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The Lion’s Song – Recensione

1 La vita, si sa, è fatta di piccoli e grandi drammi.

Suddetti drammi, però, si palesano a noi nei modi più inaspettati e, spesso, inconcepibili. C’è chi deve sopportare l’abbandono di una persona cara, chi stringe i denti di fronte alle ormai fin troppo classiche ristrettezze economiche e chi, semplicemente, marcisce dall’interno nella “banale” ricerca di sé stesso. Non capire cosa si vuole, o cosa si cerca, è probabilmente uno dei dilemmi più comuni in cui si possa incappare. A qualcuno pesa, a qualcun altro no, ma cosa accade realmente nel momento in cui si perde la cognizione del proprio essere e non si riesce più a trovare una via d’uscita?

The Lion’s Song, premettiamolo subito, è un prodotto coraggioso e sorprendente, seppur radicalmente peculiare. Così peculiare che potrebbe risultare indigesto, quasi pedante, a chi non si è mai incappato in specifiche situazioni. Allo stesso tempo, però, è capace di dilaniare e di leggere nel profondo dell’anima chi – con le crisi esistenziali – condivide ogni triste giornata. Già solo il concetto di incentrare una saga a episodi sulle piccole, grandi storie di artisti alla perenne ricerca dell’ispirazione può suonare nuovo alle orecchie di molti di voi.

Non c’è un pianeta da salvare, non ci sono fantasiosi escamotage con cui combattere i demoni interiori, non si nuota tra cadaveri, armi, proiettili e non ci si fa strada tra i problemi nella maniera più epica possibile; ci siamo noi, e ci sono queste persone. Queste persone sono però perseguitate da un sogno che, purtroppo per loro, è già diventato una scomoda arma a doppio taglio.

Non c’è un pianeta da salvare, non ci sono fantasiosi escamotage con cui combattere i demoni interiori, non si nuota tra cadaveri, armi, proiettili e non ci si fa strada tra i problemi nella maniera più epica possibile; ci siamo noi, e ci sono queste persone.

2 La ricerca della felicità

The Lion’s Song è una serie episodica ormai giunta al secondo appuntamento. Il primo episodio, tra l’altro, è attualmente gratuito su Steam, quindi dargli una possibilità non ci costerà neanche nulla. Il titolo in sé può essere paragonato a un’avventura grafica vecchio stile, tanto nelle meccaniche quanto nella resa visiva generale, ma inquadrarlo in un unico genere sarebbe comunque troppo riduttivo. In linea di massima, sì, segue alcuni degli stilemi classici delle avventure grafiche, ma mette sempre e comunque il racconto prima di ogni altra cosa, accantonando qualunque rompicapo possa mai spezzarne il ritmo.

Parliamo quindi di un’esperienza da vivere tutta d’un fiato, geniale nei dialoghi, incalzante nel suo svolgimento e profonda nella sua messa in pratica. Le interazioni con l’ambiente sono piuttosto risicate e, a parte alcune particolari scelte, anche largamente guidate. Potrà capitare di spostarsi da un luogo a un altro per dover proseguire nell’avventura, ma sempre sotto preciso ordine o consiglio. Insomma, il rischio di impantanarsi in un enigma troppo complesso è totalmente scongiurato, e il gioco viaggia fin da subito dal punto A al punto B senza pause o pit stop di sorta, ingabbiando il suo pubblico in una morsa sì limitante, ma anche profonda, empatica e spesso struggente.

A livello di gameplay, fermo restante che ora abbiamo solo una visione parziale dell’opera totale, siamo di fronte a due viaggi piuttosto “chiusi”, il secondo meno del primo. Se nell’episodio d’apertura potremo infatti spostarci tra sole due stanze, nel successivo avremo già molti più punti focali sparsi per l’intera Vienna. Chi si troverà a storcere il naso di fronte all’esagerata pochezza di contenuti del prologo, quindi, può star sicuro che andando avanti troverà un’offerta molto più interessante, capace anche di raggiungere picchi più unici che rari, per il medium.

Parliamo quindi di un’esperienza da vivere tutta d’un fiato, geniale nei dialoghi, incalzante nel suo svolgimento e profonda nella sua messa in pratica.

3 Chi sono veramente?

La coppia di episodi di The Lion’s Song narra due vicende legate dallo stesso filo conduttore ma estremamente differenti nello svolgimento. Nel primo caso abbiamo una giovane musicista in cerca di una pausa dal mondo che la circonda, messa all’angolo da un concerto sempre più vicino e per il quale non ha ancora preparato uno spartito; dall’altra, un giovane pittore che invece fa di tutto per inseguire l’ispirazione, la perfezione e cercare di affermarsi nei salotti più chic della zona. Due anime opposte ma che sono cadute nello stesso, spaventoso vortice: la mancanza di una musa che li accompagni al livello superiore.

Questo piccolo gioiello è un’enorme, brutale morale sulla ricerca della famosa “scintilla”, del guizzo che trasforma l’idea in un capolavoro senza tempo. C’è chi la insegue a tutti i costi e chi, sommerso dalle pressioni, non fa altro che rimandare il fatidico giorno dell’inizio dei lavori. Da un lato la paura, dall’altro la foga: due facce di un’oscura medaglia che, ne siamo sicuri, molti di voi riconosceranno come il famoso “blocco dell’artista”. Il primo episodio ci mette nei panni di Wilma, compositrice sull’orlo di una crisi, completamente immersa nell’opera che la farà svoltare una volta per tutte, ma perennemente delusa dai risultati delle sue bozze. Gli occhi della città sono tutti puntati su di lei, compresi quelli del suo mentore (che lei ammira su un piano, diciamo, molto più “emotivo”), e non riesce più a reggere questo fardello. Scappata dalla società, immersa nella solitudine e nella natura più incontaminata, ha una sola settimana di tempo per tirar fuori qualcosa che resti per sempre negli annali della musica. Una vera e propria storia di coraggio – da qui, il titolo del gioco – che si dipana sorprendentemente grazie a un’inaspettata nuova amicizia, e un’illuminante rivelazione.

Il pittore Franz, invece, è l’esatto opposto di Wilma. Fin troppo sicuro delle sue capacità e forte del sostegno di altri artisti famosi, è ormai certo di aver già raggiunto l’apice della sua carriera, nonostante la giovane età. Ciò che gli dà una marcia in più è la “sovrannaturale” capacità – o forse dovremmo dire “maledizione” – di leggere nel cuore di ogni persona, portandone allo scoperto anche le sfaccettature più illeggibili. I suoi ritratti colgono un’essenza tutta nuova, ma il mondo gli crolla addosso nel momento in cui un famoso critico gli fa notare che ricerca questi lati nascosti in maniera fin troppo accademica, usando il cervello e non il cuore. Da qui, una vera e propria discesa nella follia, con Franz che utilizza qualunque metodo – anche masochistico – per spogliare i suoi modelli anche di quell’ultimo strato che mai è riuscito ad afferrare. Se la ricerca dell’ispirazione di Wilma traccia delle ottime basi, per quanto non perfette, il dilemma di Franz è davvero incredibile e – in molti casi – tristemente umano. Ancora una volta, incapperemo in vere e proprie perle di cuore e saggezza, oltre che in un’inesauribile fonte di risposte utili non solo per il completamento dell’avventura, ma anche per noi stessi. Colori, disegni, colonne sonore: The Lion’s Song, in alcuni spezzoni, è così coeso e ben amalgamato da riuscire a sfiorare lo status di capolavoro indimenticabile.

Ancora una volta, incapperemo in vere e proprie perle di cuore e saggezza, oltre che in un’inesauribile fonte di risposte utili non solo per il completamento dell’avventura, ma anche per noi stessi.

4 In conclusione

Siamo solo a metà della corsa, ma questo The Lion’s Song – dopo un primo episodio un po’ altalenante – sta già convincendoci molto di più. Umane, struggenti e incredibilmente intelligenti, le due storie che abbiamo appena vissuto meritano una possibilità già solo per il grande messaggio che si portano dietro; messaggio, tra l’altro, veicolato in maniera davvero ineccepibile. Come gioco in sé non sorprende neanche un po’, soprattutto in un periodo in cui siamo letteralmente sommersi da avventure grafiche indipendenti con meccaniche ridotte all’osso, ma a fare la voce grossa è proprio la sceneggiatura, un convincente mix di dolcezza, rabbia e introspezione.

Che siate degli artisti in erba alla ricerca della fatidica svolta o semplici appassionati del racconto drammatico, lasciarsi sfuggire questa piccola esperienza sarebbe davvero un delitto. Se manterrà questi livelli anche nei capitoli successivi, potremmo seriamente essere di fronte a una nuova, inattesa pietra miliare del genere. Se fino a ora si è parlato di musica e di arte, la terza tappa ci metterà nei panni di un’amante della matematica che – a causa dei costumi e usi dell’epoca – è costretta ad abbandonare il proprio sogno per inseguire attività più “femminili”. Nell’attesa di capire in che modo le storie dei quattro protagonisti andranno poi a intersecarsi (sempre a patto che accada, ovviamente), alla domanda “The Lion’s Song merita l’acquisto?”, noi rispondiamo seccamente: sì, sì e ancora sì.

https://www.youtube.com/watch?v=JUFk7AUUewg

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
the-lions-song-recensione<b>PRO</b><br> Intelligente e introspettivo <br> Stile grafico adorabile <br> Colonne sonore di primissima qualità <br> <b>CONTRO</b> <br> Longevità piuttosto risicata <br> Meccaniche di gioco quasi inesistenti

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