Unity: cambiano i termini, si paga in base al numero di installazioni. Developer in rivolta

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L’azienda Unity Technologies, nota per la distribuzione del motore grafico Unity dedicato allo sviluppo di videogiochi e animazione 3D, ha inserito una tassa che si baserà sul quantitativo di giochi installati una volta superate le 200.000 unità e indipendentemente dal prezzo del gioco, mentre gli abbonati a Unity Pro e Enterprise vedono questa soglia salire a un milionei di copie. Inoltre, Unity Plus è stato rimosso e sostituito da Pro, che però costa 1.600 dollari annui in più.

Inutile dire che è stato un cambio di politiche che non ha riscontrato la più gradita delle accoglienze sia da parte degli sviluppatori che della community di videogiocatori più informati. Questa nuova tassa può infatti diventare uno scoglio difficile da oltrepassare per tutti quegli sviluppatori indipendenti privi di un grosso budget e che magari speravano di farsi un nome con titoli free to play o comunque poco costosi.

Eurogamer ha intervistato Dan Marshall, di Sive Five Games e noto per lo sviluppo di Lair of the Clockwork God e The Swindle. “È assolutamente una catastrofe, e passerò ad Unreal il prima possibile. La maggiorparte degli indie non hanno le risorse per gestire questo tipo di logistiche. I publisher saranno meno proni ad accollarsi giochi Unity, perché ora avranno un costo maggiore. Come questo possa essere tracciato è molto vago. Sembra aperto a fenomeni di review-bombing, ma in una maniera che può danneggiare gli sviluppatori. Ho un paio di progetti su Unity in corso, e sono così avanzati nello sviluppo che un cambio di motore è infattibile ormai, e provo un nodo allo stomaco al solo pensiero di questa cosa. È una politica orrenda, probabilmente pensata da uomini avari. Sono leggittimamente arrabbiato”.

Unity ha provato a fare chiarezza, spiegando che “l’aumento di prezzo influenzerà solo una piccola parte degli utenti di Unity. Al giorno d’oggi, la maggiorparte degli utenti non paga nulla e non sarà colpito da questo cambiamento. Quelli che saranno colpiti saranno generalmente quegli sviluppatori che hanno giochi di successo e che stanno generando ricavi ben oltre le cifre che abbiamo menzionato nel nostro blog. Questo significa che gli sviluppatori che stanno dando vita al proprio business e che stanno cercando di aumentare il proprio pubblico non pagheranno una tassa”.

Purtroppo, questo non sembra aver calmato le acque, come dimostra la decisione degli sviluppatori di Cult of the Lamb.

Fonte: Eurogamer