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Tokyo Twilight Ghost Hunters: Daybreak Special Gigs – Recensione

1 Non sappiamo con precisione cosa sia cambiato negli ultimi tempi

Senza ombra di dubbio, però, le cosiddette “visual novel” stanno brillando di nuova luce. Doppiamente curioso come ora una parte del loro successo sia merito anche di noi occidentali. Le barriere territoriali, in un’epoca in cui il mondo è più interconnesso che mai, sono ormai linee di divisione mentali, non più materiali.

Vero, si tratta comunque di prodotti di nicchia apprezzati maggiormente dal popolo giapponese, fortemente basati su dialoghi e caratterizzazione dei personaggi, ed è quindi anche normale che molti finiscano per storcere il naso di fronte a una filosofia che, per molti aspetti, non può neanche essere accostata a quella classica del videogioco, nel senso più stretto del termine. L’interazione, quando non completamente assente, è comunque ridotta all’osso, e sono innumerevoli le volte che il giocatore si troverà intrappolato sotto quintali di dialoghi e poco altro.

Tokyo Twilight: Ghost Hunters, invece, cerca di andare oltre. Dopotutto, è normale che qualche volta spunti una proverbiale mosca bianca a mescolare le carte in gioco, nel tentativo di evolvere una collaudatissima base e di elevare il tutto a un livello contenutistico che a cui la concorrenza non ha mai ambito. Qui, ad esempio, gli sviluppatori hanno provato a buttare nel calderone, oltre ai classici elementi da “libro-game”, anche una spruzzata di combattimento strategico. Purtroppo, non sempre quantità equivale a qualità, ed ecco che ci ritroviamo di fronte a qualcosa che ha palesemente fatto il passo più lungo della gamba, che ha tentato di scavalcare l’ostacolo che ha intralciato tutti i suoi colleghi, capitombolando precipitosamente.

Questa “Daybreak Special Gigs” altro non è che una versione rivista e corretta (ma neanche troppo) di ciò che avevamo già visto su PlayStation 3 con l’originale Ghost Hunters. Qualche leggero ritocco al sistema di combattimento, però, non lo rimettono in carreggiata come avremmo sperato.

Purtroppo, non sempre quantità equivale a qualità, ed ecco che ci ritroviamo di fronte a qualcosa che ha palesemente fatto il passo più lungo della gamba.

2 C’è qualcosa di strano, nel vicinato…

Voi, ad esempio, credete ai fantasmi? Credete alla possibilità di una nuova vita dopo la morte? Cosa ci aspetta una volta oltrepassata la famosa luce in fondo al tunnel? Tokyo Twilight tratta di paranormale, ma non fa di certo nulla per nascondere una produzione dal budget piuttosto risicato, per quanto visivamente azzeccata, e questo è chiaro fin dal primo filmato. Non che sia un problema, tutt’altro. A volte, infatti, basta già solo una direzione artistica di tutto rispetto a mettere una pezza su una palese mancanza di fondi, e in questo ci riesce magistralmente.

Tokyo Twilight catapulta il giocatore in un mondo fittizio degno del migliore degli anime, tanto nella concezione quanto sull’aspetto visivo vero e proprio. Chi mastica di continuo produzioni giapponesi non faticherà certo a riconoscere una capitale realistica ma allo stesso tempo piena di sfumature sovrannaturali; un mix visto e rivisto, certo, ma che ancora non riesce ad annoiare. A patto, ovviamente, che piaccia il genere.

Appena trasferito in un nuovo liceo, il nostro eroe (un blocco d’argilla completamente amorfo, che però andremo a plasmare con le nostre mani) si ritrova ben presto ad avere a che fare con questioni più grandi di lui. Alcuni suoi compagni di classe, infatti, hanno messo su un vero e proprio gruppo di acchiappafantasmi, convinti che nella scuola viva qualche presenza eterea. Almeno loro non devono fare attenzione a non incrociare i flussi.

Neanche a dirlo, comunque, il titolo non si fossilizza unicamente sulla caccia ai fantasmi, offrendo infatti una vasta gamma di situazioni, dall’azione più drammatica alla love story più assurda. Il tutto condito con un pelo di retrogusto horror per nulla indigesto e da alcuni dialoghi obiettivamente interessanti.

Voi, ad esempio, credete ai fantasmi? Credete alla possibilità di una nuova vita dopo la morte?

3 Evoluzione?

Tokyo Twilight, a conti fatti, non si distacca poi così tanto dai canoni del genere. Una volta avviato il gioco, ad esempio, aspettatevi già chiacchiere su chiacchiere condite da sfondi statici. Testi e dialoghi, purtroppo, non sono in alcun modo localizzati in lingua nostrana, rendendo il tutto molto meno fruibile a chiunque non mastichi un bel po’ di inglese.

Il titolo, però, tenta comunque di prendere le distanze dalla massa come meglio può, infilando nell’offerta elementi poco comuni alle visual novel, anche se spesso fin troppo fantasiosi. Non sempre, purtroppo, riuscendo a centrare il bersaglio. Il sistema di interazione con i personaggi non giocanti, ad esempio, è tutto sommato interessante, ma la stessa cosa non possiamo dirla della messa in pratica. 

Spesso, mentre ci approcciamo ai vari comprimari, potremo infatti decidere come comportarci in tutta libertà. Purtroppo, a differenza di molte avventura grafiche, questo sistema è molto più astratto del dovuto, finendo per trasformare buona parte delle nostre buone intenzioni in tremende figuracce. Due ruote a schermo ci permetteranno di scegliere uno dei cinque sensi e il sentimento da collegargli e, da qui, il gioco calcolerà la conseguente reazione di chi ci sta davanti. Se quello che abbiamo scritto vi sembra arabo, tranquilli, è tutto normale.

Per fare un esempio, una bella e – chissà come mai – sempre procace fanciulla vuole fare la nostra conoscenza. Noi puntiamo al “tatto” e alla “felicità“, come risposta. Magari, nel tentativo di darle una pacca sulla spalla, o una stretta di mano gioiosa. Il problema è che la peculiare “addizione” non sempre si tradurrà in ciò che avevamo sperato. Tempo un’oretta ed ecco che già vediamo crollare l’intero senso ruolistico dietro questa (eccessiva) libertà decisionale, finendo per generare spesso situazioni imbarazzanti che, con un’interfaccia meno criptica, avremmo di certo evitato.

Ci sono momenti, come le sezioni investigative, in cui il tutto funziona in modo più intuitivo ma, per quanto riguarda i dialoghi, è un continuo disastro. Fortunatamente, queste scelte in-game non minano in alcun modo l’iter della storia, tant’è vero che i cambiamenti si riducono spesso a un paio di dialoghi in croce, ma resta comunque un neo che saremo costretti a trascinarci dietro per tutta la durata dell’avventura. E, ve lo assicuriamo, dopo un paio di svarioni inizia a non essere più così divertente. Almeno fin quando non ci si accorge che i problemi principali si annidano nel gameplay vero e proprio.

Il titolo, però, tenta comunque di prendere le distanze dalla massa come meglio può, infilando nell’offerta elementi poco comuni alle visual novel, anche se spesso fin troppo fantasiosi.

4 Involuzione

Per quanto possa sembrare assurdo, Tokyo Twilight presenta addirittura delle sezioni di battaglia. Se credevate che sconfiggere un fantasma si limitasse a lanciarsi in un paio di scelte e a leggere le descrizioni dello scontro negli appositi box, vi sbagliavate di grosso. Ed ecco che ben presto, con nostra grande sorpresa, il titolo tira fuori anche una certa anima da strategico.  

Il potersi interfacciare con i vari nemici in maniera più attiva, in realtà, non può essere in alcun modo considerata un difetto. Il problema principale è che basta avere anche solo un minimo di esperienza nel campo della strategia per comprendere come Tokyo Twilight, in confronto ai concorrenti più famosi, è il male reincarnato. Tralasciando la povertà grafica della scacchiera da battaglia (che va a cozzare fortemente con lo stile più che ispirato delle sezioni narrative), non parliamo di un sistema che si discosta chissà quanto dai vari giochi tattici sul mercato, con personaggi che avanzano di quadrato in quadrato spendendo classici Punti Abilità e così via. Purtroppo, la mancanza di tutorial degni di questo nome e alcune regole di base tutt’altro che equilibrate fanno ben presto crollare l’intero castello di carte, ed ecco che spunta fuori il vero volto del gioco: la strategia è solo una menzogna, qui tutto gira intorno alla semplice e pura fortuna.

Protagonisti e antagonisti si muovono in contemporanea, costringendoci ad anticipare in ogni modo possibile la futura mossa dell’avversario. In poche parole, quando toccherà a noi, non dovremo puntare al nemico, ma nel punto in cui crediamo potrebbe spostarsi di lì a poco. Una scelta a dir poco da denuncia, capace di trasformare ogni round in una sequela di fastidiosissimi attacchi a vuoto, schiavi di un incessante conto alla rovescia che non lascia scampo. Alla fine della fiera, tutto ruota intorno al caso, e per quanto questa versione rimasterizzata abbia aggiunto qualche nuova tipologia di trappola e stretto le viti a qualche meccanica, la situazione non è migliorata di chissà quanto rispetto a qualche anno fa.

la strategia è solo una menzogna, qui tutto gira intorno alla semplice e pura fortuna.

5 In conclusione…

Mai come in questo caso, il detto risulta azzeccato. “Chi troppo vuole, nulla stringe”. Tokyo Twilight, infatti, mette il piede in fallo proprio nel momento in cui esce dai comodi canoni del genere. Se cercare di andare oltre e offrire innovazione significa anche far salire a galla l’inesperienza del team in campi mai vagliati prima, allora non sempre l’ambire a nuove vette si rivela essere una mossa intelligente.

Il gioco, ogni volta che abbandona la narrazione nuda e cruda, ha dei limiti piuttosto palesi. Avremmo anche potuto chiudere un occhio se – per fare un esempio – le fasi combattive fossero state meno invasive, ma non è questo il caso. Avevamo messo le mani sul titolo in questione già sulla passata generazione di console ma, lo ammettiamo, speravamo che la software house avesse approfittato del tempo extra e di una rinnovata esperienza per ritoccare questa rimasterizzazione il tanto necessario da renderla più appetibile. Speranza, a quanto pare, vana.

Non parliamo affatto di un brutto prodotto, sia chiaro. La sua nicchia di appassionati lo troverà comunque godibile e, perché no, a tratti persino appassionante. Purtroppo, un combat-system barbaramente randomico e delle ingenuità sul fattore ruolistico ci costringono a trattenere l’entusiasmo più del dovuto. Se il gameplay fosse stato ragionato con più accuratezza – o fosse stato completamente rimosso, per quanto ci riguarda – forse parleremmo di tutt’altra esperienza.

Tokyo Twilight Ghost Hunters Daybreak Special Gigs — Official Trailer (EU - English)

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
6
tokyo-twilight-ghost-hunters-daybreak-special-gigs-recensione<b>PRO</b><br> Buona resa stilistica <br> Concept di trama a tratti interessante <br> <b>CONTRO</b> I troppi dialoghi possono risultare indigesti per qualcuno <br> Sistema di combattimento completamente da rivedere <br> Errori grossolani nel sistema di interazione con i personaggi <br> Completamente in lingua inglese

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