Ci sono voluti tredici anni per mettere a punto gli SSD e la Velocity Architecture che verranno impiegate da Microsoft su Xbox Series X. Questo quello che è emerso nelle scorse ore durante l’Hot Chips 2020.
La conferenza ha fornito alla casa di Redmond la possibilità di spiegare la sua visione. Secondo quanto riferito dal palco, gli studi su come realizzare quello che vedremo su Xbox Series X sono cominciati nel 2007.
Subito dopo il lancio di Xbox 360 insomma, Microsoft progettava già di adottare gli SSD che in quel periodo si andavano diffondendo nel mondo PC. L’obiettivo, ridurre il peso sopportato dalla RAM per eseguire i videogiochi sulle proprie console.
Ma, come ogni azienda, dietro motivazioni apparentemente poetiche c’è sempre un affare economico. Utilizzare un tipo di tecnologia che alleggerisse il carico sopportato dalle DRAM avrebbe permesso all’azienda di Redmond di risparmiare svariate vagonate di dollari offrendo, al tempo stesso, anche delle prestazioni da urlo.
Xbox Series X – Velocity Architercture
Con queste motivazioni sono iniziate una serie di studi che si sono concretizzati con Xbox Series X e che noi videogiocatori proveremo con mano a partire da questo novembre. La Velocity Architecture appunto. Ma di cosa si tratta? In sintesi è un sistema integrato che permette ad hardware e software di comunicare al meglio. Quello che verrà restituito al videogiocatore sarà un ecosistema armonico e, soprattutto, veloce ad eseguire comandi e videogiochi.
Ci sono voluti 13 anni per mettere a punto tutto. Ora non ci resta che prendere una Xbox Series X e provare con mano questa tecnologia e dare un parere definitivo. Voi cosa vi aspettate di trovare? Curiosi di vedere la console all’opera?
La stessa tecnologia potrebbe essere applicata anche a Xbox Series S. Mentre per la console ammiraglia alcuni rumor suggeriscono un prezzo sopra la media giustificato però dalle sbalorditive caratteristiche tecniche.
Fonte: Tweaktown