La nostra recensione di Sonic Frontiers per PlayStation5.
Le avventure tridimensionali dell’iconico porcospino di SEGA non hanno mai raggiunto vette gloriose. In alcuni casi, gli appassionati si sono trovati tra le mani prodotti molto al di sotto della decenza, come il capitolo del 2006. Quindi le aspettative verso un nuovo Sonic in 3D, che il reparto marketing oltretutto non aveva mostrato particolarmente in forma, erano accompagnate da preoccupazioni e perplessità.
Riuscirà Sonic Frontiers a raccogliere l’estremo entusiasmo del pubblico? Ci siamo proiettati a tutta velocità nel mondo aperto ideato dallo studio di sviluppo nipponico Sonic Team proprio per rispondere in parte a questa domanda, perché in fin dei conti saranno proprio i giocatori a decidere se questo open world riuscirà a fare canestro.
La vicenda si apre con l’entrata in scena del perfido e baffuto Dr. Eggman che, giunto alle Isole Starfall, scopre i segreti di un’antica civiltà e l’esistenza di una zona chiamata Cyber Spazio. L’acerrimo nemico spedirà il mitico Sonic the Hedgehog proprio in questo luogo d’esilio, dal quale riuscirà a uscire per poi trovarsi sull’isola di Kronos. Da questo momento avremo accesso alla libera esplorazione tanto attesa fin dal primo annuncio del gioco.
Abbandonare i percorsi lineari classici (comunque presenti come livelli nel Cyber Spazio accessibili in vari punti dell’open map), è sicuramente una ventata d’aria fresca per la serie, che sentiva assolutamente il bisogno di un salto di qualità, oltre che di rinnovamento. Muoversi con l’estrema rapidità della mascotte blu di SEGA per le distese di Kronos si dimostra abbastanza piacevole, soprattutto se si sceglie l’opzione grafica che predilige i 60 fps, che consigliamo altamente rispetto alla modalità presente di default che favorisce la risoluzione, almeno nella versione PlayStation 5 da noi provata.
Purtroppo, per quanto la sensazione di velocità e la libertà di movimento possano essere un connubio appagante, il colpo d’occhio non regala la stessa soddisfazione. Il comparto tecnico mostra infatti il fianco a elementi dello scenario piagati da un fortissimo fenomeno di pop-in, con rotaie e piattaforme che appaiono a poche decine di metri di distanza. Nulla che crei problemi nell’esecuzione del gameplay, ma che sicuramente non aiuta un livello visivo generale già di per sé lontano dall’essere eccezionale. In tutto questo non influiscono positivamente neppure delle animazioni talmente rigide che da dare quasi l’idea di un lavoro amatoriale.
L’esplorazione nelle isole è, ovviamente, molto rapida grazie alla velocità di spostamento di Sonic. Saltare su piattaforme, percorrere rotaie e correre in verticale su torri da scalare per raccogliere anelli, collezionabili e altri oggetti è piacevole e immediato, anche se forse troppo automatizzato. L’atmosfera che si respira è particolarmente malinconica e quasi genera un contrasto poco naturale tra l’esplorazione frenetica e l’ambientazione.
I punti di interesse sono indicati sulla mappa, inizialmente incompleta ma ampliabile tramite il completamento di puzzle forse un po’ troppo semplici. Gli enigmi ambientali infatti faranno parte dell’attività proposta dall’open zone, ma riteniamo potessero essere più elaborati. Potremo trovare anche dei portali per accedere al minigioco della pesca, oltre ai ben più importanti punti di accesso al Cyber Spazio. Questi ultimi sono bloccati, e sarà necessario trovare degli oggetti chiave per entravi, ottenibili principalmente sconfiggendo dei mini boss.
Sonic Frontiers non è solo salti e spinte in aria, e non si limita alle sole fasi platform, proponendo anche un sistema di combattimento semplice ed efficace. Il fulmineo protagonista dovrà infatti affrontare diversi nemici tramite il concatenamento di combo con calci e pugni, schivate, parate e abilità speciali ampliabili tramite un piccolo ramo delle abilità.
Quest’ultimo aggiunge all’esperienza una leggera componente ruolistica tutto sommato valida, nonostante una maggiore ricchezza e più possibilità sarebbero state ben gradite. Difatti, le abilità ottenibili non sono molte, e davvero poche giustificano l’inserimento di un livello di progressione. Gli scontri sono divertenti grazie a una buona varietà dei nemici, e spingono a dover ragionare un minimo sull’approccio di attacco.
L’epicità delle battaglie, con una buona spettacolarizzazione visiva, si raggiunge con i Titani, che potremmo definire il boss conclusivo di ogni isola. Queste imponenti creature dovranno essere scalate da Sonic, quasi riportando alla mente Shadow of the Colossus. Il ritmo di questi scontri viene in parte rovinato dal possibile fallimento delle sequenze di quick time event, la cui assenza avrebbe giovato all’intento coreografico di queste titaniche battaglie.
Con tutte queste novità per la serie i nostalgici, che potrebbero restare spaesati da una struttura così poco familiare al riccio, potranno sentirsi a casa grazie ai percorsi a tempo nel Cyber Spazio. Ci è sembrato che il team li abbia inseriti proprio per avere un paracadute di sicurezza, nel caso il girovagare e lottare nelle Isole Starfall non avesse accontentato i fan storici.
Questi livelli più classici e lineari, che rappresentano delle vere e proprie prove a tempo, hanno quella frenesia scoppiettante che manca al resto dell’avventura, grazie soprattutto a musiche decisamente più in linea con la rapida elettricità trasmessa dal personaggio. Tra l’altro, raggiungere il grado S richiede una precisione e un tempismo notevole.
Questo aspetto più convenzionale non ci dispiace, ma avremmo voluto venisse sfruttato meglio. Difatti, gli stage hanno una qualità non sempre costante e sono meno vari di quanto ci si sarebbe potuto aspettare. Ne apprezziamo comunque la presenza, soprattutto per un fattore visivo e musicale, che quasi ci avrebbe fatto preferire che le ambientazioni del Cyber Spazio fossero il setting della componente open world.
Per quanto riguarda le aree aperte sono cinque in totale, diversificate il giusto per non sfociare nella monotonia artistica. In generale, però, l’assenza di dettagli rende le mappe prive di personalità, mentre variegare gli habitat sarebbe stato vitale per non asfissiare il giocatore. Purtroppo solo per le prime tre isole il lavoro di variazione estetica è risultato convincente, mentre le restanti due perdono sotto questo aspetto.
In generale, cercare nemici da combattere per l’ottenimento di oggetti e raggiungere la prossima piattaforma o torre su cui saltare e correre resta il fulcro dell’esplorazione offerta dall’open world. Il tentativo degli sviluppatori di proporre più attività per evitare la ripetitività c’è ed è apprezzabile, ma si sente la mancanza di una vera e propria sostanza. Le sequenze platform richiedono più impegno nel trovare l’inizio del loro percorso che nell’esecuzione in sé, mentre i minigiochi presenti sono troppo basilari.
Insomma, Sonic Frontiers si è dimostrato decisamente meglio di come è stato presentato nei video promozionali, che lasciavano presagire un vero e proprio disastro.
Invece, ci siamo trovati di fronte un titolo che può essere divertente per molti giocatori, anche neofiti della serie, con una storia poco invasiva che lascia lo spazio al piacere del semplice giocare. Purtroppo, i difetti e le mancanze ci sono e non gli permettono di raggiungere chissà quale eccellenza. Un mondo di gioco più ricco ed artisticamente ispirato, con una rifinitura tecnica che rendesse l’impatto generale meno grezzo, sarebbe stato sicuramente apprezzabile.
Un open world spoglio nell’aspetto, che cerca di compensare con attività ed enigmi ambientali troppo basilari, insieme a livelli lineari non al meglio di ciò che si è visto in passato, non hanno giovato sicuramente alla valutazione complessiva. Si tratta comunque di un buon punto di partenza e ci auguriamo che il Sonic Team riproponga questa formula con maggiore cura, perché girare in una vasta area con un personaggio rapido e scattante come Sonic può essere un vero spasso. A questo giro, però, possiamo dire che ne abbiamo avuto solo un timido accenno.