Phoenix Wright, peggio di Jessica Fletcher
Già disponibile da qualche mese in Giappone, Phoenix Wright: Ace Attorney – Spirit of Justice è sbarcato anche dalle nostre parti, unicamente in forma scaricabile dal Nintendo eShop. In qualità di sesto capitolo ufficiale basato sulle avventure del celebre avvocato videoludico, il gioco sarà riuscito a convincerci? Vediamolo assieme nella nostra recensione!
La situazione in cui si trova il nostro caro Phoenix Wright non è esattamente delle migliori. Partito per una vacanza nel Regno di Khura’in, l’avvocato conosce Ahlbi Ur’gaid, un ragazzino che funge da guida turistica per l’avvocato. Siccome per Phoenix non esiste la tranquillità, Ahlbi viene coinvolto in un omicidio e accusato di essere il carnefice. L’avvocato viene chiamato a testimoniare e si trova costretto a lavorare pure in vacanza.
Il titolo ci ha tenuti letteralmente incollati ai due schermi del 3DS per circa 20 ore.
Nel Regno di Khura’in gli avvocati sono ormai una razza estinta, l’intero sistema giudiziario ruota infatti attorno a una figura spiritica in grado di ricostruire i crimini attraverso delle visioni. Credendo fermamente nell’innocenza di Ahlbi, Phoenix mette in gioco la sua stessa vita per difendere il ragazzo, andando anche contro a delle tradizioni ritenute sacre. Parte della storia si svolge anche nello studio legale Wright, difatti viviamo anche le avventure di Apollo Justice e Athena Cykes, ma non vogliamo dirvi altro per non rovinarvi la sorpresa.
La trama e le vicende hanno sempre ricoperto un ruolo fondamentale nei titoli della serie, e questo Spirit of Justice non fa assolutamente eccezione. Il titolo ci ha tenuti letteralmente incollati ai due schermi del 3DS per circa 20 ore, anche solo per la semplice curiosità di mettere in luce i nostri dubbi, aiutando chi è vittima di un sistema giudiziario decisamente disonesto.