliorato il sistema di salto, specialmente durante le fasi di arrampicata in stile Assassin’s Creed, quando ci è capitato più volte di mancare inspiegabilmente la sporgenza trovando così una morte rovinosa.

4 L’arte dell’assassinio


L’IA nemica ci darà parecchio filo da torcere, infatti le guardie risulteranno reattive e senza pietà non appena ci avranno individuati. Il sistema di allarme è piuttosto classico; sul nemico compare un cerchietto che ci indica lo stato di allerta: quando è bianco significa che c’è solo un piccolo e innocuo sospetto, se diventa giallo vuol dire che le guardie sono spinte a investigare maggiormente, se infine si tinge di rosso, questo indica che ci hanno scovati e sono pronte ad attaccarci. L’IA, nel complesso, fa dunque un buon lavoro, ma come nella maggior parte degli stealth game non è perfetta, e, anzi, in diverse situazioni abbiamo notato alcune sbavature nel comportamento, come una routine facilmente prevedibile o la facilità con cui è possibile seminare le guardie quando si viene individuati. A questo proposito, una volta che gli occhi avversari si saranno posati sulla nostra pelle verdastra, ci sarà ben poco da fare.

il buio è il miglior amico di Styx.

Il Combat System si limita semplicemente alla possibilità di parare il colpo avversario, premendo il tasto di attacco con il giusto tempismo; se riusciremo nell’intento, potremo o fuggire o uccidere il nemico, ma quest’opzione è possibile soltanto contro determinati tipi di guardie. Tale sistema di parata e contrattacco è disattivato ai livelli di difficoltà più alta e ben presto capiremo che lo scontro diretto non è certo l’approccio migliore per giocare a questo Shards of Darkness. Le cose si fanno più interessanti quando risulta possibile agire di soppiatto; infatti, oltre alla classica pugnalata alle spalle, avremo una notevole varietà di mezzi per uccidere i nemici: dai classici coltelli da lancio a sistemi più ingegnosi, come far cadere un lampadario sulla testa dei poveri malcapitati, avvelenare cibo e acqua con lo sputo tossico di Styx, o attivare determinate trappole ambientali che variano a seconda della situazione. Il titolo presenta una gran varietà negli approcci possibili, anche se l’offerta non è paragonabile ad altri capisaldi del genere come la serie Hitman.

5 Clonazione e abilità


Le opzioni, però, non sono finite qui, infatti il nostro protagonista ha altre frecce al suo arco grazie alle abilità magiche di cui dispone. Styx ha principalmente tre tipi di abilità mistiche: la visione d’ambra, molto simile a quanto visto con l’Occhio dell’Aquila in Assassin’s Creed, ci permette di evidenziare nemici e i loro percorsi oppure gli oggetti che possiamo prendere e usare nell’ambiente; l’invisibilità, una volta attivata, consuma la nostra barra dell’ambra (che potrà essere rimpinguata bevendo apposite pozioni), ma va sfruttata con parsimonia, proprio per via dell’alto consumo di ambra; infine la capacità più interessante, ossia la possibilità di creare un nostro clone. Questi può essere controllato direttamente da noi e risulterà utile per esplorare l’ambiente circostante o come diversivo contro le guardie. Potenziandolo, potremo avere anche la possibilità di teletrasportarci nella posizione del nostro clone o di farlo esplodere in una nube di gas nocivo per i nostri nemici.

Il titolo presenta una gran varietà negli approcci possibili.

Gran parte delle abilità di Styx sono soggette alla possibilità di potenziamento grazie ad un apposito skill tree, diviso in 5 sezioni: furtività, percezione, alchimia, clonazione e assassinio. Grazie ai punti guadagnati durante le missioni, potremo migliorare ognuno di questi aspetti per ottenere nuove capacità, come il poter percepire i passi dei nemici e il loro odore una volta attivata la vista d’ambra, o la possibilità di assassinare in volo o da nascosti. A completare il tutto c’è anche un sistema di crafting piuttosto semplice, per creare pozioni e strumenti (come i sempre utili grimaldelli) raccogliendo oggetti sparsi per i livelli e portandoli poi a un bancone di lavoro.

6 Le sfide del goblin


Il titolo non risulta particolarmente complesso, anche se si morirà spesso e volentieri. Grazie alle funzioni del salvataggio manuale potremo salvare i nostri progressi in qualsiasi momento (tranne quando siamo in pericolo), rendendoci la vita molto più facile. Vale comunque la pena di morire solo per assistere alle lamentele di Styx, che sfonda la quarta parete e ci insulta per le brutte fini che ha dovuto subire a causa nostra. La longevità complessiva del titolo si attesta sulle quindici ore circa. Una volta completato, non offre particolari spunti per rigiocarlo, ma sarà possibile rifare le varie missioni per raggiungere eventuali obiettivi secondari in precedenza mancati e migliorare così le nostre statistiche. Ci sono infatti quattro differenti categorie (tempo di completamento, uccisioni, allarmi attivati e oggetti speciali ritrovati) in cui poter guadagnare delle medaglie, dal bronzo all’oro: maggiore sarà il valore della medaglia ottenuta, più punti spendibili nelle nostre skill potremo guadagnare. Esiste anche una modalità cooperativa in cui, interpretando un clone di Styx, sarà possibile affrontare le missioni insieme ad un altro giocatore umano. Questa modalità non è fondamentale nell’economia di gioco, ma è divertente da provare poiché offre un approccio diverso al titolo, anche se è consigliabile prima finirlo in single player, per gustarlo nel modo migliore.

Styx: Shards of Darkness è un buon titolo stealth, classico nel suo insieme, che non rivoluziona di certo il genere.

Graficamente, l’Unreal Engine 4 fa un ottimo lavoro, proponendoci degli ambienti particolarmente curati: i panorami talvolta offerti ai nostri occhi lasciano davvero a bocca aperta. Non mancano alcune imperfezioni, riguardanti texture in bassa risoluzione e modelli dei personaggi (specie quelli secondari) meno curati e più anonimi rispetto alla media.
Styx: Shards of Darkness è un buon titolo stealth, classico nel suo insieme, che non rivoluziona di certo il genere. Presenta ancora diversi difetti sia nel gameplay sia nel comparto grafico, ma risulta, nel complesso, un’esperienza godibile, grazie anche al carisma del suo protagonista dalla pelle verde, che riesce a strapparci più di una risata con le sue battute. Ci auguriamo di rivedere l’irriverente goblin in un nuovo capitolo, che, ne siamo certi, potrà alzare ancora di più l’asticella della qualità di questa recente saga videoludica.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.5
styx-shards-of-darkness-recensione<strong>PRO</strong><br> Ottime meccaniche stealth <br> Grande libertà d'azione nel completamento degli obiettivi <br> Level design molto curato <br> <strong>CONTRO</strong><br> Sistema di controllo non sempre perfetto <br> La trama si perde un po' verso la fine<br> IA da migliorare<br>

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