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Yomawari: Night Alone – Recensione

1 Un’insolita avventura

Alzino la mano i possessori di PS Vita delusi dal trattamento che Sony ha riservato a quest’incompresa console portatile. Eccone uno, eccone un altro. Dalle nostre parti, il piccolo mostro portatile è sempre meno diffuso e gli scaffali coi giochi ad essa dedicata nei negozi sono sempre più relegati a degli angoli. Situazione diversa in Giappone, paese nel quale, complice anche uno stile di vita più frenetico, le console portatili hanno ancora un buon mercato.

Questo si traduce ovviamente nel fatto che alcuni sviluppatori del Sol Levante credano ancora nel progetto PS Vita. In questo articolo parleremo di Yomawari: Night Alone, titolo sviluppato da Nippon Ichi Software e pubblicato dalle nostri parti da NIS America. Per dovere di cronaca, segnaliamo che il gioco sarà disponibile anche su Steam, ma nella nostra recensione ci concentreremo esclusivamente sulla versione portatile.

La trama ci è piaciuta e ci ha tenuti incollati al piccolo schermo di PS Vita come in pochi altri casi.

Yomawari: Night Alone ci mette nei panni di una bambina di 11 anni, impegnata a cercare Poro, il suo fido cane. La faccenda si fa sempre più complicata dopo che anche la sorella della protagonista si mette alla ricerca dell’animale. La città è infatti infestata da mostri e abomini di ogni genere e avremo una sola notte a disposizione per trovare nostra sorella e il cane, in un’avventura che rende omaggio ai survival horror di una volta.

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Al solito, onde evitare spoiler, non vi diciamo altro riguardo la trama, possiamo solo dirvi che ci è piaciuta e ci ha tenuti incollati al piccolo schermo di PS Vita come in pochi altri casi. La storia si dipana in sette capitoli, per una durata complessiva di 5-6 ore. Questo valore aumenta nel caso in cui si voglia esplorare la città dopo il finale, così da trovare tutti gli oggetti e puntare eventualmente al trofeo di platino.

2 Silent Hill, fatti da parte!

Yomawari: Night Alone è essenzialmente un survival horror con visuale isometrica, nel quale è necessario trovare chiavi e oggetti per raggiungere dei luoghi che variano di capitolo in capitolo. Ognuno di questi posti è legato alla protagonista, alla sorella e a Poro e ci fornisce ogni volta degli indizi per andare a fondo sui misteri che avvolgono la città. Oltre che a “lottare” con l’ambiente cercando passaggi nascosti, scorciatoie e via dicendo, dovremo evitare di essere uccisi da un numero indefinito di mostri che popolano il mondo di gioco. In un genere nel quale per spaventare il giocatore si fa ormai uso della visuale soggettiva e degli abusati jumpscare, Yomawari: Night Alone stupisce e spaventa pur con una struttura e uno stile visivo che paiono inizialmente poco azzeccati.

La torcia la fa naturalmente da padrona visto che, grazie ad essa, saremo in grado di attirare o evitare diversi tipi di mostri. Tanto per intenderci, alcuni nemici ci attaccheranno se illuminati, altri faranno esattamente l’opposto. Non solo, per evitare altri tipi di avversari, sarà necessario studiarne i movimenti per non rischiare di morire prematuramente. Un altro elemento fondamentale del titolo è una barra relativa al battito cardiaco della protagonista, la quale funge anche da stamina. Non ci sarà infatti possibile correre all’infinito e saremo vincolati allo stress della bambina: più i nemici saranno vicini, meno saremo in grado di muoverci alla massima velocità, la stamina si consumerà quindi più velocemente. Questo elemento contribuisce non poco alla tensione provata durante il gioco, parola di Gametimers.

Yomawari: Night Alone stupisce e spaventa pur con una struttura e uno stile visivo che paiono inizialmente poco azzeccati.

Il numero esagerato di nemici, unito al fatto che non abbiamo modo di combatterli ma solo di scappare, rendono il titolo piuttosto difficile, almeno inizialmente. Per salvare i progressi e spostarci rapidamente nella città, è assolutamente necessario usare degli appositi altari sparsi per il mondo di gioco. Il loro utilizzo è limitato da delle monete, che funzionano grossomodo come i nastri inchiostratori dei vecchi Resident Evil. Insomma, non possiamo salvare a piacimento, essendo costretti a dover centellinare le monete per non rimanere successivamente a secco.

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Come già accennato, abbiamo particolarmente apprezzato il titolo per via del fatto che è riuscito a tenerci costantemente in tensione, proponendo situazioni davvero inquietanti e al limite del grottesco. Se proprio dobbiamo trovare dei difetti al titolo, alcuni pattern avversari sono mal calibrati, rendendo delle fasi un continuo “prova e riprova” sperando che il nemico azzecchi il movimento utile alla nostra fuga. Un’altro aspetto che non ci è piaciuto è il fatto che le risorse possono essere potenzialmente infinite. Dopo esser morti più volte in un punto, ci siamo infatti resi conto che le già citate monete continuavano a ricomparire nello stesso punto anche dopo averle raccolte. Insomma, questa scelta ha fatto venir leggermente meno la natura survival del gioco che, per definizione, consiste anche in un numero ristretto di oggetti a disposizione.

3 Arte visiva

Come già accennato, lo stile grafico di Yomawari: Night Alone pare c’entrare poco con il genere di appartenenza del titolo. La grafica bidimensionale è realizzata con uno stile che ricorda molto i disegni di un bambino e risulta piuttosto azzeccata, nonostante tutto. Abbiamo apprezzato il design dei mostri, piuttosto inquietanti, tanto che ci siamo chiesti più volte di quale malattia mentale soffrano gli sviluppatori. Battute a parte, la grafica, pur non essendo il top del genere, ci è piaciuta non poco.

L’aspetto in cui il gioco eccelle come pochi altri, è però quello relativo al comparto audio. Come ogni titolo horror che si rispetti, anche in Yomawari: Night Alone, gran parte della paura e dell’atmosfera è data proprio da questa componente. Sia la musica che l’effettistica contribuiscono infatti in maniera considerevole a tenerci sotto tensione per tutta la durata dell’avventura.

L’aspetto in cui il gioco eccelle come pochi altri, è quello relativo al comparto audio.

Vi possiamo assicurare che i costanti battiti cardiaci della protagonista riescono già da soli a creare un certo grado di terrore. Il nostro consiglio personale è quello di collegare le più buone cuffie che avete alla console portatile, così da aumentare il livello di coinvolgimento.

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In conclusione, Yomawari: Night Alone si è rivelato un buon survival horror, con uno stile grafico semplice ma azzeccato e una componente sonora di tutto rispetto. Non è un titolo che possiamo consigliare a tutti, se siete deboli di cuore o semplicemente non amate il genere, statene alla larga. Per tutti gli altri, è giunto il momento di riaccendere PS Vita. E ricordatevi le cuffie, mi raccomando.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8.6
yomawari-night-alone-recensione<b>PRO</b><br> - Un ottimo survival horror.<br> - Stile visivo azzeccato.<br> - Audio eccellente.<br><br> <b>CONTRO</b><br> - Non particolarmente longevo.<br> - Qualche problema con i pattern dei nemici.<br> - Alcuni glitch semplificano l'esperienza. <b>

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