The Crew, l’anno scorso, non fu presentato nel migliore dei modi… fu infatti mostrato soltanto un trailer in computer grafica, che non aveva nulla a che fare con il prodotto finito. Tuttavia, dopo il nostro hands-on all’E3, ci rendiamo conto che, dietro quell’annuncio, c’era comunque una certa sostanza. L’idea di base è ambiziosa: combinare il genere MMO con il genere racing, il tutto all’interno di un’ambientazione open world che si estende dalla West Coast alla East Coast americana. Da quanto abbiamo avuto modo di capire, sembra che ci vorranno ben 90 minuti per guidare da New York a Los Angeles, naturalmente con la possibilità di fare tappa in tutte le più iconiche città degli Stati Uniti.
Durante la nostra demo hands-on ci trovavamo inizialmente nel Michigan, dove abbiamo dovuto accettare una missione di tipo Takedown; divisi in due squadre, o per meglio dire crew, il nostro scopo era essere tra i primi ad abbattere un grosso veicolo controllato dall’IA.
Questo è un titolo che punta in alto, costruito intorno alle potenzialità di PlayStation 4 e Xbox One, ed è evidente fin dalle premesse che non si sarebbe potuto realizzare un gioco di questa estensione su una console old-gen. Ma quello che più colpisce, al di là della grandezza geografica, è la varietà di esperienze che è in grado di offrire; a seconda della tipologia di macchina che sceglierete, infatti, avrete a che fare con una manovrabilità completamente diversa. Detto in poche parole, le cosiddette “spec” in The Crew sono la versione automobilistica del guerriero, del mago e via dicendo. Abbiamo la Street, che corrisponde a una sorta di tuttofare, e funziona un po’ da guscio vuoto, nel senso che può essere personalizzata con un alto grado di versatilità. Dirt, come suggerisce il nome, è adatta invece per andare fuoristrada, Perf è indirizzata a chi ama l’alta velocità, Raid corre sulla maggior parte dei terreni mentre Circuit è infine quella più vicina alle automobili di Forza e Gran Turismo.
La realizzazione ha ancora bisogno di qualche rifinitura, soprattutto dal punto di vista grafico.
Naturalmente, come ogni MMO che si rispetti, questi sono solo dei template di partenza: man mano che completerete le diverse missioni del gioco, infatti, guadagnerete parti aggiuntive che vi permetteranno di modificare la vostra macchina e renderla più performante. Ogni auto è divisa in 20 parti, 11 che influenzeranno la manovrabilità e 9 invece legate all’estetica. La personalizzazione permette anche di limare i difetti dei veicoli: per esempio, una macchina di classe Raid eccelle per quanto riguarda l’accelerazione, ma paga lo scotto quando si tratta di frenare e curvare. Guadagnando punti nelle missioni e sbloccando nuove parti, è possibile porre rimedio, potenziando i freni ad esempio, e creare un’automobile che si adatti pienamente al vostro stile di guida.
Quello che più colpisce, al di là della grandezza geografica, è la varietà di esperienze che è in grado di offrire.
C’è comunque da dire che non sarete sempre ancorati a una classe, come avverrebbe in un normale MMORPG: ogni missione segnala la Spec più indicata per superarla, e potrete di volta in volta indicare la vostra preferenza. Non solo, anche l’elemento cooperativo gioca un grande ruolo sotto quest’aspetto, e se avete bisogno di una certa Spec per terminare una missione, potrete chiedere aiuto a un vostro amico appartenente a un’altra classe di venire in vostro aiuto.
Ma, al di là della varietà, il gioco non potrebbe andare lontano se non ci fosse dietro un solido modello di guida. Siamo contenti di apprendere dalla nostra prova che siamo di fronte a un racing arcade in piena regola, divertente e veloce nella risposta.
Questo è un titolo che punta in alto, costruito intorno alle potenzialità di PlayStation 4 e Xbox One, ed è evidente fin dalle premesse che non si sarebbe potuto realizzare un gioco di questa estensione su una console old-gen.
Durante la nostra demo hands-on ci trovavamo inizialmente nel Michigan, dove abbiamo dovuto accettare una missione di tipo Takedown; divisi in due squadre, o per meglio dire crew, il nostro scopo era essere tra i primi ad abbattere un grosso veicolo controllato dall’IA. L’inseguimento si svolgeva attraverso delle dune di sabbia. Abbiamo quindi avuto modo di vedere nel concreto come funziona l’elemento di customizzazione, cruciale per la buona riuscita delle missioni: prima di entrare nel vivo dell’azione era infatti possibile accedere a una schermata di personalizzazione del veicolo. Equipaggiando la macchina con delle sospensioni adatte al terreno sabbioso siamo riusciti a gestire al meglio la situazione e, di conseguenza, abbiamo vinto la “quest”. Successivamente, siamo stati liberi di gironzolare per Los Angeles, dove abbiamo avuto modo di provare una più canonica gara attraverso le strade della città.
In definitiva, da quello che abbiamo avuto modo di vedere, l’idea alla base è intrigante e divertente. La realizzazione ha ancora bisogno di qualche rifinitura, soprattutto dal punto di vista grafico, ma se si riuscirà a bilanciare per bene il dettaglio con l’estensione, Ubisoft potrebbe avere per le mani un titolo non rivoluzionario, ma con un grande potenziale per essere genuinamente assuefacente.