In occasione dell’edizione 2016 della Milan Games Week, abbiamo avuto modo di provare una demo del promettente Farpoint per PlayStation VR. La realtà virtuale di Sony è ormai disponibile per tutti, dopo un periodo nel quale la tecnologia è stata disponibile solo per pochi ed esclusivamente su PC. L’ultimo tassello della VR lo ha messo Sony, portando questa promettente tecnologia nelle case di tutti.
Una volta indossato il visore e impugnata un’apposita periferica simile allo Sharp Shooter visto su PlayStation 3, abbiamo avviato la demo. Soli in questo mondo alieno inesplorato, il nostro scopo è quello di trovare i resti di una stazione spaziale, chiamata “The Pilgrim”. Una volta giunti a destinazione, dovremo verificare l’esistenza di eventuali superstiti, oltre che capire la natura dell’anomalia che ha causato il disastro.
IL BINOMIO VR E SHARP SHOOTER SI È RIVELATO VINCENTE.
Innanzitutto, il titolo è bene giocarlo in piedi e da fermi, in modo da poter ruotare su noi stessi per avere la situazione sotto controllo. Il movimento si effettua con la levetta analogica posta sulla periferica, mentre lo shooting è naturale come non mai. Insomma, il binomio VR e Sharp Shooter si è rivelato vincente, specialmente in un titolo che è a tutti gli effetti uno sparatutto in soggettiva.
Durante l’esplorazione del pianeta extraterrestre in cui siamo finiti, dobbiamo essenzialmente muoverci attraverso canyon e caverne, sparando con un fucile d’assalto a tutto quello che si muove. I nemici sono principalmente piccoli e grossi ragni, i primi eliminabili con relativa semplicità prima che si avvicinino a noi, gli altri un po’ più complessi da gestire. Non muovendosi velocemente, i ragni più grossi hanno infatti dalla loro parte un’elevata resistenza ai colpi, oltre che la possibilità di spararci delle sfere velenose. Queste ultime possono essere distrutte al volo prima di colpirci, creando una specie di tiro al piattello improvvisato. Un gioco nel gioco, insomma.
Nelle fasi di test ci è stata anche data la possibilità di raccogliere un fucile a pompa, sempre con la naturalezza che ha contraddistinto il resto della prova. Come raccogliereste voi un’arma? Portando le mani sulla stessa e afferrandola, giusto? Ecco, questo avviene anche in Farpoint, semplicemente posizionando l’arma in orizzontale sopra la sagoma di quella nuova. Tutte quelle che vi abbiamo descritto sono azioni che avrete fatto migliaia di volte in altri videogiochi, ma farle in un contesto del genere e immersi nella VR, ha dato quel tocco di magia in più.
LA PAURA DI TROVARCI IN MANO UN GIOCO RIPETITIVO È BEN MARCATA.
Pur non presentando chissà quali situazioni fuori dal comune, Farpoint ci ha piuttosto convinto. Certo, se le meccaniche resteranno tali e quali per tutta la durata del gioco completo, avremo qualcosa da ridire in sede di recensione. In effetti la paura di trovarci in mano un gioco ripetitivo è ben marcata, ma confidiamo in una buona varietà della versione finale.
Un altro problema da segnalare è il solito motion sickness, problema di cui soffre il sottoscritto, che fortunatamente qui si è presentato solo nei dislivelli e con movimenti laterali repentini. Essendo uno sparatutto pensato per la VR e non essendo eccessivamente movimentato, gli sviluppatori sono stati infatti in grado di arginare eventuali malori causati dal titolo. Detto questo, vi consigliamo di seguirci per eventuali novità sul gioco, mostrandovi nel mentre il trailer visto all’ultimo E3 di Los Angeles.