Ubisoft risponde alla campagna Stop Killing Games: “Nulla è eterno, ma stiamo cercando soluzioni”

The Crew

Durante l’annuale assemblea degli azionisti di Ubisoft, tenutasi il 10 luglio 2025, l’amministratore delegato Yves Guillemot ha risposto direttamente a una domanda riguardo la campagna Stop Killing Games, un movimento sempre più rilevante che pone l’attenzione sulla conservazione digitale dei videogiochi e sul diritto alla proprietà degli utenti.

L’intervento è arrivato in seguito alla controversa rimozione del gioco The Crew dagli store digitali e alla conseguente chiusura dei server, che ha reso il titolo completamente inutilizzabile anche per chi lo aveva acquistato regolarmente. Proprio questo episodio è stato citato come uno dei momenti chiave per l’ascesa della campagna.

Ubisoft ammette che il problema esiste

In risposta al quesito posto da uno degli azionisti, Guillemot ha ammesso che la questione sollevata da Stop Killing Games è concreta e riguarda non solo Ubisoft, ma l’intera industria videoludica. “Questo è un problema con cui ci confrontiamo tutti”, ha affermato. “Ma non è un problema esclusivo di Ubisoft. Tutti gli editori devono affrontarlo. Forniamo un servizio, ma nulla è scolpito nella pietra: a un certo punto quel servizio può essere interrotto. Nulla è eterno”.

Il supporto non può durare per sempre, ma i giocatori vengono avvisati

Guillemot ha voluto sottolineare come Ubisoft lavori per garantire il più ampio accesso possibile ai suoi giochi, offrendo assistenza e servizi per mantenere i titoli online disponibili 24 ore su 24. Tuttavia, ha anche dichiarato che non è possibile assicurare un supporto permanente.

“Facciamo del nostro meglio per rendere le cose semplici per i nostri giocatori e acquirenti. I giocatori sono avvisati in anticipo che il gioco potrebbe non essere più disponibile in futuro”, ha spiegato. Un’affermazione che conferma come l’azienda cerchi di rendere trasparente il ciclo di vita di un gioco digitale.

Il CEO ha concluso il suo intervento definendo la questione “complessa e di ampia portata”, ribadendo che Ubisoft è attivamente al lavoro per trovare soluzioni a lungo termine.

Stop Killing Games supera 1,3 milioni di firme

La risposta di Guillemot arriva mentre la petizione Stop Killing Games sta per raggiungere un traguardo storico: oltre 1,3 milioni di firme raccolte, con l’obiettivo finale fissato a 1,4 milioni. Il 12 luglio anche Nicolae Ștefănuță, noto politico europeo, ha espresso pubblicamente il suo sostegno alla causa. Con lui, anche Markus ‘Notch’ Persson, autore di Minecraft.

La campagna, è importante precisarlo, non chiede che gli sviluppatori offrano supporto eterno, ma piuttosto che, in caso di spegnimento dei server, i giochi online-only ricevano patch o aggiornamenti che li rendano giocabili offline, garantendo così la preservazione dell’opera e il rispetto dei diritti di chi ha acquistato legalmente. Qualcosa di simile a quanto accaduto con Gran Turismo Sport e che, in teoria, succederà anche con The Crew 2 e The Crew Motorfest.

Ubisoft e i giochi che non esistono più

The Crew non è l’unico titolo Ubisoft a essere diventato inaccessibile. Anche altri giochi interamente dipendenti dalla connessione online, come XDefiant e HyperScape, sono stati completamente dismessi rispettivamente nel 2025 e nel 2022, lasciando gli utenti senza alcuna possibilità di accesso ai contenuti acquistati.

Queste situazioni alimentano un dibattito sempre più acceso sul futuro della conservazione dei videogiochi e sulla responsabilità degli editori nel tutelare i consumatori. La dichiarazione di Guillemot rappresenta un primo passo verso un confronto aperto, ma per molti appassionati serve una vera svolta concreta sul fronte dei diritti digitali.

Fonte: Dexerto

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