The Crew è ingiocabile offline e Ubisoft ci ricorda che non abbiamo mai posseduto per davvero il gioco

The Crew

La class action intrapresa da Alan Liu e Matthew Cassell contro Ubisoft in seguito allo spegnimento dei server di The Crew, con conseguente inaccessibilità al gioco, ha fatto sì che il publisher, nel tentativo di difendersi, ci ricordasse che nessuno dei giocatori ha mai effettivamente posseduto il titolo di corse firmato Ivory Tower. In sostanza, Ubisoft non vuole dare ragione ai giocatori e, sebbene essa sia comunque intenzionata a non ripetere la controversia con The Crew 2 e The Crew: Motorfest, quanto fatto con il primo capitolo resta irrevocabile.



La class action è stata presentata durante il mese di novembre 2024, ma solo a febbraio Ubisoft ha risposto ad essa e la risposta stata resa nota di recente. Come evidenzia l’avvocato che ha preso le parti di Ubisoft, sulla confezione del gioco viene espressamente indicato come quest’ultimo richieda una connessione online per essere avviato e come Ubisoft abbia tutte le facoltà per revocare l’accesso al titolo previa segnalazione, la quale deve arrivare non prima di 30 giorni.

“Dopo aver fatto i loro acquisti, i querelanti hanno goduto dell’accesso a The Crew per anni prima che Ubisoft decidesse, sul finire del 2023, di ritirare e spegnere i server del gioco che ormai aveva compiuto 10 anni”, recita quanto affermato da Steven A. Marenberg, avvocato difensore per Ubisoft. “I querelanti hanno avuto i benefici del loro accordo e non possono lamentarsi ora di essere stati ingannati solo perché Ubisoft non ha poi creato una versione offline del videogioco interrotto”.

Il 18 marzo, i querelanti hanno esposto una nuova lamentela, citando il fatto che il codice del gioco teoricamente dovrebbe essere accessibile fino al 2.099. Ciò significa che, fino a quella data, The Crew sarebbe dovuto essere accessibile. Inoltre l’accusa si appoggia alla tesi secondo cui The Crew potrebbe essere considerato come una vendita di buoni regalo, i quali non possono scadere secondo le leggi della California.

Fonte: Polygon