A un anno di distanza dalla presentazione sul palco dell’Xbox London 2019, arriva il primo episodio di Tell Me Why, la nuova avventura narrativa di Dontnod Entertaiment (già autori di Life is Strange e Vampyr), in esclusiva Xbox One, Windows 10 e disponibile anche su Game Pass.
Il gioco si struttura come una trilogia ma, rispetto alle esperienze precedenti della software house, la tempistica di pubblicazione tra un’iterazione e l’altra sarà di solo una settimana. Ci sentiamo di appoggiare in toto questo cambio di rotta, e non solo da un punto di vista commerciale. Per un pubblico ormai abituato a Netflix, il dover attendere a lungo il prosieguo di un’avventura porterebbe inevitabilmente ad uno scemare dell’attenzione verso un prodotto artistico che, in questo specifico caso, propone ai videogiocatori temi importanti quali la diversità, la violenza domestica e l’accettazione di sé.
Tell Me Why ha per protagonisti due fratelli, i gemelli Tyler ed Alyson Ronan, che dopo dieci anni di lontananza forzata, si ritroveranno a dover organizzare la vendita della loro vecchia casa d’infanzia. Questa diventerà l’occasione per i due ragazzi di ripensare e comprendere quanto accaduto nel loro passato, ma anche di scoprire la verità dietro alla figura della loro enigmatica e problematica madre.
A scanso di equivoci, vogliamo fin da subito tagliare la testa al toro e discutere del grosso elefante nella stanza: la presenza di un personaggio transessuale. Sebbene in altri media questo elemento sia stato più volte rappresentato con risultati eccellenti (come nel cinema di Pedro Almodóvar), nei videogiochi risulta essere ancora una variabile narrativa che desta preoccupazione. Non tanto per la caratterizzazione in sé, ma a causa della sua trattazione in sceneggiatura.
Il personaggio di Tyler viene immediatamente presentato per quello che è: un ragazzo che si è accettato e che affronta serenamente il suo percorso di transizione senza ricorrere a soluzioni narrative o stereotipi che vadano a sottolineare in modo esagerato la sua supposta “diversità”. Le interazioni che ha con gli altri personaggi non presentano opzioni di risposta particolarmente aggressive o provocatorie, e in generale si segnala una ragionevolezza di scrittura nelle diverse prese di posizione in confronto alla natura del protagonista. È un sollievo poter affermare che il lavoro svolto da Dontnod, su questo particolare versante, è stato ottimo.
La gestione della narrazione complessiva è assolutamente apprezzabile fin dalle prime battute, seppure in alcuni momenti si risolva con una eccessiva sbrigatività, inficiando la credibilità di talune situazioni. Il prologo si palesa con un’intensità e drammaticità assolutamente inaspettata, che ci ha lasciato storditi ma anche profondamente commossi, ed il finale è stato assolutamente costruito ad arte. Con lo scorrere della trama, il gioco ci permetterà di impersonare entrambi i personaggi ma, badate bene, non è possibile scegliere autonomamente l’avatar che preferiamo. Vi garantiamo però che il valore intrinseco dell’esperienza non ne risulta sminuito.
Sicuramente riuscite sono anche le ambientazioni della città immaginaria di Delos Crossing, teatro delle vicende. Le tipicità estetiche alaskane ben si amalgamano ai panorami naturali che fanno da cornice ad un contesto visivo pulito e vivace, sebbene siano piuttosto limitate e non facciano gridare al miracolo della tecnica.
In termini di meccaniche, ovviamente, il repertorio è quello classico dei giochi di questa tipologia: avremo oggetti interagibili, enigmi e collezionabili, ma ci preme segnalare l’esistenza di quello che gli autori hanno definito “Bond”: una sorta di legame magico, costruito sulla base del particolare rapporto che intercorre tra i gemelli.
Avremo la possibilità di rivivere fatti del passato dei due protagonisti, segnalati a schermo con un particolare effetto grafico, ma anche di confrontare le diverse versioni dello stesso ricordo dei fratelli, scegliendo quale delle due ricostruzioni degli eventi ci convinca di più.
Oltre alle opzioni di risposta tradizionali, Tyler ed Alyson posseggono il dono della telepatia, con cui possono comunicare tra loro senza esser scoperti dagli interlocutori astanti. Vi faremmo un cattivo servizio non citandovi il Libro dei Goblins, una raccolta consultabile di brevi fiabe fantastiche, assemblato dai protagonisti e dalla loro madre, su cui abbiamo passato ore a spulciarne le pagine. Oltre ad essere una gioia per gli occhi, è un particolare elemento di gameplay di cui però non vogliamo troppo spoilerare la natura.
Sfortunatamente, la brevità del primo episodio di Tell Me Why non ci ha permesso di giudicare in modo competente la qualità dei suoi bivi narrativi. Per onestà intellettuale, ci limiteremo a dire che sono presenti in buon numero, anche se non sempre sembrano intesi verso un’incisiva sterzata sceneggiativa. Rimane in ogni caso la sensazione di uno sviluppo futuro della trama molto interessante.
Tell Me Why – Episodio 1 è, in buona sostanza, una breve ma più che degna introduzione a ciò che si propone e delinea essere una avventura ricca di colpi di scena e di emozioni forti. Sebbene alcuni aspetti del gioco non ci abbiano soddisfatto a pieno, come le piccole ingenuità di sceneggiatura ed una sensazione di compressione artificiosa dei ritmi narrativi, complessivamente lo riteniamo assolutamente meritevole della vostra attenzione e considerazione.