Poteva sembrare una storia scritta da Asimov, oppure una di quelle notizie farlocche che circolano tra le redazioni quando la penuria di informazioni tipica dell’estate batte forte come il sole di mezzogiorno. Invece, quella che viene dalla Russia pare proprio essere una storia vera, al punto da finire sull’agenzia stampa nazionale (TASS) per poi essere riportata dal Guardian.
Nel cuore della Russia, a Mosca, nel corso di alcuni test per mettere alla prova una Intelligenza Artificiale progettata per giocare a scacchi, il braccio meccanico dedicato al movimento dei pezzi ha finito col rompere le falangi del suo avversario. Un bimbo di 7 anni. A raccontarlo, con un certo imbarazzo, è Sergey Lazarev, presidente dell’associazione scacchistica moscovita. “Il robot si era esibito altre volte, ma non era mai accaduto un incidente del genere” ha raccontato Lazarev al TASS.
Diverse le ipotesi formulate. Al momento, tra le più probabili, può darsi che l’AI del robot abbia interpretato i rapidi movimenti dell’avversario, un bimbo di appena sette anni, come un tentativo di baro. Sergey Smagin, vice del sopracitato Lazarov, racconta più nel dettaglio l’incidente. A quanto pare, il robot era impegnato a maneggiare uno dei pezzi dell’avversario per rimuoverlo dal campo di gioco. Il bimbo, mentre la procedura era ancora in corso, pare abbia intuito la mossa successiva da fare e l’abbia messa in pratica senza esitazione.
Il risultato è che le dita dell’impaziente bambino sono finite spezzate. Esiste un filmato dell’incidente, disponibile nell’articolo del Guardian (link in fondo). Dalle immagini è possibile ipotizzare che la mossa veloce del bimbo si sia risolta con un incastro accidentale tra la sua mano e il braccio meccanico. Secondo Smagin, infatti, il bimbo avrebbe violato una norma di sicurezza che imponeva all’avversario umano di attendere fino al termine dei movimenti del robot in modo da evitare, appunto, possibilità come queste.
Comprensibile spavento per il piccolo. Secondo le fonti, però, il giovane campioncino (in Russia nella top-30 in categoria Under 9) non avrebbe riportato grossi traumi. Non sono d’accordo i genitori, pronti a rivolgersi alle autorità per ottenere giustizia.
Ben lontani i tempi in cui, a scacchi, ci giocava Deep Blue. Il supercomputer progettato da IBM, nel 1996, sfidò l’allora campione del mondo: Sergei Kasparov. Ben lontano anche l’esempio dei robot della Boston Dynamics. Uno di loro, ad esempio, è impegnato nel contribuire allo studio delle rovine di Pompei. Forse, per il torneo di scacchi, poteva essere utile ricorrere alle dita ricoperte da pelle sintetica realizzata poco tempo fa.