Alzi la mano chi non è cresciuto con Dragon Ball, inutile cantarcela, l‘opera del Maestro Akira Toriyama ha formato intere generazioni diventando uno dei volti più importante dei manga shonen di genere battle, un archetipo che grazie a quest’opera ha scritto il suo nome della storia. E questa è l’occasione giusta di parlare di Dragon Ball Super: Super Hero.
Inizialmente ispirato al libro “Viaggio verso Occidente“, romanzo cinese importantissimo per la cultura asiatica e quindi anche per quella nipponica, Dragon Ball poi è diventato tutt’altro prendendo ispirazione dalle opere che fanno parte dell’immaginario dell’autore: dai Tokusatsu tipo Ultraman o Kamen Rider ai film di arti marziali degli anni ’70, passando naturalmente per i Kaiju movies e le saghe cinematografiche come Star Wars.
Se c’è qualcosa di davvero meraviglioso in Dragon Ball è proprio il fatto che è un fumetto che ha saputo non solo unire generazioni di appassionati, ma è anche riuscito a farsi amare da fasce d’età diverse e da persone che vengono da ambienti culturali diversi. Dragon Ball è un’opera preziosa non solo per gli amanti di anime e manga oppure del panorama di prodotti nipponici, ma perché è stato il pioniere di tantissimi concetti narrativi che, ancora oggi, influenzano tantissimi autori.
Purtroppo però, con l’arrivo della saga Dragon Ball Super e l’entrata di Toyotaro all’interno della direzione dell’opera, Dragon Ball sembra aver perso la propria autorialità, limitandosi a auto scimmiottarsi e ripetersi all’infinito, senza portare dei sostanziali cambiamenti narrativi. Tantissimi fan continuano a lamentarsi del fatto che Son Goku è ancora il centro nevralgico dell’opera, oppure che i personaggi molto spesso vengono trascurati, o ancora che le trasformazioni continuano a riproporre cliché che sembrano fermi agli anni ’80.
Nonostante la mano capace di Toyotaro, Dragon Ball sembra non saper raccontare nulla di nuovo, divenendo quindi quasi un prodotto estremamente commerciale, utile unicamente per vendere action figures, gadget e carte collezionabili.
Un’opera quindi caduta in ginocchio, dove gli editor e i responsabili marketing sono diventati più importanti del proprio autore. Ma sarà veramente così con il nuovo film Dragon Ball Super: Super Hero?
Sony ci ha invitati all’anteprima del film e finalmente possiamo parlarvene e prendere spunto per svariate riflessioni. Nella produzione della pellicola l’allievo Toyotaro che si occupa al manga non è stato preso in considerazione. Non solo perché il ben più giovane artista non è incluso tra gli addetti ai lavori, ma proprio perché il film si distacca con l’opera cartacea, raccontando qualcosa di totalmente diverso e non facendo cenno a saghe precedenti se non per una piccola eccezione dove alcuni elementi vengono portati di perso dal lungometraggio precedente Dragon Ball Super: Broly.
Alle redini del progetto con la sceneggiatura vi troviamo proprio il Maestro Toriyama, che con un colpo di reni ritorna sulla scena più in forma di prima. Che ci sia Toriyama è estremamente evidente durante tutto il film, l’umorismo è ai massimi termini, sembra di essere tornati alla prima fase del manga. Toriyama attraverso la pellicola ci mostra degli slice of life molto interessanti dei personaggi, caratterizzandoli ancora di più grazie a quella vena comica che fu il colpo di fulmine che fece innamorare i fan a Dragon Ball.
Vengono riesumati i membri dell’Armata del Fiocco Rosso con un character design che non si vedeva da davvero tantissimo tempo. I veri protagonisti dell’opera non sono Goku e Vegeta, che hanno una posizione più che marginale all’interno della pellicola, ma il restante gruppo dei Guerrieri Z, capitanati questa volta da Piccolo e Gohan. Si da diverso spazio ai rapporti umani dei personaggi, alle emozioni come se Akira Toriyama volesse comunicare con lo spettatore attraverso una nostalgia costituita di generazioni ormai andate e nuove che stanno arrivando, identificate dal personaggio di Pan, nipotina di Son Goku.
Il film ci lascia intendere che cronologicamente è molto vicino al finale di Dragon Ball Z, dato che vi troviamo Goten e Trunks adolescenti e non più bambini.
Come già abbiamo detto il film va a riprendere quelli che sono gli arbori della serie, con il primo vero e proprio nemico del nostro Saiyan, ossia il Fiocco Rosso. Infatti verremo a conoscenza di Carmine e Magenta, due personaggi che vogliono rifondare l’armata grazie all’aiuto del Dr. Hedo, nipote del Dr. Gelo che abbiamo conosciuto durante la saga dei cyborg.
Il Dr. Hedo nonostante il suo aspetto ha 24 anni ed è appassionato di Tokusatsu (genere super eroistico giapponese, come abbiamo detto molto importante per la formamentis di Akira Toriyama) che metterà a disposizione al nuovo Fiocco Rosso due potentissimi cyborg Gamma 1 e Gamma 2.
L’obiettivo è quindi fare passare la Capsule Corporation e i Guerrieri Z come una minaccia per il mondo intero, in maniera tale da sconfiggerli una volta per tutte e dominare il pianeta. Saranno quindi Gohan, Piccolo Trunks e Goten che si metteranno all’opera per recuperare la povera Pan dalle grinfie di Magenta.
Nel mentre però una minaccia ancora più forte irrompe, Cell Max, un potente e colossale cyborg con le fattezze di Cell che mette a repentaglio le sorti della terra. I nostri guerrieri insieme a Gamma 1 e Gamma 2 dovranno affrontare il poderoso Kaiju per salvare il destino del pianeta e degli affetti più cari.
Come detto già in precedenza, non solo vi troviamo un Akira Toriyama che mostra un lato di Dragon Ball che raramente si è visto nel corso dell’opera originale, ma lo vediamo anche esprimersi attraverso ciò che ha caratterizzato la sua vita e lo ha reso l’autore che è.
Tecnicamente parlando, il film ha degli ottimi spunti di regia, anche se si è passati dall’animazione tradizionale a una CGI. I modelli, le ambientazioni e gli effetti sono meravigliosi, realizzati con davvero tanta maestria. Solo in rarissimi casi si notano alcuni secondi di qualità inferiore ma nel suo complesso la produzione ha una qualità raramente raggiunta da un’opera full 3D giapponese. Scordatevi quindi la CGI vista in Dragon Ball Super: Broly, qui Toei Animation ha voluto mostrare i muscoli e ci è riuscita.
Dragon Ball Super: Super Hero era quello che ci voleva in Dragon Ball, una riscoperta dell’autore e una sua nuova visione che si distacchi completamente dalla canonicità. Questo lungometraggio ancora una volta conferma l’unione dei fan attraverso l’amore non solo per il brand ma nei confronti di un mangaka importantissimo e che spesso è troppo stanco per dedicare ulteriore tempo alla propria creatura. Il film è adatto a ogni tipo di target e non serve conoscere approfonditamente la saga per poterne godere a pieno.
Tirando le somme, Dragon Ball Super: Super Hero è il volto dell’opera di Toriyama che i fan vorrebbero rivedere e che i più giovani non hanno avuto la possibilità di approfondire, almeno, fino a oggi.
Dragon Ball Super: Super Hero è disponibile in tutte le migliori sale cinematografiche da giovedì 29 settembre 2022, vi lasciamo al trailer ufficiale di Sony Crunchiroll.
Sapevi che gli incassi di Dragon Ball Super: Super Hero hanno deluso in Giappone? Ecco il nostro articolo dedicato, basta cliccare qui!
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