Ruberesti mai un’auto? Ruberesti mai un film? Useresti mai una canzone protetta da copyright per fare un video contro la pirateria? No, dunque perché rubare videogiochi? Questa domanda, ormai esistente dall’alba del medium videoludico, non trova tuttora risposta, e la pirateria continua a dilagare. A sorprendere, però, è constatare che siano state vendute delle console Pandora Box contenenti al suo interno giochi piratati. E non parliamo di una console, né di dieci, bensì di 1.000 console!
I finanzieri della Compagnia di Novi Ligure, infatti, hanno sequestrato un migliaio di console Pandora Box, ossia una piattaforma commercializzata in Italia già da un po’ e che vede, al suo interno, alcuni capolavori del passato prodotti da Capcom, SNK e Nintendo. La Finanza ha seguito la vendita del progetto Pandora Box sin dall’inizio della commercializzazione.
Il motivo è semplice: la console è stata venduta come un’unica piattaforma contenente al suo interno giochi degli anni ’80 e ’90. Nella lotta continua da parte della Finanza contro la contraffazione, così da proteggere il diritto d’autore, questi ultimi non potevano certo esimersi dal monitorare la questione per verificare eventuali illeciti.
Dopotutto, la cosa era piuttosto sospetta, e come volevasi dimostrare, tali sospetti erano fondati. Non appena la Procura della Repubblica di Alessandria ha emesso un decreto di perquisizione e sequestro, la finanza ha potuto constatare che ben 1.000 di queste console erano illegali. Non solo, la GdF ha scovato un totale di oltre 3 milioni di software, tutti utilizzati e venduti senza alcuna autorizzazione.
Ogni console, venduta al prezzo di 200€, conteneva al suo interno oltre 6.000 giochi. Per darvi un’idea, in media questi giochi arrivano a costare anche diverse decine di euro. Si tratta perlopiù di capolavori del passato di software house storiche quali NINTENDO, la SNK (gli autori di Metal Slug, che tra le altre cose sta per tornare), la Taito e la Capcom.
Ciò ha portato anche alla denuncia a piede libero di ben 8 persone. Si tratta, in conclusione, di un colpo ben assestato al fenomeno della pirateria.
Fonte: Quotidiano Piemontese