Su console il fenomeno della pirateria dei giochi è un fenomeno praticamente morto, mentre su PC continua a fare gravi danni all’intero settore. I dati pubblicati da Thomas Altenburger di Flying Oak Games sono davvero impressionanti, in senso negativo.
In tantissimi ricorderanno che nei primi anni di PlayStation e Xbox i giochi pirata si trovavano ad ogni angolo di strada. Ma la situazione è iniziata a cambiare con l’arrivo di PlayStation 3 e Xbox One che per anni sono rimaste inviolate. Poi con l’arrivo di PlayStation 4 e Xbox One la pirateria su console è del tutto sparita.
Questa evoluzione non si è però ripetuta anche su PC, dove ancor oggi un’elevatissima quantità di software e soprattutto giochi viene piratata.
A pubblicare dei dati assolutamente scioccanti è stato Thomas Altenburger di Flying Oak Games che ha reso pubblici i dati di vendita di NeuroVoider e ScourgeBringer. E proprio quest’ultimo ha avuto un lancio piuttosto disastroso a causa della pirateria. Il titolo uscito nel corso del 2020 è distribuito praticamente solo su Steam, con la versione console uscita solamente a fine anno. Di fatto la versione PC rappresenta il 92% delle vendite.
Ma ad essere maggiormente inquietanti sono i dati sulle copie pirata. Il 49% dei giocatori ha scaricato il gioco illegalmente. Praticamente si tratta della metà dei giocatori. Un dato non di certo incoraggiante. Altenburger ha poi voluto precisare che non si tratta neppure della cosiddetta “Pirateria Etica“, ovvero scaricare una copia illegale del gioco per provarlo e poi acquistarlo legalmente. In questo caso lo sviluppatore ha chiarito che solo lo 0,01% di chi ha scaricato illegalmente il gioco lo ha poi effettivamente acquistato. Ovvero solo una persona su 10.000.
La situazione però non era così grave negli anni passati. Nel 2017 il lancio di NeuroVoider ha visto coinvolte diverse piattaforme, con le vendite su PC limitate solamente al 36%, e Nintendo Switch a fare la voce grossa. Questo ha fatto sì che le copie pirata impattassero molto di meno sui bilanci di Flying Oak Games.
È facile immaginare come con dati di questo tipo un publisher o uno sviluppatore possano rischiare grossi guai finanziari. Soprattutto se si tratta di piccole realtà indipendenti che non hanno le spalle larghe e ben coperte. Anzi in passato più e più volte abbiamo visto come un insuccesso commerciale abbia determinato la chiusura anche di software house anche importanti!
Questi dati però non devono meravigliarci. Basti vedere quel che accade oggi con Cyberpunk 2077. Vi avevamo infatti parlato del moltiplicarsi dei ‘furbetti‘ che volevano continuare a giocare il titolo di CD Projekt RED dopo aver ricevuto il rimborso, o peggio ancora hanno prima portato a termine tutto il gioco e poi chiesto il rimborso.