ArcheAge – la recensione

Dovendo analizzare le caratteristiche di un MMORPG è sempre necessario fare una distinzione tra “themepark” e “sandbox”. Si tratta di una suddivisione importante dal momento che la differenza tra queste due tipologie è evidente e va a toccare gli aspetti più profondi del gameplay.
Per dare una definizione sommaria a questi due termini, possiamo dire che per “themepark” si indica un gioco dove si è guidati nel raggiungimento di obiettivi precisi attraverso un percorso obbligato, mentre nel “sandbox” viene lasciata ai giocatori maggiore libertà di scelta senza imporre il raggiungimento di obiettivi prestabiliti attraverso percorsi guidati. È nel mezzo di questi due generi che si colloca ArcheAge, MMORPG free to play realizzato dal team di sviluppo coreano XL Games, capitanato da Jake Song, il creatore di Lineage.
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Il punto di forza di ArcheAge è dato dalle sue caratteristiche sandbox tra cui l’housing, il crafting, la libertà di esplorazione per mare, via terra e via aria.

Ambientato in un mondo fantasy dai tratti lievemente steampunk, ArcheAge presenta un inizio piuttosto classico. Nella creazione del personaggio ci viene infatti chiesto di scegliere tra una delle quattro razze presenti: Nuians (Umani), Elves (Elfi), Harani (Umani dai tratti somatici orientali) e Firrans (una razza dai tratti felini).
Come in ogni MMORPG che si rispetti, tutti i personaggi creati saranno completamente personalizzabili dal punto di vista estetico avendo a disposizione set predefiniti, ma anche diversi modi per definire i più minuziosi elementi estetici. Per quanto riguarda le classi, invece, il gioco ci dà inizialmente la possibilità di scegliere uno tra sei diversi “skillset” (alberi di abilità): Battlerage, Sorcery, Archery, Vitalism, Occultism e Shadowplay.
In realtà gli skillset disponibili sono 10 in totale, ma alla creazione del personaggio non sono disponibili i rami di Defence, Auramancy, Songcraft, Witchcraft.
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Il sistema di classi di ArcheAge è però più complicato di quanto inizialmente possa sembrare, al raggiungimento del livello 5 e del 10, ci verrà chiesto di aggiungere altri due tra i restanti nove skillset. Le combinazioni fra questi 10 skillset daranno vita a 120 classi uniche.
ArcheAge presenta un mondo dominato da tre continenti: Nuia, terra di Nuians e Elves e Haranya, territorio di Harani e Firrans, infine Auroria, una tra le zone di housing e PvP di massa. I primi due continenti citati sono in guerra tra di loro, visto che Umani ed Elfi sono della fazione opposta rispetto a Harani e Firrans.

Al raggiungimento del livello 5 e del 10, ci verrà chiesto di aggiungere altri due tra i restanti nove skillset. Le combinazioni fra questi 10 skillset daranno vita a 120 classi uniche.

Il mondo di ArcheAge è inoltre open PvP, quindi non sarà possibile avvicinarsi ai territori della fazione avversaria senza imbattersi nei nemici; le due fazioni, divise da un oceano esplorabile (anch’esso open PvP) si incontreranno pacificamente solo in alcuni territori dove, in alcuni momenti della giornata, non potranno affrontarsi.
Dal punto di vista del gameplay, ArcheAge si presenta come un qualsiasi themepark che dà ai giocatori la possibilità di seguire un percorso stabilito di missioni che garantiscono, come ricompensa, esperienza per aumentare di livello, soldi o gilda star (una tra le monete presenti del gioco).
La tipologia delle missioni non presenta caratteristiche particolarmente innovative e spesso porta alla noia, trattandosi di obiettivi classici quali “uccidi…”, “raccogli…”, “consegna…”
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Anche i contenuti instanziati del gioco risultano un po’ carenti e molto semplificati, quasi a rendere superflua la loro stessa esistenza.
Purtroppo il sistema di combattimento non porta novità di sorta: ArcheAge si avvale infatti del sistema “targeting” dove per uccidere un nemico bisognerà selezionarlo e attivare una serie di abilità, molte di queste con un tempo di esecuzione che non ci permetterà di combattere liberamente in movimento.
Il punto di forza di ArcheAge è però dato dalle sue caratteristiche sandbox tra cui l’housing, il crafting, la libertà di esplorazione per mare, via terra e via aria, l’interazione con l’ambiente circostante, l’economia player-driven, il commercio e il sistema di amministrazione della giustizia.

Le armi e le armature più forti sono quelle create tramite il craft e quelle guadagnate tramite un sistema di punti onore ottenuti negli scontri PvP.

Anche la possibilità di scegliere una professione è un’altra tra queste caratteristiche; ArcheAge offre infatti momenti di gioco che richiamano la vita reale, dando la possibilità di scegliere tra 21 professioni, tra cui contadino, armaiolo, sarto, minatore e addirittura pescatore.
Sulla base di diversi comportamenti in gioco è possibile diventare ladri e assassini con relative conseguenze quali il processo e la prigionia o la possibilità di diventare pirati.
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Fin dall’headstart il titolo ha sofferto di tantissimi problemi, tra i quali code lunghissime per l’accesso ai server, crash e numerosi bug.

Non c’è un vero e proprio “end game” con dungeon da ripetere all’infinito alla ricerca dei pezzi per completare il proprio equip. Le armi e le armature più forti sono quelle create tramite il craft e quelle guadagnate tramite un sistema di punti onore ottenuti negli scontri PvP.
L’obiettivo finale di Archeage è quello di unirsi a una gilda di grosse dimensioni, stringere alleanze, costruire campi e abitazioni tramite il sistema di housing, dedicarsi al crafting, al commercio e infine, alle guerre contro i giocatori della fazione avversaria.
Dal punto di vista estetico Archeage, realizzato con Unreal Engine 3, presenta una grafica nella media ma risulta particolarmente apprezzabile per il fatto di non offrire eccessivi elementi superflui, che renderebbero meno fruibile il gioco a coloro che non dispongono di configurazioni particolarmente pompate.

La tipologia delle missioni non presenta caratteristiche particolarmente innovative e spesso porta alla noia, trattandosi di obiettivi classici quali “uccidi…”, “raccogli…”, “consegna…”

È però possibile notare una cura nella realizzazione di alcuni dettagli, tra cui un’illuminazione ambientale realistica, una rappresentazione concreta dello scorrere del tempo con cambiamenti atmosferici, molti dei quali più facilmente visibili in mare aperto.
D’altra parte il sonoro risulta una caratteristica decisamente azzeccata, con musiche dal richiamo medievale e celtico, che diventano poi incalzanti durante gli scontri con i nemici.
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Degna di lode la possibilità di aumentare la professione “Artistry”, che consente di arrivare a comporre e suonare la propria canzone, ma anche di utilizzare una o più canzoni scelte dal giocatore. Ne sono un esempio i numerosi giocatori che suonano il tema di Game of Thrones o quello di Metal Gear.
Per quanto dotato di ottime caratteristiche, ArcheAge non è del tutto privo di difetti, molti dei quali sono stati evidenti principalmente al lancio del gioco. Fin dall’headstart il titolo ha sofferto di tantissimi problemi, tra i quali code lunghissime per l’accesso ai server, crash e numerosi bug.
Problemi che sono peggiorati al giorno pubblicazione della pubblicazione ufficiale con code che, inizialmente da 5-6 ore, si sono allungate arrivando persino a 12.
Trion Worlds inizialmente si è dimostrata inefficiente, non riuscendo a gestire un numero elevato di giocatori, dando la colpa a più o meno discutibili attacchi DDoS.
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ArcheAge offre infatti momenti di gioco che richiamano la vita reale, dando la possibilità di scegliere tra 21 professioni, tra cui contadino, armaiolo, sarto, minatore e addirittura pescatore.

A distanza di circa due settimane dall’uscita, Trion Worlds ha iniziato a prendere seri provvedimenti, riducendo il tempo di AFK e potenziando la capienza dei server, introducendone dei nuovi e rimuovendo la possibilità di creazione di nuovi personaggi nei server iniziali.
ArcheAge è stato agli albori del suo sviluppo un gioco che ha saputo farsi desiderare: nella sua versione Alpha era possibile accedervi solamente acquistando il pacchetto più costoso tra quelli proposti, al costo di circa 139 euro. Oltre all’accesso illimitato, vi erano inclusi 3 mesi di abbonamento e una serie di oggetti da utilizzare in gioco. Gli stessi pacchetti, ma con contenuti più corposi, sono stati rimessi in vendita allo stesso prezzo dopo l’uscita ufficiale del titolo.
ArcheAge è un gioco free-to-play e ciò significa che la sottoscrizione di un eventuale abbonamento è facoltativo, tuttavia è possibile notare che il suo acquisto porta ai giocatori alcuni vantaggi.
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Il beneficio principale è dato dalla rigenerazione maggiorata dei “punti Labor” e del loro limite massimo accumulabile; in mancanza di un numero sufficiente di punti, tutte le caratteristiche sandbox precedentemente presentate vengono limitate.
Persino l’housing è una funzionalità riservata agli utenti in possesso di un abbonamento mensile, mentre per il crafting e per aumentare il livello delle professioni, gli utenti free to play possono avvalersi delle “public farm”, zone aperte a tutti dove è possibile dedicarsi alla semina e alla raccolta. I giocatori free to play si trovano però ancora una volta svantaggiati, avendo pesanti restrizioni sulla disponibilità di materiali che è possibile coltivare nelle “public farm”.

Il sonoro risulta una caratteristica decisamente azzeccata, con musiche dal richiamo medievale e celtico, che diventano poi incalzanti durante gli scontri con i nemici.

Il costo dell’abbonamento mensile è di circa 12,99 Euro, ma è possibile ottenere lo stato di “utente premium” anche tramite gli “APEX”, oggetti acquistabili sul sito ufficiale che, grazie allo scambio tra i giocatori, possono essere ottenuti con la moneta virtuale del gioco.
Nonostante i difetti presentati e gli iniziali problemi relativi ai server avvenuti al lancio del gioco, la nostra valutazione su ArcheAge è decisamente positiva; lo consideriamo un valido MMORPG con un ottimo lato sandbox e con contenuti PvE funzionali al PvP.