
Nel corso di una recente intervista, Hideo Kojima ha parlato con ironia e sicurezza del suo prossimo progetto, Physint: un gioco di spionaggio e azione stealth che promette di segnare un nuovo capitolo nella sua carriera. Come ha dichiarato lo stesso autore, «Per quanto riguarda ‘PHYSINT’, trattandosi di un gioco di spionaggio, posso realizzarlo anche mentre dormo (ride). Ad esempio, c’è un soldato che si infiltra e, se viene individuato dal nemico, viene attaccato; quando si eliminano i nemici uno ad uno, si usa la furtività… Non importa come si svolge il gioco, diventa divertente e può essere facile da realizzare. Ma c’è anche una battaglia contro questo. Questo lavoro includerà nuovi espedienti e affronterà anche la sfida di sfumare i confini tra film e videogiochi. Stiamo pensando di collaborare con persone del mondo del cinema, non solo per quanto riguarda il cast ma anche lo staff, ma mi chiedo come andrà a finire. I tempi stanno cambiando rapidamente in questi giorni, quindi le strutture sociali e i temi che sto cercando di rappresentare nel gioco potrebbero effettivamente arrivare prima nella realtà.».
Questa affermazione — pur scherzosa — racchiude un messaggio chiaro: dopo decenni di esperienza con la serie Metal Gear Solid e con titoli come Death Stranding, per Kojima sviluppare stealth è ormai quasi istintivo. Un punto di partenza sicuro su cui costruire qualcosa di diverso.
Eppure, Kojima non vuole limitarsi a replicare formule consolidate: l’obiettivo è aggiungere “new gimmicks”, idee originali che distinguano Physint dalle produzioni classiche e prevedibili.
Physint: un videogioco… o un film interattivo?
Il tratto distintivo di Physint, secondo Kojima, sta nell’intento di “blur the lines between film and video game” — ovvero sfumare i confini tra cinema e videogioco.
L’idea sarebbe quella di coinvolgere non solo attori cinematografici, ma anche figure tipiche del cinema — registi, sceneggiatori, staff tecnici — per creare un’esperienza che vada oltre la semplice interattività, avvicinandosi a un racconto visivo immersivo, quasi “filmico”.
Kojima stesso ammette che i tempi stanno cambiando rapidamente, e che i temi sociali e strutturali che desidera esplorare in Physint potrebbero addirittura riflettere realtà sempre più vicine a quelle contemporanee.
Tra eredità stealth e nuove ambizioni narrativo-visive
Con Physint, Kojima sembra voler coniugare la sua lunga esperienza nel genere stealth con una visione ambiziosa che va oltre il gameplay tradizionale. Da un lato c’è la certezza di saper gestire un titolo di spionaggio con fluidità — qualcosa che, secondo lui, potrebbe fare “anche da addormentato”. Dall’altro, la volontà di sperimentare, di rompere la barriera tra videogioco e cinema, e di ridefinire cosa significa “gioco cinematografico”.
Non è chiaro se Physint vedrà la luce nell’immediato futuro (il progetto è ancora in fase concettuale), né come verrà implementata concretamente questa fusione tra medium. Tuttavia, la dichiarazione di Kojima — tra ironia, ambizione e consapevolezza — indica che dietro al progetto c’è un ambizioso tentativo di ridefinizione del medium.
Aspettative e incertezze: cosa possiamo aspettarci da Physint
Physint si pone come uno dei progetti più attesi del 2026-2027 (ma nulla è ancora ufficiale). Se riuscirà a bilanciare l’eredità stealth di Kojima e il desiderio di spingersi verso un’esperienza audiovisiva ibrida, potrebbe segnare una svolta importante per i videogiochi cinematici.
Ma il rischio c’è: la fusione tra cinema e gameplay non è semplice, e l’equilibrio tra narrazione, interattività e innovazione tecnicamente impegnativa. Per ora possiamo solo attendere e restare attenti a ogni annuncio da Kojima Productions.
Fonte: GamesRadar










