Quando 2K Games annunciò di voler riportare in vita la serie XCOM, dopo circa 10 anni di assenza dalle scene, gli appassionati del genere si divisero tra chi desiderava che l’opera di Julian Gollop rimanesse inalterata e chi invece guardava con fiducia ad un nuovo esperimento in chiave moderna, forte di una nuova generazione di console e PC che avrebbero sicuramente giovato alla causa dello strategico a turni un tempo targato Microprose. Quando poi Firaxis Games fece finalmente debuttare XCOM: Enemy Unknown il mondo poté accogliere qualcosa che andava ben oltre le aspettative più rosee e che incarnava l’essenza originale della serie, in grado di regalare un’esperienza forse persino superiore a quella dei titoli di Gollop, grazie soprattutto ai progressi tecnici dell’ultimo ventennio.
Insieme all’espansione “Enemy Within”, Firaxis ha conquistato tutti e regalato ore e ore di intrattenimento, gettando delle forti speranze sul proseguo di questa nuova serie che dovrebbe contare tre capitoli. Finalmente è giunta l’ora del secondo episodio, la cui trama prende una strada narrativa assai differente dalla saga classica…
Alla prima partita in molti rischiano di trovarsi sopraffatti dai progressi nemici prima ancora di capire le dinamiche di gioco
XCOM 2 è ambientato vent’anni dopo l’invasione aliena del primo XCOM, ma in futuro nel quale la razza umana è stata sconfitta. Gli alieni, guidati dagli Anziani, hanno preso il controllo del pianeta e istituito la ADVENT, un’istituzione che si pone l’obiettivo di proteggere e aiutare gli umani a vivere una vita migliore.
Gli slogan pacifici degli extraterrestri nascondono ovviamente le loro oscure e crudeli intenzioni e per questo la resistenza ha ridato vita al progetto XCOM: tornati al comando dell’ultima difesa terrestre, l’obiettivo è quello di ristabilire il contatto con le cellule di resistenza sparse in tutto il mondo nel tentativo di intercettare, rallentare e rovesciare definitivamente i piani della razza aliena.
Ingegneri e scienziati sono adesso risorse incredibilmente preziose e sbagliare progetto di ricerca o struttura da costruire può condannare a un’inesorabile sconfitta.
Alla prima partita in molti rischiano di trovarsi sopraffatti dai progressi nemici prima ancora di capire le dinamiche di gioco, che per inciso sono ancora più impegnative e basate su risorse che non bastano mai. Dovendo riconquistare il globo, la modalità scansione abbraccia una visuale simil Risiko con le cellule di resistenza divise in zone che dividono ciascun continente in due o più parti.
All’inizio si possono raggiungere pochi territori e bisogna sudare per avere una visione ampia sul pianeta, mentre gli alieni vanno spediti e non aspettano di certo che l’XCOM prenda ritmo. Le prime fasi di gioco risultano quasi ansiose, ci si sente in affanno e sempre all’inseguimento, quasi spacciati, e questa è forse la sensazione più bella e unica che XCOM 2 possa regalare. Vedere la propria squadra iniziare a riguadagnare terreno sugli alieni è inebriante: il dolcissimo sapore della vendetta è protagonista di tutte le missioni concluse con successo come mai lo era stato prima; a patto che si vinca.
Come già detto, infatti, un piccolo errore basta a mandare a monte ore e ore di fatica e spesso non si tratta solo di strategia sul campo: ingegneri e scienziati sono adesso risorse incredibilmente preziose e sbagliare progetto di ricerca o struttura da costruire può condannare a un’inesorabile sconfitta. L’Avenger, ovvero l’astronave che ospita la base XCOM in questo capitolo, riprende lo stile del vecchio QG in tutto e per tutto: il reparto sperimentale sostituisce la fonderia e la scuola di addestramento aggiunge un po’ di scena al vecchio menù soldati; il resto rimane positivamente invariato in termini di armeria, strutture da costruire e funzionamento dei laboratori.
XCOM 2 usa perfettamente slow motion, riflessi, luci, animazioni e cambi di inquadratura diventando epico, accattivante, trascinando il giocatore nel fervore della battaglia o preoccupandolo riguardo le terrificanti scoperte sugli alieni
Ad aiutare ci sono per fortuna le nuove classi, soprattutto Specialista e Ranger, le più personalizzabili in termini di abilità. La prima può diventare un perfetto medico da campo o un letale incursore con capacità di hacking, mentre la seconda fra le altre cose introduce gli attacchi in mischia, grazie alla sua spada e alla notevole mobilità che la contraddistingue.
Con la generazione procedurale delle mappa e il roster di nemici più ampio della serie, le abilità assumono un ruolo essenziale e spesso usarle bene può cambiare drasticamente le sorti di una battaglia. Essenziale ad esempio la funzione di hacking che permette di disabilitare o guadagnare il controllo dei nemici robotici, o le capacità degli operatori psionici che possono disorientare i nemici o potenziare gli alleati. Anche il reparto sperimentale e i suoi risultati random possono garantire oggetti dagli effetti banali o determinanti a seconda dei casi. Da non sottovalutare inoltre il fattore tempo: XCOM 2 conta un maggior numero di missioni con obiettivi a turni e questo si aggiunge alla difficoltà di dover fronteggiare la resistenza aliena ben organizzata e stabilita in ogni missione. Le forze aliene sono costantemente in vantaggio, sia numerico che di tempo, costringendoci ad azzardare molte mosse e a dover portare avanti una strategia impeccabile o parecchio fortunosa.
Allo stesso modo però l’XCOM può contare sul fattore sorpresa e sulla modalità “Offuscamento”, ovvero l’inconsapevolezza del nemico riguardo la nostra presenza che ci permette di preparare una perfetta imboscata in modalità Guardia prima di sferrare il primo attacco su un gruppo nemico indifeso.
Il risultato è spettacolare sia in termini di gameplay che graficamente: in questa situazione come nel resto del gioco, XCOM 2 usa perfettamente slow motion, riflessi, luci, animazioni e cambi di inquadratura diventando epico, accattivante, trascinando il giocatore nel fervore della battaglia o preoccupandolo riguardo le ultime terrificanti scoperte dei propri scienziati. A fare il resto ci pensa un comparto sonoro impeccabile: il doppiaggio dei nemici, il fragore delle esplosioni, la colonna sonora e tutti gli altri effetti creano un’atmosfera davvero unica. Da sottolineare anche l’editor dei personaggi, migliorato anche se ancora povero di contenuti, proprio in un titolo dove l’attaccamento ai propri soldati può dare soddisfazioni in più se questi sono ispirati ai propri amici, come abbiamo fatto con il nostro Roberto Buffa.
Con “Enemy Unknown” Firaxis ha conquistato tutti e regalato ore e ore di intrattenimento, gettando delle forti speranze su XCOM 2
Unica nota negativa è la scarsa ottimizzazione di cui gode in alcuni computer, pesando moltissimo sulla CPU e costringendo i giocatori ad accontentarsi di opzioni grafiche minime e cali di framerate fastidiosi. Considerando come la community abbia sollevato questa problematica con fervore, Firaxis farebbe meglio a risolvere in fretta per limitare i danni di quello che si è rivelato essere un lancio piuttosto problematico.A parte questo, XCOM 2 è enorme, ricco di contenuti, impegnativo, soddisfacente, angosciante, frustrante e appagante; è bellissimo graficamente e registicamente, coinvolgente e longevo come pochi, rigiocabile per i temerari e sorprendente per i novizi. È un titolo che tutti gli amanti del genere dovrebbero giocare e che farà avvicinare nuovi videogiocatori ai giochi strategici. Sapevamo che Firaxis meritava tutta la fiducia dopo il successo del primo capitolo, ma questo XCOM 2 supera persino le aspettative e l’idea delle mod autorizzate promette di renderlo potenzialmente infinito. Vigilo Confido.