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Yakuza 0 – Recensione

Yakuza 0

1 Gioventù

Arrivati ormai al sesto appuntamento ufficiale – anche oltre, se si considerano i vari spin-off, molti dei quali mai sbarcati in Occidente – la domanda sorge spontanea: cosa può offrire ancora la saga di Yakuza, a ben due generazioni dal suo primissimo arrivo su console PlayStation?

Un quesito legittimo che, preciso come un orologio svizzero, torna a tormentarci ogni qualvolta dobbiamo inserire nel lettore il disco del nuovo gioco annuale. Incredibile come, ancora una volta, delle solide certezze abbiano finito per fugare anche i dubbi più neri. Yakuza 0 è l’ennesima, scintillante perla dell’esclusivissima collana made-in-Sega. Il tempo passa, ma Kazuma e soci continuano a non perdere un colpo.

Solo nell’ultimo episodio, avevamo lasciato lo storico Drago della Famiglia Dojima vistosamente ammaccato, appena uscito da uno degli scontri più duri della sua intera carriera. Totalmente a sorpresa, a dispetto del malefico cliff-hanger finale, la software house ha comunque deciso di non proseguire più per quella time-line, di concedere al nostro eroe un periodo di (meritatissimo) riposo e di riavvolgere le lancette dell’orologio fino agli anni ’80, quando gli eventi della saga principale ancora dovevano mettersi in moto.

Yakuza 0, come il numerino stesso lasciava intendere, è a tutti gli effetti un prequel, ma di quelli fatti davvero bene. Non un semplice antipasto, non una piccola parentesi auto-conclusiva, ma una portata da vero re, ricca, affascinante, sfaccettata e da gustare con calma. Se la vostra intenzione era quella di snobbarlo e puntare esclusivamente al sesto capitolo, da poco sbarcato in territorio giapponese, fareste meglio a tornare sui vostri passi: Yakuza 0 non solo è un episodio degno di far parte della saga principale, ma è forse anche tra i migliori in assoluto.

Yakuza 0 non solo è un episodio degno di far parte della saga principale, ma è forse anche tra i migliori in assoluto.

2 Drago e demone

Uno dei motivi principali per cui la saga meriterebbe attenzione (molta più di quanta in realtà ne riceve), è proprio per il fatto che – in maniera più unica che rara – riesce a far coesistere un prodotto godibilissimo sotto l’aspetto del gameplay con una delle trame più complesse e meglio girate della storia del videogioco moderno. Yakuza 0, sotto questo aspetto, non delude affatto; la sua natura di prequel magari gli impone qualche paletto in più del solito, ma le sorprese sono tante, i personaggi divini e l’intreccio appassionante come non mai.

Parliamo, in questo caso, di un’epoca in cui i due protagonisti (Kazuma e “cane pazzo” Majima, per la cronaca) valevano meno di zero, nei loro rispettivi clan. Per coerenza, quindi, gli sceneggiatori hanno puntato a un racconto più “contenuto”, esagerato lo stretto necessario, e con un rafforzato retrogusto politico e poliziesco che, personalmente, ci ha davvero fatto impazzire. Il vero crimine, in realtà, sarebbe anticiparvi altro: sappiate solo che come sempre si partirà da un avvenimento apparentemente minuscolo – un pestaggio, in questo caso – e si arriverà, di lì a poco, a uno dei casi di lotta per il territorio più critici che la serie ci abbia mai presentato.

Chi acquista Yakuza, generalmente, non lo fa solo per menare schiaffi a destra e a manca ai numerosi bulletti che popolano le strade di Tokyo, ma anche per godersi un epico racconto fatto di onore, amicizia, lacrime, amore e violenza. Anche stavolta, statene certi, arriverete ai titoli di coda applaudendo e chiedendovi come sia possibile, anno dopo anno, tirare fuori vicende ancora così sorprendentemente intricate senza mai finire le idee o cadere nello scontato.

Yakuza 0 riesce a far coesistere un prodotto godibilissimo sotto l’aspetto del gameplay con una delle trame più complesse e meglio girate della storia del videogioco moderno.

3 Pugno e mazza

Se sul lato del copione preferiamo mantenerci sul più vago possibile, lo stesso di certo non faremo per il gioco in sé. Anche perché, detto chiaramente, a distanza di tanti anni sappiamo tutti anche benissimo cosa aspettarci. Questa, a dirla tutta, è un po’ anche croce e delizia di una saga che – nonostante l’alta qualità – inizia comunque a emanare una leggera scia di già visto.

Doppiamente incredibile, però, notare come l’introduzione delle giuste – ma non numerosissime – novità riesca comunque a donare al tutto un retrogusto totalmente nuovo ogni volta. La base, dopotutto, è sempre la stessa, ma un paio di scelte azzeccate riescono comunque a donargli un’accettabile aria di rinnovamento. Ancora una volta, si arriverà tranquillamente a completare le 100 e rotte missioni offerte dal vasto mondo di gioco senza provare un briciolo di noia. E scusateci se è poco.

L’introduzione di differenti stili di combattimento mette una pezza sul fatto che, oggettivamente, si potranno guidare meno personaggi che in passato. Il roster si sarà anche dimezzato ma, al netto dei calcoli, ci ritroviamo di fronte a protagonisti più poliedrici che mai, capaci essi stessi di “switchare” da un’arte marziale all’altra alla pressione di un semplice tasto. Kazuma spazierà dagli stili più veloci a quelli maggiormente brutali, ma la vera ventata di aria fresca è rappresentata proprio da Majima. Folle, scorretto e imprevedibile, è lui ad aprire la saga a nuovi orizzonti. A quali, lasciamo a voi il piacere di scoprirlo.

Se proprio dovessimo trovare un difetto, punteremmo indubbiamente il dito contro il numero di città visitabili. Yakuza 5, in tal merito, ci aveva forse abituato fin troppo bene. Dopo tanto ben di Dio, purtroppo, è un po’ difficile accontentarsi delle sole Tokyo e Osaka – tra l’altro, entrambe già visitate in capitoli precedenti – così come abbiamo storto un po’ il naso quando ci siamo accorti che di buona parte dei sottogeneri introdotti proprio con il quinto capitolo, qui, è stata fatta una completa tabula rasa. Yakuza 5 aveva infatti provato a inserire, magari non sempre con cognizione di causa, numerose azioni complementari alle classiche battaglie a mani nude, come la caccia, sezioni a bordo di veicoli e così via.

Davvero un peccato notare come Sega, piuttosto che tentare di tutto per migliorarle, abbia deciso semplicemente di rimuoverle. Svetta ora la possibilità di acquistare attività e negozi per avviare business di cui potremo gestire ogni cosa, dal budget ai dipendenti, ed è forse anche per questo che non ce la sentiamo di far pesare ulteriori “mancanze”, soprattutto quando le novità in ballo sono così grosse e pienamente riuscite.

Il risvolto della medaglia è che, con la giusta furbizia, potremmo arrivare a essere così ricchi da annullare ogni tipo di sfida proposta dal gioco. Vero che, a questo giro, dovremo utilizzare la moneta corrente anche per acquistare nuove abilità – come accade, tanto per citarne uno, in Dark Souls – ma ben presto ci si ritroverà talmente sommersi dal denaro che nessuno potrà impedirci, per fare un esempio, di fare scorte infinite di medicinali e fronteggiare ogni ostacolo consci del fatto che sia praticamente impossibile mandarci al tappeto.

Svetta ora la possibilità di acquistare attività per avviare business di cui potremo gestire ogni cosa, dal budget ai dipendenti, ed è forse anche per questo che non ce la sentiamo di parlare di “mancanze”, soprattutto quando le novità in ballo sono così grosse e pienamente riuscite.

4 Nuovo e vecchio

Ci teniamo a sottolineare come questo sia anche il primo Yakuza ad arrivare su PlayStation 4. Come avrà sfruttato la software house i nuovi cavalli sotto il cofano, quindi? I curiosi, a tal proposito, non potranno far altro che passare prima di qua. A differenza di Yakuza 6, in arrivo in Italia chissà quando, Yakuza 0 resta però un progetto cross-platform, non pensato per sfruttare appieno l’intera potenza della nuova console Sony. Eppure, nonostante tutto, i passi in avanti sono enormi. La pulizia a schermo è soddisfacente, a patto che si accetti un pop-up a volte piuttosto marcato e delle animazioni altalenanti; l’aliasing ridotto all’osso e i vivissimi colori, però, permettono di tuffarci senza indugio in questa fedelissima copia carbone di realtà e folklore giapponesi.

Tokyo e Osaka sono particolareggiate come non mai, ogni angolo di strada pullula di vita, di piccole chicche e – perché no – anche di innumerevoli storie da raccontare. Negozietti di ramen, grossi centri commerciali o addirittura appositi club in cui godere delle vecchie glorie del marchio Sega: se è vero che tutto fa brodo, allora qui parliamo indubbiamente di uno dei minestroni più ricchi di sempre. Se di fronte a un nuovo acquisto siete i tipi che amano soppesare anche la quantità, oltre che la qualità, potete stare certi che qui non resterete delusi.

Le infinite attività secondarie di Yakuza, come sempre, hanno però il difetto di risultare a volte troppo intrusive, soprattutto agli occhi di chi preferirebbe godersi la campagna principale senza deragliamenti di sorta. Purtroppo, accadeva in passato così come accade adesso, e da questo non si scappa. Ormai, però, ci abbiamo fatto anche il callo: gli infiniti tutorial o approfondimenti delle missioni di contorno, incastrati a forza nella main-quest, sono nei che Yakuza si porta dietro fin dal suo debutto. Il che non è neanche un difetto così insormontabile, ma altrettanto vero è che non è mai piacevole essere costretti a “detour” lunghi svariati minuti quando si è nel bel mezzo dell’azione, o dei colpi di scena più inaspettati (che, da un certo punto in poi, inizieranno a piovere a raffica).

Tokyo e Osaka sono particolareggiate come non mai, ogni angolo di strada pullula di vita, di piccole chicche e – perché no – anche di innumerevoli storie da raccontare.

5 In conclusione

Yakuza 0, a dispetto di quanto potesse sembrare ai tempi del primo annuncio, è un degno seguito della spettacolare epopea messa su da Sega nell’ultimo decennio. Ancora una volta, siamo di fronte a una perla di rara bellezza, capace di riunire sotto un’unica bandiera un gioco sorprendentemente soddisfacente a una sceneggiatura di qualità più unica che rara, soprattutto in campo videoludico.

Se si riesce a sorvolare su alcuni scivoloni piuttosto classici, in primis tutti i problemi derivanti da uno sviluppo dal budget piuttosto contenuto, ci si ritroverà dinanzi a un racconto accattivante e – nei momenti giusti – anche incredibilmente incalzante e umano. Yakuza 0, così come tutti gli altri titoli che l’hanno preceduto, non è infatti solo una grande prova di forza, ma anche di cuore.

Questo prequel, eccezion fatta per una leggera mancanza di inventiva che ormai – anche fisiologicamente – ha iniziato a colpire il gameplay, ha davvero tutto al posto giusto. A ogni mancanza, ci sono almeno dieci pregi che ci hanno fatto chiudere un occhio, e in fase di verdetto non possiamo far altro che lodare l’inappuntabile lavoro che Sega, ancora una volta, ci regala. L’ennesima esperienza profonda e indimenticabile, a patto però che si mastichi un bel po’ di inglese.

Yakuza 0 - E3 2016 Trailer - 1080p

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
9
yakuza-0-recensione<b>PRO</b><br> Trama appassionante e di primissima qualità<br> Sistema di combattimento soddisfacente e completamente rivisto<br> Un'infinità di attività secondarie con cui tenersi occupati<br> <b>CONTRO</b> Tecnicamente altalenante<br> Completamente in inglese

1 commento

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