Adore: non è solo un ‘Pokémon in salsa indie’. Recensione (Nintendo Switch)

Colorato e vivace, il gioco di Cadabra Games esce dal confronto senza infamia, ma anche senza lode.

Adore recensione Nintendo Sweitch cadabra games qubyte interactive

Un vecchio adagio dice “la necessità è la madre delle abilità” e il mondo indie ne fa il suo mantra  quando deve mettere in campo progetti e idee videoludiche che colpiscano il pubblico e la critica. Un assunto produttivo messo in pratica  anche dal team di Cadabra Games  con Adore, un rpg che mescola visuale isomentrica, gestione di un party di companion e una struttura roguelite che solo ad una occhiata superficiale, appare essere una sorta di Pokemon in salsa indipendente.

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Adore è ambientato in una mistica terra che è stata abbandonata dalle divinità e il protagonista, Lukha, è un Adoratore di questi dei perduti che sta tentando di riportare indietro il più importante, Draknar, per ristabilire l’ordine e l’equilibrio. Per riuscirci, l’eroe verrà posseduto dallo spirito di quest’ultimo, il ché gli consentirà di catturare animali fantastici e di disporne in battaglia.

Una trama piuttosto semplice e non troppo originale nel plot e nelle premesse ma risulta essere funzionale a quello che il gioco vuole offrire al giocatore, senza ingarbugliarsi in narrazioni complesse, rendendo più gradevole l’affrontare le varie missioni imposte al giocatore. Il comparto estetico si profonde in una variegata palette di colori vivaci che si diversifica efficacemente nel caratterizzare i vari dungeon che compongono la mappa di gioco ma non riesce del tutto a mascherare una ripetitività degli ambienti, complice anche un level design piuttosto lineare e poco approfondito nella sostanza. Le musiche di sottofondo prendono a piena mani da quelle sonorità sudamericane che fanno parte del background acustico degli sviluppatori di origine brasiliana.

Come detto nell’introduzione, Adore appare essere una versione indipendente di Pokemon, la nota proprietà intellettuale di Game Freak, ed effettivamente molti dei suoi pillar coincidono sia in termini di mere meccaniche che di dinamiche interne: basti pensare alla cattura delle creature da battaglia che sono diversificate tra loro con caratteristiche proprie come maggiore capacità di attacco fisico o magico. Ad esse corrisponde anche un sistema di potenziamento e attributi specifico come la possibilità di affliggere critici o aumentare il numero di colpi da gestire in un quadro generale di sinergie da sovraintendere nell’economia offensiva del party in nostro possesso: questi upgrade sono attivabili solo spendendo particolari oggetti che si recuperano come drop specifici durante l’esplorazione dei vari dungeon del gioco. 

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Il combattimento si svolge, in buona sostanza, lanciando contro i nemici le varie creature che avremo catturato lungo la strada cercando di infliggere quanti più danni possibili: lo scagliare dei vari membri del party, soggiace ad una barra della stamina che una volta esaurita, non consente più alcuna azione d’attacco fino al suo ripristino. Ogni singolo animale consuma un certo quantitativo di stamina e unito al sistema di ruolo prima descritto, svela un risvolto strategico di buona progettazione. 

Anche Lukha può migliorare le proprie prestazioni, ad esempio più pv,  grazie ad una serie di amuleti che possono essergli assegnati e anch’essi si possono ritrovare sotto forma di drop specifico durante i combattimenti o l’esplorazione e soggiacciono a graduali upgrade di efficacia. Nella sua struttura generale, Adore mutua alcuni degli assiomi del genere roguelite, prevedendo un cambio della disposizione dei vari dungeon e la perdita totale delle risorse in caso di morte del protagonista a cui si deve assommare i danni subiti dal proprio party che se esauriti, dovranno essere lasciati a riposo presso uno specifico altare, fino al ripristino della salute. 

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Ne consegue che la riflessione su sinergie e caratteristiche devono essere pensate alla luce di tutto il parco creature posseduto e non puntare su unico quartetto, ciononostante l’attività di gestione non risulta particolarmente cervellotica e spesso presta il fianco a combinazioni talmente efficaci da risultare soverchianti fin dalle prime battute, tale da rendere ancora più ripetitiva l’esplorazione dei dungeon che non brillano per diversificazione in termini di level design, se non per palette colori e encounter design. 

Adore è un interessante ibridazione che vuole offrire una esperienza gradevole senza reinventare la ruota ma mescolando varie meccaniche note al pubblico, confezionando un’opera sui generis ma che pecca sia nella tenuta della difficoltà che nella ripetitività dei loop di gioco. Cionostante, resta un titolo piacevole che può essere apprezzato dai principiante del genere roguelite.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7
adore-non-e-solo-un-pokemon-in-salsa-indie-recensione-nintendo-switchColorato e vagamente ispirato all mitologia del sudamerica, Adore presenta sì alcune similitudini con il più famoso brand di Game Freak ma aggiunge alla formula elementi roguelite e strategici che, sebbene non originali, si amalgamano tra loro in una ricetta semplice ma gustosa. Forse fin troppo semplice in alcuni frangenti, al punto da risultare fin troppo facile padroneggiarla. Peccato per la struttura dei dungeon, questi, pur abilmente acconciati per essere 'a tema' in ogni occasione finiscono con l'assomigliarsi tra loro un po0 più del necessario.