Tokyo Twilight Ghost Hunters: Daybreak Special Gigs – Recensione

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In conclusione…

Mai come in questo caso, il detto risulta azzeccato. “Chi troppo vuole, nulla stringe”. Tokyo Twilight, infatti, mette il piede in fallo proprio nel momento in cui esce dai comodi canoni del genere. Se cercare di andare oltre e offrire innovazione significa anche far salire a galla l’inesperienza del team in campi mai vagliati prima, allora non sempre l’ambire a nuove vette si rivela essere una mossa intelligente.

Il gioco, ogni volta che abbandona la narrazione nuda e cruda, ha dei limiti piuttosto palesi. Avremmo anche potuto chiudere un occhio se – per fare un esempio – le fasi combattive fossero state meno invasive, ma non è questo il caso. Avevamo messo le mani sul titolo in questione già sulla passata generazione di console ma, lo ammettiamo, speravamo che la software house avesse approfittato del tempo extra e di una rinnovata esperienza per ritoccare questa rimasterizzazione il tanto necessario da renderla più appetibile. Speranza, a quanto pare, vana.

Non parliamo affatto di un brutto prodotto, sia chiaro. La sua nicchia di appassionati lo troverà comunque godibile e, perché no, a tratti persino appassionante. Purtroppo, un combat-system barbaramente randomico e delle ingenuità sul fattore ruolistico ci costringono a trattenere l’entusiasmo più del dovuto. Se il gameplay fosse stato ragionato con più accuratezza – o fosse stato completamente rimosso, per quanto ci riguarda – forse parleremmo di tutt’altra esperienza.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
6
tokyo-twilight-ghost-hunters-daybreak-special-gigs-recensione<b>PRO</b><br> Buona resa stilistica <br> Concept di trama a tratti interessante <br> <b>CONTRO</b> I troppi dialoghi possono risultare indigesti per qualcuno <br> Sistema di combattimento completamente da rivedere <br> Errori grossolani nel sistema di interazione con i personaggi <br> Completamente in lingua inglese