Live A Live è un gioco di ruolo sviluppato e pubblicato da Squaresoft originariamente per Super Famicom nel 1994. Oggi, invece, parliamo del remake, pubblicato da Square Enix e Nintendo. Takashi Tokita, il direttore originale di Live A Live, lavorò addirittura a Parasite Eve, Chrono Trigger e non solo! La grafica pixel art in 2D-HD fa tanto old school e, infatti, proprio per questo abbiamo trovato azzeccata l’idea di riutilizzare lo stesso motore grafico di Octopath Traveler e Triangle Strategy, JRPG molto apprezzati dal pubblico.
Inizialmente il titolo fu pubblicato esclusivamente in Giappone; tuttavia, l’esistenza di una traduzione fan made del gruppo online Aeon Genesis lo aprì a nuovi orizzonti. È così che Live A Live finisce per essere accolto positivamente anche da noi, per merito del suo gameplay e della particolare narrativa.
Purtroppo l’esperienza di gioco non è chissà quanto lunga: ci vorranno massimo 15 o 20 ore per arrivare ai titoli di coda. Del resto, in passato la scomposizione in più capitoli richiedeva una grande quantità di memoria. Dipenderà da noi come sfruttare l’ambiente nel gameplay e ogni scelta potrebbe scaturire in salvezza o in un triste game over.
Nonostante il gioco sembri semplice, bisognerà prestare attenzione a ogni particolare e a ogni personaggio. Non tutti sono così grandi ‘amici’ come può sembrare. In-game ci possiamo imbattere in tante piccole mini boss-fight, in quest secondarie da completare e collezionabili da ricercare; certo, una possibilità è quella di tirare dritti al boss finale, ma a quali condizioni? La trama segue sette differenti scenari: parliamo della preistoria, Cina imperiale, il tramonto dell’epoca Edo in Giappone, medioevo, il selvaggio west, il presente, un remoto futuro e un futuro lontano. Ogni personaggio di un capitolo ha una caratteristica unica.
Ad esempio, nel capitolo del futuro remoto potremo leggere nelle menti di tutte le persone che ci circondano e capire i loro stati d’animo e i pensieri; mentre nell’epoca del Giappone feudale impersoneremo uno shinobi impegnato a salvare un prigioniero senza allertare nessuno, e starà a noi decidere la strategia da applicare. Nel selvaggio West impersoneremo un pistolero con la missione di sconfiggere i fuorilegge e salvare un villaggio ormai morente.
Insomma, le storie son tante, diversificate e ognuna ha delle proprie trovate geniali e per nulla da sottovalutare. Ogni scelta, inoltre, avrà conseguenze sulla storia. Un altro aspetto positivo, rispetto a Octopath Traveler, è che si può interrompere il capitolo in corso e cominciarne un altro senza perdere alcun progresso. Parliamo di un gioco davvero vario, e questo assicura l’impossibilità di annoiarsi. Un enorme punto a favore. Inoltre, non parliamo di uno di quei classici JRPG dove il grinding e il farming di livelli la fanno da padrone, prolungando artificialmente le ore di gioco in una spirale di tedio e ripetizione.
C’è sempre qualche meccanica nuova, c’è sempre qualche colpo di scena a tenerci sulle spine, c’è sempre qualche sorpresa dietro l’angolo. Il sistema di combattimento è piuttosto simile a quello di Triangle Strategy; una scacchiera intorno a noi stabilisce l’area d’effetto delle abilità, diverse per ognuno. Ci sarà consentito avvicinarci al nemico ma una barra di azione stabilirà i turni di attacco. Alcune tecniche hanno delle affinità elementali che ci permetteranno di recuperare un po’ di salute ad ogni turno, oltre che a infliggere danni, ma lo stesso varrà per i nemici. Se un alleato viene sconfitto in battaglia, non è necessario rianimarlo con qualche oggetto particolare ma è sufficiente curarlo con un oggetto curativo per riaverlo al nostro fianco.
Tuttavia, se l’alleato morente viene colpito da un attacco, questo non potrà più essere rianimato fino alla battaglia successiva e subirà un colpo di grazia (come fosse una versione più softcore di Darkest Dungeon). I negozi non sono comunissimi, perciò tutto quello di cui abbiamo bisogno dovremo recuperarlo sul campo attraverso i forzieri che troviamo in giro, nascosti lungo il cammino, oppure dai drop dei nemici che sconfiggeremo.
Per ogni capitolo che completeremo, verremo travolti da una serie di dialoghi; qui, le risposte che daremo decideranno l’esito del finale. Anche le azioni avranno peso su questi cambiamenti. In generale, avremo tre tipi di finale: good ending, sad ending e best ending. Una nota di merito va all’adattamento nostrano dei dialoghi, tutti molto divertenti. Le meravigliose e memorabili colonne sonore (quasi non si riesce più a togliersele dalla testa) sono invece state composte da Yoko Shimomura, la quale ha prestato la sua arte in giochi come Kingdom Hearts, Super Mario, Xenoblade, Street Fighter, e non solo.
Per concludere, è stato un vero peccato che questo titolo non abbia mai lasciato il Giappone se non grazie a dei veri appassionati che hanno voluto condividere con la community di videogiocatori di tutto il mondo questa perla rara. Parliamo di uno dei migliori JRPG di Square e una perla spesso nascosta sotto il peso di nomi più altisonanti, come Chrono Trigger e Final Fantasy. Ma oggi possiamo ritenerci fortunati, è finalmente possibile recuperare questo capolavoro. I personaggi e la storyline sono ben strutturati da ogni punto di vista, dall’inizio alla fine, e il gameplay mantiene il passo in maniera epocale. Live A Live è un recupero caldamente consigliato, anche con tutti questi anni di ritardo.