ArcheAge – anteprima

Amanti dei MMORPG unitevi, perché una nuova “era” sta per aprirsi di fronte a voi. O, perlomeno, questo è quello promesso dai ragazzi coreani di XLGAMES che, con Trion Worlds alle spalle, sperano di far breccia nel mercato e conquistare un posticino in un genere che lascia poco spazio (e soprattutto poche chance) a prodotti piatti e senza elementi realmente innovativi o interessanti… e anzi, spesso manco questo è sufficiente. Per capire se ArcheAge faccia parte dei prodotti di cui si fa fatica a ricordare l’esistenza a pochi mesi dall’uscita, dovremo attendere la versione definitiva, la cui uscita è fissata per il 16 settembre e alla quale seguirà a distanza di qualche giorno la nostra recensione, intanto però abbiamo potuto sbizzarrirci in una prova a dir poco approfondita che ne ha rivelato molti aspetti.
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Al momento ArcheAge appare un prodotto sandbox quasi datato, se non addirittura anacronistico.

Come facilmente intuibile, partiamo dall’editor dei personaggi, caratteristica da sempre più che basilare per la buona riuscita dei giochi di ruolo online di questo tipo. È stato piuttosto positivo assistere alla profondità con cui è stata curata questa modalità di customizzazione del personaggio, che va dalla fisionomia del viso sino, addirittura, alle peculiarità della pelle; meno lodevole la scelta delle razze, e come queste siano piuttosto ordinarie nella loro conformazione (forse sarebbe meglio dire deludenti, vista la poca varietà tra Elfi, Nuians, Firrans e le successive classi iniziali, ognuna arricchita da un assortimento di armi e abilità peculiare). Alla schermata iniziale ArcheAge rivela infatti solo 4 classi iniziali, ma la vera potenzialità sta nel poter realizzare una nuova classe tramite la possibilità di generare fino a 120 combinazioni partendo da quelle. Difficile credere che un gioco fantasy possa contare su una “fantasia” nel design dei personaggi alquanto lineare, ma attendiamo fiduciosi che la versione finale possa regalarci qualche emozione in più al riguardo.

Difficile trovare vero interesse o coinvolgimento nelle quest o missioni da affrontare nel corso dell’avventura, ma essendo un gioco sandbox queste non rappresentano il punto di forza del titolo.

Iniziato finalmente il gioco, e fortemente fiduciosi sul CryEngine 3 che gestisce praticamente ogni foglia, le cose purtroppo non vanno poi così meglio. Anche in questo caso, “pigrizia” sembra essere la parola d’ordine, sia riguardo ai personaggi che alle ambientazioni di gioco, elementi che in un sandbox risultano essere spesso determinanti per un coinvolgimento generale del giocatore. Anche con i settaggi impostati al massimo delle possibilità, il mondo di ArcheAge sembra tutto meno che “fantastico”, con location gradevoli e molto varie ma prive di carattere nei dettagli (per quanto ci si possa attendere in un sandbox) e personaggi che, nella maggiori parte dei casi, sembrano essere cloni uni degli altri, con movenze meccaniche e lungi dal potersi definire minimamente realistiche. Se si sperava quindi che il titolo di XLGAMES potesse stagliarsi sulla concorrenza almeno dal punto di vista grafico, preparatevi a una delusione (sempre in base a quanto abbiamo potuto vedere e toccare con mano sinora, almeno), perché di diverso dalla concorrenza vedrete ben poco. Degni di lode i filmati in CGI, che seppur non facciano gridare al miracolo fanno la loro figura, inserendosi nel gioco dove necessario.
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Ma se il versante tecnico non regala troppe gioie, non è certo il gameplay che riesce a recuperare la situazione. Al momento ArcheAge appare un prodotto sandbox quasi datato, se non addirittura anacronistico. Difficile trovare vero interesse o coinvolgimento nelle quest o missioni da affrontare nel corso dell’avventura, e il fatto che qualsiasi elemento di contorno sia a dir poco approssimativo affossa in molti casi l’esperienza di gioco. Più interessanti invece gli spaccati di “vita vera” in cui vi ritroverete a dover (e voler, perché no) entrare nel mondo bucolico direttamente dalle fondamenta, così da poter partecipare attivamente alla “scultura” del mondo di gioco, che siate contadini, pescatori, muratori e chi più ne ha più ne metta (fine ultimo quello di guadagnare e potenziare quindi le abilità del vostro personaggio, ovviamente).

È stato piuttosto positivo assistere alla profondità con cui è stata curata questa modalità di customizzazione del personaggio.

Una volta decisi ad affrontare il lato bellico del gioco e battere un nemico, invece, per quanto la varietà di colpi d’arma bianca e abilità sia piuttosto decente, alla lunga potrebbe risultare noioso e ripetitivo, soprattutto rispetto a un pubblico moderno che chiede qualcosa in più rispetto al solito (quantomeno quando si parla di prodotti così nuovi). D’altro canto è degna di nota invece una certa elasticità nelle potenzialità di ogni classe, che permette di avere a disposizione un tris di abilità su un set di ben dieci generali, un’estensione non da poco che gli amanti degli MMORPG sapranno senza dubbio apprezzare.
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Quello che insomma emerge da questa prova preliminare è che ArcheAge sembra un titolo a tratti godibile e gradevole a una prima, fugace occhiata, salvo poi trasformarsi in un prodotto piatto e minato da diversi difetti (tecnici e di gameplay) che ne limitano non poco la godibilità sulla lunga distanza. Non resta che sperare in ulteriori miglioramenti prima della data di uscita altrimenti sarà facile prevedere un successo piuttosto moderato, dovuto non tanto ai nei che costellano il prodotto quanto più a una mancanza globale di innovazioni e cura dei dettagli che lo rendono non certo migliore di una selva di titoli che governa il mercato ormai da diverso tempo.