La vendetta è un piatto che va servito freddo
Per fare un po’ di ordine nel caos mutevole che è sinonimo di questa saga, è bene spiegare che Tales of Berseria e il precedente Tales of Zestiria sono tra loro collegati ma, allo stesso tempo, estremamente distanti dal punto di vista cronologico. Ora, le nostre avventure sono ambientate in un lontano passato, in quel che viene definito Sacro Regno di Midgand, un vasto arcipelago popolato prevalentemente dalla razza umana, ma anche da spiriti soprannaturali noti come Malakim, resi schiavi dagli umani dotati di meno amore per il prossimo per ottenere abilità magiche e immenso potere. Al vertice della società troviamo gli Esorcisti, gli unici in grado di fronteggiare il pericolo dato dai demoni, frutti immondi della malattia nota come “Demonite” che tramuta in esseri immondi tutte le creature contagiate.
Tales of Berseria è un degno rappresentante della saga
La trama, nel particolare, comincia proprio con un attacco da parte di queste temibili creature a un villaggio, prologo abilmente realizzato in stile anime dallo studio Ufotable che riesce a rendere perfettamente il terrore, e al contempo l’epicità, dell’avvenimento sui nostri schermi. Protagonista della tragedia è una giovane ragazza, Velvet, che in una sola notte si ritrova ad assistere, impotente, alla morte di molti cari. La scena prosegue poi con la vita della stessa giovane e del fratello minore salvata in extremis da Artorius, abile Esorcista e cognato di Velvet: un personaggio estremamente complesso, le quali azioni sono guidate da un dolore atroce, una sofferenza che avrebbe reso folli i più deboli. La vera storia comincia però qualche anno più tardi, con una Velvet ormai diciannovenne e, per ragioni che non voglio esplicare in queste righe, intrappolata in una delle prigioni più crudeli e sicure del Regno di Midgand (il braccio artigliato della protagonista potrebbe fornirvi qualche indizio…).