Uno dei motivi che spinge ogni redattore a recensire anno dopo anno le nuove versioni dei titoli sportivi è senza ombra di dubbio la voglia di scoprire le novità, quali modifiche e migliorie sono state apportate al calcistico di turno, in un mercato che sembra ormai non avere più idee.
Come abbiamo già detto e ridetto più volte negli ultimi anni, Pro Evolution Soccer sta attraversando il suo particolare processo di “rinascita”, una lunga risalita dopo essere stato per un decennio sul tetto del mondo e d’un tratto spinto giù dalla concorrenza: con l’avvento dell’attuale generazione di console e tanto duro lavoro sembra che le cose stiano migliorando, ma la strada è ancora lunga.
Proprio in virtù dei grossi miglioramenti apportati ogni anno è abbastanza deludente constatare che PES 2017, per la prima volta da tre edizioni a questa parte, non introduce praticamente nulla di nuovo, a partire dal gameplay che, se possibile, in alcuni ambiti ha fatto addirittura un passo indietro.
Proprio da questo vogliamo partire, perché è solo tuffandosi a capofitto in qualche forsennato match (preferibilmente contro avversario umano) che si possono assaporare tutte le sfaccettature del sistema di gioco.