Nuovo e vecchio
Ci teniamo a sottolineare come questo sia anche il primo Yakuza ad arrivare su PlayStation 4. Come avrà sfruttato la software house i nuovi cavalli sotto il cofano, quindi? I curiosi, a tal proposito, non potranno far altro che passare prima di qua. A differenza di Yakuza 6, in arrivo in Italia chissà quando, Yakuza 0 resta però un progetto cross-platform, non pensato per sfruttare appieno l’intera potenza della nuova console Sony. Eppure, nonostante tutto, i passi in avanti sono enormi. La pulizia a schermo è soddisfacente, a patto che si accetti un pop-up a volte piuttosto marcato e delle animazioni altalenanti; l’aliasing ridotto all’osso e i vivissimi colori, però, permettono di tuffarci senza indugio in questa fedelissima copia carbone di realtà e folklore giapponesi.
Tokyo e Osaka sono particolareggiate come non mai, ogni angolo di strada pullula di vita, di piccole chicche e – perché no – anche di innumerevoli storie da raccontare. Negozietti di ramen, grossi centri commerciali o addirittura appositi club in cui godere delle vecchie glorie del marchio Sega: se è vero che tutto fa brodo, allora qui parliamo indubbiamente di uno dei minestroni più ricchi di sempre. Se di fronte a un nuovo acquisto siete i tipi che amano soppesare anche la quantità, oltre che la qualità, potete stare certi che qui non resterete delusi.
Le infinite attività secondarie di Yakuza, come sempre, hanno però il difetto di risultare a volte troppo intrusive, soprattutto agli occhi di chi preferirebbe godersi la campagna principale senza deragliamenti di sorta. Purtroppo, accadeva in passato così come accade adesso, e da questo non si scappa. Ormai, però, ci abbiamo fatto anche il callo: gli infiniti tutorial o approfondimenti delle missioni di contorno, incastrati a forza nella main-quest, sono nei che Yakuza si porta dietro fin dal suo debutto. Il che non è neanche un difetto così insormontabile, ma altrettanto vero è che non è mai piacevole essere costretti a “detour” lunghi svariati minuti quando si è nel bel mezzo dell’azione, o dei colpi di scena più inaspettati (che, da un certo punto in poi, inizieranno a piovere a raffica).
Tokyo e Osaka sono particolareggiate come non mai, ogni angolo di strada pullula di vita, di piccole chicche e – perché no – anche di innumerevoli storie da raccontare.