Troppo film, poco videogioco
Un po’ come Gone Home, dunque, il gioco “è tutta atmosfera e narrativa” e non offre neppure un sistema di scelte simile a quello dei titoli Telltale, in grado di mutare lo svolgersi degli eventi. Un’esperienza se non altro innovativa, come il team che l’ha creata: Variable State è uno studio nuovo di zecca costituito da veterani del settore, tra cui Burroughs e Terry Kenny che negli anni passati hanno rispettivamente lavorato per EA e Rockstar. Parte dei motivi per cui decisero di dare vita a un proprio studio risiedeva nel desiderio di realizzare titoli più personali, qualcosa di impossibile quando si lavora con un team composto da decine o addirittura centinaia di persone.
La grafica abbraccia un tono cartoon e pittoresco.
L’impressione è tuttavia quella di trovarsi di fronte a un prodotto che in pochi sapranno apprezzare, proprio perché “di gioco” c’è ben poco: oltretutto gli archivi, i fascicoli e quant’altro possa risultare utile a comprendere quel che sta succedendo nella storia non sono stati tradotti in italiano, sebbene la lingua sia disponibile (per il menu e per ben poche altre voci, visto che non c’è alcun dialogo). E la brevità dell’intera esperienza – provata a giustificare da un prezzo ridotto a 9,99 € -, che può essere portata a termine in poco più di due ore e mezza, non è che un altro macigno che pesa troppo per quella che avrebbe potuto essere una piccola gemma di questo inizio d’autunno.