Il Deep Dive di STALKER 2: Heart of Chornobyl è finalmente stato svelato ed è stato dettagliato come ci si aspettava. Oltre a svelare un lungo gameplay nelle Grandi Paludi, GSC Game World ha diffuso ulteriori dettagli sul progetto, tra cui la progressione e l’attenzione riservata alla storia, contenente quasi 3 ore di motion capture. Nonostante questa grande attenzione, però, il team ha voluto chiarire un aspetto fondamentale: i progressi del giocatore, tra scoperta delle aree e dell’equipaggiamento, non saranno totalmente legati ad essa.
STALKER 2: ok la storia, ma il giocatore potrà fare ciò che vuole
“Con le nostre soluzioni di design, volevamo dare al giocatore un’autentica esperienza da stalker anche senza seguire la storia”, spiega Ievgen Grygorovych, Game Director del gioco, spiegando che uno dei motivi dietro la progressione del giocatore sia l’essere mossi dalla curiosità di esplorare e cercare oggetti migliori. Di conseguenza, la maggior parte dei contenuti saranno accessibili ai giocatori semplicemente esplorando.
Un giocatore, volendo, potrà avere equipaggiamento di alto livello senza essere giunto nemmeno a metà della storia, e questo è effettivamente ciò che si vuole da uno STALKER, arrivando ad accontentare, forse, anche chi vuole un’esperienza sandbox senza particolari fronzoli. In Shadow of Chernobyl, dopotutto, si poteva ottenere un’armatura da mercenari, una pistola Fort 12 e un VSS Vintorez (Vintar BC) in 15 minuti di gioco, se si sapeva come fare. Il tutto, chiariamo, senza usare glitch o altro.
Certo, non mancheranno aspetti che verranno sbloccati solo progredendo con la storia. Una eventuale riattivazione del Bruciacervella, ad esempio, immaginiamo renderebbe un’area inaccessibile fino a quando non potremo disattivarlo. Lo stesso discorso può valere anche per armi particolari come il Fucile Gauss, un’arma che solitamente acquisisci nelle fasi finali di ogni capitolo.
Chiariamo un particolare, però: non aspettatevi STALKER Anomaly né le sue varianti Escape From Prypiat e GAMMA. Avremo molta libertà, ma preservando comunque lo spirito visto nella trilogia. Ciò non esclude comunque le evidenti ispirazioni che il team ha preso dalla comunità di modder, riprendendo anche concetti poi scartati durante lo sviluppo di Shadow of Chernobyl e che grazie ai modder sono ora diventati iconici. Lo stesso Bayun è tornato in voga grazie all’accesso delle vecchie build di Shadow of Chernobyl e le varie mod nate negli anni, tra cui Anomaly.
Fonte: GSC Game World