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Valkyria Revolution – Recensione

1 La cavalcata delle Valchirie

Forse non tutti ricordano Valkyria Chronicles, titolo uscito verso gli inizi dell’epoca PlayStation 3, che ottenne un discreto successo nonostante fosse destinato, per tematiche e stile, a una nicchia di amanti dei JRPG. Il suo gameplay, strutturato come uno strategico a turni in tempo reale, in cui poter controllare manualmente le azioni dei propri soldati, e il suo stile anime con un cel-shading davvero ben fatto riuscirono a farlo entrare, nei cuori di molti, tanto che ne è stata realizzata anche una versione remastered per PS4 uscita di recente.

Valkyria Revolution è da considerarsi uno spin off della serie, ambientato in una realtà alternativa rispetto ai precedenti episodi.

Valkyria Chronicles ricevette anche due ulteriori seguiti, pubblicati però su PSP, di cui il terzo capitolo mai arrivato in Europa. A distanza di diversi anni dall’ultimo capitolo, Sega ci riprova, modificando in parte la formula, con il nuovo Valkyria Revolution, titolo che innesta una spiccata componente action nel tradizionale sistema strategico della serie Valkyria.

2 Storie di Guerra


Valkyria Revolution è da considerarsi uno spin off della serie, ambientato in una realtà alternativa rispetto ai precedenti episodi. La storia si apre con una insegnante che racconta al suo allievo le vicende dei cinque traditori, cospiratori che al solo scopo di vendicarsi portarono la loro intera nazione, lo Jutland, in guerra contro il potente impero Ruzi. Il contesto in cui il titolo è ambientato è un’Europa immaginaria, ma con molte similitudini con la vera storia del vecchio continente del XIX secolo. Ben presto il racconto diventa un grosso flashback, nell’ambito del quale verrà raccontata tutta la vicenda. Protagonista, e nostro alter ego, sarà Amleth Grønkjær, leader dei cinque traditori e capo dell’unità anti-Valkyria Vanargand, truppa creata al solo scopo di contrastare l’enorme potenza dell’invincibile guerriera alle dipendenze dell’impero Ruzi(e figura cardine di questa serie di JRPG).

Valkyria Revolution porta grandi sconvolgimenti al gameplay tattico per cui è famosa la serie, adottando uno stile molto più action per risolvere i combattimenti.

La storia è intrigante sin dai primi minuti e viene narrata in modo maturo attraverso filmati realizzati con il motore grafico del gioco, mostrandoci la dura faccia della guerra in tutta la sua violenza. Spesso ci ritroveremo davanti a sequenze molto lunghe, che spezzeranno un po’ l’azione di gioco, scelta che non piacerà a molti giocatori. I personaggi sono ben caratterizzati, seppur alcuni rappresentino un po’ stereotipi visti e rivisti in molti anime. Nota di merito per i cinque protagonisti, le cui vicende personali sono trattate in modo più profondo. Fra complotti e colpi di scena, la trama dunque riesce a coinvolgere i giocatori, che saranno invogliati a conoscere la storia nella sua interezza.

3 Più azione meno strategia


Valkyria Revolution porta grandi sconvolgimenti al gameplay tattico per cui è famosa la serie, adottando uno stile molto più action per risolvere i combattimenti. Il risultato è un mix piuttosto strano, basato sulle ceneri del sistema strategico dei capitoli precedenti, dove in realtà le scelte strategiche sono ridotte all’osso anche per via di un’eccessiva semplicità degli scontri che saremo tenuti ad affrontare. Il sistema di Valkyria Revolution ci vede utilizzare un team composto da quattro soldati, ognuno con armi e abilità personalizzabili, con un tasto adibito all’attacco, uno per la schivata e un altro per attacchi speciali come l’utilizzo di armi a distanza e, novità per la serie, attacchi magici basati sugli elementi. Potremo anche ordinare ai nostri alleati di svolgere determinate azioni o anche controllarli di persona, dato che basterà premere la croce direzionale per cambiare personaggio. Attaccare consumerà una speciale barra che, una volta svuotata, non ci permetterà di agire fino alla sua ricarica, solitamente dopo una manciata di secondi.

Tecnicamente Valkyria Revolution paga il pegno dello sviluppo parallelo anche su PS Vita.

Esiste anche la possibilità di utilizzare una pausa tattica, con cui valutare più attentamente le azioni, ma in fin dei conti la difficoltà tarata verso il basso renderà queste azioni superflue nella maggioranza dei casi, quando sarà molto più semplice caricare a testa bassa il nemico. Soltanto nelle Boss Battle sarà necessario utilizzare un po’ più di strategia per evitare la sconfitta. Altro aspetto di cui tenere conto è la possibilità della morte permanente dei propri soldati, che perderemo per sempre qualora non riuscissimo a rianimarli entro la fine della missione, ma anche questo è un rischio molto raro nel complesso. Le missioni di Valkyria Revolution dunque saranno principalmente un susseguirsi di scontri contro i soldati nemici, peraltro tutti molto simili fra loro, finalizzate a conquistare dei punti o abbattere degli obiettivi, il che, alla lunga, le renderà piuttosto ripetitive. Si salvano principalmente le Boss Battle, che spesso ci metteranno di fronte a titani di metallo in combattimenti intensi, in cui potremo finalmente fare sfoggio di tutte le nostre abilità per vincere.

4 Grafica dal passato


Oltre alla campagna principale, Valkyria Revolution non ha molto altro da offrire. Le missioni secondarie sono tutte piuttosto banali e superflue, dato che il loro scopo sarà semplicemente quello di grindare per potenziare i propri personaggi. A causa della bassa difficoltà degli scontri, non saranno poi così necessarie, inoltre la loro ripetitività non invoglierà di certo i giocatori a completarle tutte, una volta capito l’andazzo. Tecnicamente Valkyria Revolution paga il pegno dello sviluppo parallelo anche su PS Vita. Il titolo sfrutta il motore chiamato Gouache Drawing Engine, evoluzione del CANVAS di Sega con cui il primo capitolo fu realizzato ormai nove anni fa. Se però il primo Valkyria Chronicles fu un gioiello di tecnica e cel-shading all’epoca PS3, qui invece ci ritroviamo a un livello di dettaglio grafico molto simile al capostipite, cosa che su PS4 non è certo accettabile. Il character design e la direzione artistica restano di ottimo livello, ma purtroppo non si è riuscito a trasporre il tutto nella parte tecnica, con animazioni che risultano un po’ ingessate, texture in bassa risoluzione e modelli poligonali decenti soltanto per i protagonisti, senza contare i lunghi caricamenti davvero tediosi. Si nota anche un riciclo di asset per quanto riguarda le mappe e poca varietà nei modelli dei nemici. In tutto questo il framerate si salva, rendendo l’azione piuttosto fluida. Nota positiva per quanto riguarda la colonna sonora del gioco, curata da Yasunori Mitsuda, che riesce a collezionare diversi pezzi particolarmente riusciti.

Valkyria Revolution si discosta dai suoi predecessori puntando verso uno stile action tentando però di mantenere lo scheletro dell’approccio strategico dei primi capitoli. Il risultato dimostra tuttavia come gli sviluppatori siano stati un po’ confusi sulla direzione da prendere, rendendo questo spin off un esperimento non particolarmente riuscito, nonostante la trama si mantenga su un buon livello narrativo. La cosa che più farà storcere il naso ai fan di lunga data sarà l’approccio strategico, fulcro della serie e qui quasi completamente mancante.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.5
valkyria-revolution-recensione<b>PRO</b><br> Trama interessante<br> Ottima colonna sonora <br> <b>CONTRO</b><br> Il comparto grafico è quasi di vecchia generazione<br> Componente strategica quasi inesistente<br> Livello di difficoltà piuttosto basso <br>

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