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Touhou Genso Wanderer – la recensione

1 Orientali’s karma

Quello di Touhou è un franchise parecchio conosciuto nei circoli doujin giapponesi, dove è riuscito nel tempo ad attirare l’attenzione di non pochi giocatori grazie alla sua folta schiera di personaggi tra shooter e RPG, ma rimane piuttosto anonimo negli altri Paesi. Adesso, a più di vent’anni dall’esordio del 1996, un nuovo titolo della serie è pronto ad arrivare su PlayStation 4 e PlayStation Vita in Occidente. Sto parlando di Touhou Genso Wanderer, un roguelike ispirato ai classici Mystery Dungeon che, dopo l’uscita dello scorso anno in terra natia, si prefigge l’obiettivo di avvicinare una più ampia fetta di pubblico grazie alla distribuzione europea e americana. Un gioco di nicchia, che difficilmente riuscirà ad attecchire bene sul mercato nostrano, ma senza troppe pretese e sviluppato con attenzione dai fan per i fan.

2 Sacerdotesse e una storia sottotono

Nei panni della sacerdotessa Reimu, il giocatore si trova a salvare la terra sacra di Gensokyo dopo l’apparizione di un’oscura torre in reazione al tocco di una sfera misteriosa. Attraverso i piani generati casualmente ci si trova ad affrontare molti yokai (spiriti dell’immaginario collettivo giapponese, qui cloni degli esseri umani) che seminano il panico, i quali cercano senza successo di impensierire l’utente con i loro attacchi. La difficoltà è piuttosto bassa ma la struttura a livelli dello sviluppo di personaggi ed equipaggiamenti, così come la varietà di elementi da tenere d’occhio, non appiattisce il gameplay. La protagonista è una faccia nota agli appassionati della serie e nel corso dell’avventura viene affiancata da altri personaggi conosciuti dell’universo Touhou. Di primo acchito, si nota come lo sviluppatore abbia voluto dare priorità alle meccaniche di gioco e alla grafica piuttosto che alla storia, mai coinvolgente al punto giusto (qualora non si mastichi l’inglese ancora peggio, vista la mancata localizzazione in italiano). I personaggi non sono caratterizzati a fondo, hanno personalità appena abbozzate; e i dialoghi – in perfetto stile visual novel – sono talvolta troppo lunghi e non aiutano di certo il gioco a scorrere. A tratti ho dovuto skipparli per evitare di addormentarmi, lo confesso.

Sia i personaggi un po’ deformed che le ambientazioni molto colorate si rifanno agli anime.

Touhou Genso Wanderer è un roguelike nel senso più puro: attraverso innumerevoli piani di dungeon, l’obiettivo è quello di difendersi dai nemici e sterminarli senza scrupoli, raccogliendo i bottini ed evitando le trappole (che possono essere sgomberate dal terreno una volta individuate). Senza morire. Venire sconfitti equivale a perdere tutti i progressi e quindi, sebbene il livello di difficoltà non sia mai alto, è bene riflettere sulle proprie mosse prima di fare qualcosa di cui pentirsi.

3 Arrivano i rinforzi

A rendere un pizzico più movimentate le fasi esplorative è un misuratore di resistenza etichettato come “Pancia” (Tummy) che scende durante il tragitto; così di tanto in tanto è necessario rimpinzare lo stomaco con diversi tipi di dolcetti e cibi nipponici per non morire di fame. Forse l’eccessiva presenza di elementi HUD ostacola un po’ la visuale in alcune fasi e questo potrebbe essere frustrante sulla console portatile, sebbene il prodotto si sposi meglio con Vita che con la piattaforma ammiraglia. C’è un’opzione che permette di ridurre gli elementi sul display, ma la situazione non cambia visto che l’ingombrante mappa resta piazzata al centro dello schermo. E non c’è modo di schiodarla da lì.

Touhou Genso Wanderer è un roguelike ispirato ai classici Mystery Dungeon.

Per affrontare i nemici, è possibile contare su un partner alla volta che viaggi alle spalle di Reimu e combatta utilizzando le proprie abilità. Ogni personaggio ha poteri unici e scegliere accuratamente il proprio compagno in un livello ostico è la chiave per il successo. Tra questi si annoverano Futo Mononobe, in grado di utilizzare devastanti attacchi di fuoco; Satori Komeiji, con il potere di garantire un’invisibilità temporanea; Kokoro Hata, con l’abilità di aumentare il potere di Reimu; Rei’sen, capace di infliggere danni dalla distanza; Kasen Ibaraki che sa padroneggiare potenti abilità Sage e, infine, Utsuko Reiuji, la quale sfodera attacchi esplosivi. Il team di Aqua Style ha anche trovato un modo intelligente per fare riferimento alle radici shooter della serie fornendo, attraverso l’utilizzo di Danmaku, speciali mosse in grado di sbaragliare gli avversari senza doversi asciugare la fronte. In questo modo, difatti, vengono sparati un sacco di proiettili e la soluzione è particolarmente efficace quando si accede a stanze che pullulano di nemici – sempre che si abbia la barra dedicata un po’ carica.

4 Bello a vedersi!

Dal punto di vista del design, Touhou Genso Wanderer strizza l’occhio agli anime giapponesi sia con i personaggi (un po’ deformed) che con le ambientazioni molto colorate, presentando le protagoniste in modalità diverse: in 2D durante le scene di dialogo, con una piacevole visuale dall’alto nelle fasi di gioco e con alcune scene 3D completamente animate (non tradotte però in inglese, peccato!). È ammirevole come un team di sole quattro persone sia riuscito a portare avanti un progetto di tale portata, seppur non privo di limiti e difetti. La grafica è bella e curata, e anche le musiche sono orecchiabili, adatte sia al tipo di gioco che all’atmosfera tipicamente nipponica.

L’atmosfera giapponese si respira in ogni aspetto del gioco.

Giochi simili per il mercato occidentale ci sono, eccome. Basti pensare al già citato Pokémon Mystery Dungeon, che si avvicina molto per meccaniche al titolo di Aqua Style, o al blasonato The Binding of Isaac (sebbene sfoggi un sistema di combattimento in tempo reale, al contrario di Wanderer). Non giochi che hanno totalizzato milioni di vendite, ma comunque prodotti validi in grado di accaparrarsi anche in Europa il proprio spicchio di utenza; lo stesso purtroppo non si può dire di Touhou Genso Wanderer proprio perché si presenta come un gioco “per i fan”, e di appassionati alla serie – dalle nostre parti – ahimè, non ce ne sono (o comunque si contano sulla punta delle dita). Riassumendo, il gameplay è ben pensato e si vede che il team ha curato molto l’aspetto estetico ma, un po’ per il suo appeal puramente nipponico, un po’ perché si tratta di uno spin-off di cui a malapena conosciamo la serie originale, si può guardare tranquillamente altrove.

Touhou Genso Wanderer - Anime Expo Trailer | PS4, PS Vita

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
6.5
touhou-genso-wanderer-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Visivamente bello e curato. <BR> Gameplay più profondo di quanto sembri. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Per pochi. Tutto in inglese. <BR> Storia banale e dialoghi troppo lunghi. <BR>

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