Oramai la strada che porta al futuro è stata segnata. Gli SSD, molto più veloci e performanti rispetto ai classici HDD, sono in circolazione da anni e una realtà nel mondo del gaming su PC. Storia diversa per le home console. PlayStation 5 e Xbox Series X adotteranno questa tecnologia, lo sappiamo. Ciò potrebbe creare dei piccoli problemi di compatibilità tra gli HDD esterni utilizzati per l’archiviazione e gli SSD montati sulle console. Sony ha già indicato quali SSD saranno compatibili con la sua console. Per Microsoft, invece, sarà Seagate a produrre delle schede di espansione proprietaria.
C’è però una analisi effettuata dai redattori di Storage Newsletter che sembra indicare un futuro abbassamento dei prezzi per SSD, DRAM e NAND Flash. Il fattore determinante è, come avrete intuito leggendo fino a qui, l’attuale scarsità di domanda. Una delle più basilari leggi di mercato, infatti, prevede che con l’abbassarsi della domanda rispetto all’offerta il prezzo tende a calare. E secondo Storage Newsletter il prezzo medio degli SSD potrebbe scendere del 10% entro fine 2020 e fino al 15% durante il 2021.
Ma PlayStation 5 e Xbox Series X in teoria dovrebbero aumentare la domanda e, di conseguenza, innescare un aumento di prezzo. In teoria sarebbe un ragionamento corretto ma, l’aumentare della domanda potrebbe generare un moltiplicarsi dell’offerta. Anche in questo caso la pluralità dell’offerta permette agli utenti di scegliere tra più prodotti e incentiva le aziende a mantenere bassi i prezzi per incoraggiare l’acquisto e, nelle previsioni più rosee, innescare anche economie di scala.
Insomma, PlayStation 5 e Xbox Series X non saranno forse direttamente responsabili di una trasformazione che, si suppone, sarebbe comunque avvenuta spontaneamente. Certo, però, che l’abituare gli utenti all’utilizzo degli SSD ne incentiverà l’utilizzo anche fuori dall’ambito PC e questo, di riflesso, potrebbe condurre alle situazioni di cui vi abbiamo parlato.
Voi cosa ne pensate? Passerete a questa tecnologia o vi soffermerete ancora un po’ sulle soluzioni attuali?
Fonte: Storage Newsletter