Alcuni ex-sviluppatori di Criterion hanno spiegato cosa ha spinto Electronic Arts a non realizzare un seguito di Black, gioco che uscì su PlayStation 2, Xbox e Xbox 360 sviluppato da Criterion, la stessa software house dietro la serie di Burnout e il nuovo Need For Speed Unbound. Eppure, nonostante le vendite ottime, il gioco non ebbe mai un seguito. Un ex-sviluppatore di Criterion ha svelato un po’ di retroscena sul “sequel che non fu mai”. (Citazione doverosa a una delle serie TV del momento: House of the Dragon, ndr).
Black è un nome che per alcuni potrebbe risultare insignificante ma che per altri riaccende non pochi ricordi. Uscito su Xbox, Xbox 360 e PlayStation 2 nel lontano 2006, questo sparatutto sancì il debutto di Criterion nel mondo degli FPS, staccandosi temporaneamente dalla serie Burnout.
Un debutto stellare, con il gioco che riuscì a conquistare pubblico e critica, grazie a un gameplay solido, una campagna breve ma avvincente e ricca di filmati dal taglio cinematografico e un comparto tecnico che, all’epoca, lasciava spiazzati su ogni piattaforma, compresa anche l’allora vetusta PlayStation 2. Nonostante tutto, Electronic Arts abortì un sequel che sembrava avere ottime premesse.
Come spiegato da Ben Mito, che in Criterion assunse il ruolo di Technical Sound Designer, Black 2 ci avrebbe visti nuovamente nei panni di un Black Ops. Il gioco, sottotitolato “Rendition”, era concentrato su “truppe americane che operavano all’estero, rapivano le persone e le portavano oltre i confini. Una trama che si discostava molto dal primo capitolo, dunque.
Il Level Designer del primo capitolo, Michael Othen, ha inoltre spiegato che Black Rendition avrebbe vantato un sistema di coperture all’epoca rivoluzionario. “Avevamo una meccanica di copertura in prima persona che era fantastica, dove potevi posizionarti dietro gli oggetti e sparare persino alla cieca. Il tutto risultava intuitivo e organico. C’erano anche alcuni comportamenti dell’IA davvero interessanti, soprattutto nel modo in cui i nemici si muovevano nell’area di gioco. Li vedevi saltare oltre i cofani delle auto per cercare riparo. Era uno spettacolo dal punto di vista del giocatore, anche perché avevi una dinamica di movimento davvero fluida. E queste erano solo alcune idee nella prima fase di ricerca e sviluppo sul gioco”. Il gioco prevedeva anche la possibilità di controllare la testa indipendentemente dall’arma, un po’ come accade in ArmA.
Il Senior Game Richard Bunn ha inoltre ribadito come ci sarebbe stata forte ispirazione dal mondo cinematografico. “Volevano continuare ad essere influenzati dai film. Assunsero un modellista per creare miniature di zone simili alla realtà. Uno degli aspetti principali era avere scenari più realistici”. Un obiettivo che ben si sposava con le meccaniche di assassinio che avrebbe avuto il gioco, con il giocatore che avrebbe dovuto scovare dei bersagli ed eliminarli. Se necessario, anche in pubblico. Era dunque essenziale che questi luoghi risultassero vivi.
Lo sviluppatore ha poi descritto un livello del gioco ambientato in un silo missilistico coreano. “Sei in una grande area aperta, con enormi blocchi di cemento a fare da copertura. Ci sono nemici che approcciano la tua posizione. Durante il combattimento, i condotti iniziano ad aprirsi e l’intera area si riempie di fumo e gas causato dal lancio del missile, provocando anche una perdita di visibilità. Ci si avvicina man mano al silo di lancio, e l’intero ambiente riflette gradualmente ciò. Era tutto pensato per mostrare l’evoluzione del gameplay e dell’ambientazione”.
Il concept di gioco sembrava dunque molto interessante, eppure perché non è uscito? Beh, una delle cause potrebbe risiedere in Battlefield: Bad Company. Come spiega Othen, “c’erano molti altri sparatutto in quel periodo, anche in EA. Bad Company stava sperimentando con gli ambienti distruttibili. Sarà risultato difficile per loro vedere dove collocare Black 2. All’epoca rimasi deluso dal fatto che il gioco non vide mai la luce del giorno”.
Un po’ di rammarico c’è. Detto questo, vi ricordiamo che potete recuperare Black su Xbox grazie alla retrocompatibilità, e su Xbox Series X risplende non poco!
Fonte: thatHITBOX