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Virginia – la recensione

1 Serie TV ispiratrici

Nel mercato dei videogiochi non è raro vedere sviluppatori e publisher investire su prodotti fortemente ispirati a film, anime e fumetti. Ma con le serie TV che nel corso degli anni si stanno intrufolando con prepotenza nei gusti e nelle (buone) abitudini di un pubblico sempre più attratto dalla struttura episodica, non era difficile predire che alcuni studi avrebbero cominciato a prendere a modello gli show televisivi americani per i loro titoli. E così abbiamo avuto The Walking Dead e Game of Thrones di Telltale Games, per esempio, o il gioco di cui vi andrò a parlare in queste pagine. Si chiama Virginia e, a detta degli sviluppatori di Variable State, è ispirato alle atmosfere di Twin Peaks (celebre serie trasmessa agli inizi degli anni ’90) e True Detective. Essendo un grande appassionato di telefilm, ero molto curioso di provare questo thriller in prima persona dalle tinte noir.

2 Una storia muta

Mettendoci nei panni di un’agente dell’FBI, Anne Tarver, Virginia ci immerge in un mondo variopinto e caratterizzato da uno stile visivo particolare, prima cosa che salta all’occhio. Per certi versi ricorda un po’ The Witness, con quella grafica che si allontana dal realismo per dare un tono più pittoresco e cartoon all’opera. Il gioco comincia con la cerimonia in cui viene donato il distintivo del Bureau alla protagonista e già dalle prime battute ci si accorge di come gli sviluppatori abbiano voluto ricorrere a tipiche tecniche di montaggio (jump cuts, match cuts e dissolvenze) dei film e delle serie TV per raccontare la storia. La trama ruota intorno alla scomparsa del piccolo Lucas Fairfax, caso assegnato ad Anne e alla sua partner Maria Halperin: le due devono così recarsi nella cittadina rurale di Kingdom, dove iniziano a indagare e a raccogliere prove che possano portare a una qualche conclusione.

La trama di Virginia evoca continuamente l’ambigua narrazione di David Lynch.

Il gioco pubblicato da 505 Games narra una storia senza dialoghi; non viene mai spiccicata una singola parola dai personaggi e tutta l’avventura è raccontata attraverso le immagini, scelta che complica di gran lunga la comprensione di alcuni avvenimenti. È proprio qui che risiede il fulcro di questo thriller, la capacità di confondere le idee al giocatore, di dargli l’impressione di aver capito cosa sta succedendo per poi smontare le sue convinzioni con le sequenze di gioco successive. La scomparsa di Lucas infatti è soltanto l’evento che dà inizio a una serie di intrecci seguenti, nei quali si troverà coinvolta Anne; Virginia è una storia di tradimenti, inganni e perdite di persone care, che punta a coinvolgere il pubblico emotivamente.

3 Viaggio onirico

Difficile definirla un’avventura grafica, tuttavia, dal momento che la libertà data al giocatore è davvero minima e non ci sono enigmi da risolvere né puzzle ambientali. Tutto ciò che si deve fare è muovere il puntatore e interagire con i vari oggetti presenti nelle location per passare alla sequenza di gioco successiva, quindi si potrebbe pensare al titolo di Variable State come a un’avventura guidata, più che altro. Le ambientazioni sono ricche ben curate, sia gli interni che gli estremi, ma con quel puntatore che cambia (diventando una specie di rombo) ogni volta che è avvicinato a un oggetto utile per le indagini la difficoltà è ridotta ai minimi termini. Forse avrei preferito un prodotto “più gioco”, perché Virginia è più avvicinabile a un film interattivo o qualcosa di simile che a un videogame.

La storia è raccontata senza dialoghi e le musiche guidano il giocatore.

Ruolo importantissimo viene svolto dal sonoro, che guida letteralmente il pubblico attraverso il susseguirsi delle scene, spesso interrotte bruscamente mediante le tecniche citate in precedenza. Le musiche sono bellissime e nella maggior parte dei casi permettono di comprendere se quello che Anne sta vivendo è un sogno o la realtà: questo susseguirsi forsennato di eventi, di situazioni e di nodi che via via vengono al pettine alternano mondo ordinario e onirico, talvolta molto difficili da distinguere. Virginia è quindi (anche) un’esperienza extracorporea, che fa del simbolismo e del paranormale due aspetti chiave dell’opera; spostarsi in auto, insieme alla propria partner, lungo strade deserte e alberate ricorda molto la prima stagione di True Detective, mentre la trama evoca continuamente l’ambigua narrazione di David Lynch.

4 Troppo film, poco videogioco

Un po’ come Gone Home, dunque, il gioco “è tutta atmosfera e narrativa” e non offre neppure un sistema di scelte simile a quello dei titoli Telltale, in grado di mutare lo svolgersi degli eventi. Un’esperienza se non altro innovativa, come il team che l’ha creata: Variable State è uno studio nuovo di zecca costituito da veterani del settore, tra cui Burroughs e Terry Kenny che negli anni passati hanno rispettivamente lavorato per EA e Rockstar. Parte dei motivi per cui decisero di dare vita a un proprio studio risiedeva nel desiderio di realizzare titoli più personali, qualcosa di impossibile quando si lavora con un team composto da decine o addirittura centinaia di persone.

La grafica abbraccia un tono cartoon e pittoresco.

L’impressione è tuttavia quella di trovarsi di fronte a un prodotto che in pochi sapranno apprezzare, proprio perché “di gioco” c’è ben poco: oltretutto gli archivi, i fascicoli e quant’altro possa risultare utile a comprendere quel che sta succedendo nella storia non sono stati tradotti in italiano, sebbene la lingua sia disponibile (per il menu e per ben poche altre voci, visto che non c’è alcun dialogo). E la brevità dell’intera esperienza – provata a giustificare da un prezzo ridotto a 9,99 € -, che può essere portata a termine in poco più di due ore e mezza, non è che un altro macigno che pesa troppo per quella che avrebbe potuto essere una piccola gemma di questo inizio d’autunno.

Virginia | Trailer | Variable State [1080p HD]

 

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7
virginia-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Intrigante. <BR> Bello stilisticamente. <BR> Musiche e atmosfere evocative. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Vederlo o giocarlo è la stessa cosa. <BR> Brevissimo. <BR>

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