In tutta la sua magnificenza, la Londra di Watch Dogs: Legion si staglia davanti ai nostri occhi con una bellezza sfolgorante.
Sembra essere la stessa città che conosciamo da sempre, un po’ più futuristica, ma con un aplomb decisamente british. Macchine elettriche sfrecciano silenziose a fianco di Westminster, e nugoli di persone si riversano su Trafalgar Square sotto l’immancabile pioggerellina inglese.
Qualcosa però non quadra: sopra le nostre teste volteggiano minacciosi droni di sicurezza, checkpoint controllano minuziosamente le identità di chiunque li attraversi, e soldati armati fino ai denti presidiano ogni angolo. Nulla può sfuggire a questo Grande Fratello tecnologico, e nemmeno a Nigel Cass, fondatore e capo indiscusso dell’Albion, famigerata compagnia di milizia privata.
Cosa è successo? La risposta è Zero Day: un gargantuesco attentato che ha devastato la capitale, facendola sprofondare in una vera e propria dittatura in nome della sicurezza nazionale. La responsabilità di questa tragedia viene addossata a DedSec, la famosa organizzazione di hacktivisti protagonista indiscussa della serie Watch Dogs. Questa volta però rischia grosso: completamente smembrata, gran parte dei suoi affiliati sono stati o uccisi o arrestati.
A noi toccherà farla risorgere dalle ceneri, ristabilire la verità dei fatti e, citando David Lloyd George: “rendere Londra la città adatta agli eroi che la popolano”.
Una delle caratteristiche di Watch Dogs: Legion più note al grande pubblico è la mancanza del classico protagonista principale, controlleremo infatti un gruppo indistinto di rivoluzionari.
Dopo aver giocato il titolo nella sua completezza possiamo confermare come questa soluzione narrativa sia ben concepita ed implementata, e come la sceneggiatura non ne venga inficiata negativamente. Anzi, troviamo che questa scelta sia assolutamente realistica: ad esempio la Resistenza italiana o francese erano composte da moltissimi attivisti, spesso ribattezzati con nomi di battaglia atti a garantirne l’anonimato e l’incolumità. Caratteristica che, per quanto giustificabile in termini di trama, ci è dispiaciuto non poter disporre per i nostri combattenti durante il gioco.
Narrativamente, Watch Dogs: Legion affronta tematiche adulte che abbracciano moltissimi aspetti, dalla privazione della libertà personale fino alle connivenze con la malavita locale, senza dimenticare le conseguenze estreme del vivere una realtà ad altissimo contenuto tecnologico.
Sebbene il titolo presenti una distopia assolutamente realistica ed offra interessanti spunti di riflessione socio-culturali, la trattazione in game risulta non particolarmente approfondita, nonostante siano presenti grandi quantità di audio e documenti tesi ad arricchire il racconto.
Durante le varie missioni, il grande complotto che tiene in scacco la città si rivela essere una gigantesca ragnatela reazionaria in cui confluiscono varie personalità in preda a manie di grandezza psicotiche, che si spartiscono una Londra dilaniata da paura e crisi economica.
Il gioco ci darà la possibilità di conoscerle una ad una grazie a cutscene dotate di una indiscutibile teatralità, ma che riescono a rappresentarle senza farle scadere ad un ruolo macchiettistico.
Il gameplay di base di Watch Dogs: Legion è sostanzialmente lo stesso dei precedenti capitoli, ma nel complesso Ubisoft Toronto lo ha gestito con molta più cura, e restituisce pad alla mano una sensazione di spassoso godimento.
L’uso dei gadget è stato migliorato da un punto di vista ludico, regalando ad ognuno di essi una varietà che non era presente nei precedenti capitoli. Ad esempio droni e spiderbot hanno sezioni di gioco platform dedicate esclusivamente al loro utilizzo, ed il nostro arsenale può impreziosirsi con assurde pistole spara-api ed improbabili pendoli ipnotizzanti.
Ma il vero piatto forte di Watch Dogs: Legion è chiaramente il sistema di reclutamento, vero e proprio cuore pulsante di tutta la struttura di gioco. Confermiamo la possibilità di reclutare chiunque si pari davanti a noi: ogni npc ha un proprio nome, biografia e caratteristiche uniche, ed alcuni di essi hanno davvero dell’incredibile, come la proprietaria di pompe funebri con la caratteristica dell’uccisione istantanea.
Ogni candidato presenta una missione dedicata che dovremo svolgere qualora lo volessimo in squadra. Insomma, siamo invitati a crearci il nostro personale Dream Team. Ma attenzione, perché la struttura di gioco, per quanto si presenti come un assoluto luna park, richiede una efficiente sinergia di strategia, tattica e logica. Ad esempio un personaggio che possiede una connessione 6G potrà scaricare i dati più velocemente, o un addetto alle riparazioni potrà facilmente infiltrarsi in un palazzo sorvegliato dalle milizie.
Ovviamente il sistema non ci lascia completamente allo sbaraglio. Lo studio canadese ha infatti costruito una caratterizzazione realistica per ogni quartiere di Londra: se avremo necessità di un esperto in finanza, basterà recarci nel quartiere della City, se avremo bisogno di una spia, nei pressi della sede del MI6 ne troveremo a bizzeffe.
Girando per ogni zona noteremo che gli NPC ed i negozi rispecchiano la natura del luogo, quindi se passeggeremo in Hyde Park noteremo moltissimi atleti, e se vorremo acquistare abbigliamento alternativo la nostra meta sarà sicuramente Camden o Brixton. Se questo non basta, per ogni Distretto sono presenti delle specifiche operazioni di liberazione, come salvare un manifestante o hackerare la propaganda. Una volta completate, il gioco ci assegnerà un personaggio particolarmente skillato che arricchirà ulteriormente il nostro party di rivoluzionari, e altri interessanti vantaggi.
In aggiunta a questa mole di contenuti, il nostro personale assistente Bagley ci segnalerà la presenza di potenziali candidati in giro per la mappa, come avvocati che ci faranno scarcerare in un battibaleno.
Anche la gestione dei gadget e della tecnologia è essenziale che venga fatta con una discreta diligenza: trovarci accerchiati da una pletora di droni antiterrorismo senza poterli hackerare non è la migliore delle situazioni in cui potremo finire, e avere dei fist per fare a pugni renderà le scazzottate letteralmente elettrizzanti.
In buona sostanza, l’impianto generale di Watch Dogs: Legion spinge alla creatività del giocatore negli approcci, e neutralizza con estrema intelligenza la ripetitività che aveva caratterizzato i precedenti capitoli della saga, sebbene questo si rifletta in un’intelligenza artificiale dei nemici non sempre brillante.
Ovviamente, parlando di un open world Ubisoft, non possiamo esimerci dal menzionare le varie attività secondarie presenti, come i combattimenti alla Fight Club, giocare a freccette, fare consegne presso i parcel box ed infine ubriacarsi allegramente nei vari pub di Londra.
Ubisoft Toronto ha anche tenuto conto delle esigenze di accessibilità per tutti i giocatori, ad esempio attraverso le modalità per daltonici o sordomuti, e non possiamo che apprezzare lo sforzo compiuto in tal senso.
Graficamente Watch Dogs: Legion paga lo scotto della sua natura cross-gen: se da un lato abbiamo una Londra assolutamente meravigliosa e perfettamente replicata, dall’altro abbiamo cutscene ed animazioni facciali che tradiscono la necessità di qualche revisione al motore grafico, ma complessivamente il titolo resta gradevole alla vista.
Ovviamente sottotitoli e doppiaggio in italiano sono presenti, ma consigliamo vivamente di giocare in lingua originale: bere birra in un pub dell’East End ascoltando l’accento cockney, dona sensazioni uniche in termini di esperienza ludica.
La difficoltà, pur non avendo particolari picchi, è condizionata dall’abilità nel comporre il party: l’avere in squadra uno specialista delle fughe in auto, ad esempio, può facilitare la vita più di quanto crediate. Per la longevità del titolo infine non ci sentiamo di darvi un riferimento preciso, per non togliervi il gusto dell’esplorazione della mappa.
Durante la nostra run non abbiamo incontrato bug o glitch importanti, ma solo qualche trascurabile incertezza tecnica che verrà facilmente risolta con la prevista patch del day one.
Per Watch Dogs: Legion sono previsti una serie di contenuti post lancio piuttosto corposi, primo dei quali sarà la pubblicazione della modalità online co-op, il 3 dicembre. Altri update gratuiti come il New Game Plus o personaggi con nuove abilità verranno annunciati il prossimo anno. Ovviamente ci sarà il tradizionale Season Pass, che includerà nuove storyline cross-over come il già pubblicizzato capitolo con Aiden Pearce (protagonista del primo Watch Dogs).
In conclusione riteniamo che Watch Dogs: Legion sia il migliore dei capitoli della serie, e che Ubisoft Toronto abbia trovato la giusta quadratura del cerchio con questa formula ludica assolutamente innovativa e divertente. Troviamo però che la sceneggiatura e la narrazione non siano totalmente all’altezza del gameplay: un maggior approfondimento o riflessione sui temi esposti durante le ore di gioco avrebbe sicuramente giovato, e dato maggior concretezza ad un mondo che trasuda cura e dedizione da parte degli sviluppatori.
Ciononostante, Watch Dogs: Legion resta un titolo dalle grandi potenzialità intrattenenti, e che consigliamo a tutti i giocatori.