Assassin’s Creed – film – recensione

E’ tra i film più attesi del 2016, anche se da noi arriverà nelle sale con qualche giorno di ritardo, giusto in tempo per festeggiare il nuovo anno, il 4 gennaio del 2017. Evitando così l’affollamento di uscite di questo Natale. E dando respiro a una pellicola in cui 20th Century Fox (che cura la distribuzione) crede fermamente e nella cui promozione ha investito capitali ingenti. 

Il film di Assassin’s Creed, perché di questo stiamo parlando, non solo è atteso ma si porta appresso un fardello di aspettative enormi. Come è normale che sia visto il prestigio del franchise, che in 9 anni di storia e in una ventina di capitoli – se si considerano pure gli spinoff- ha venduto qualcosa come 100 milioni di copie, regalando agli appassionati avventure emozionanti, personaggi carismatici, ricostruzioni accurate di luoghi o vicende storiche di grande spessore… Arrivando a ridefinire il genere action stealth, anzi creando un filone a sé e in generale scrivendo una pagina importante di storia del videogioco. Che tra alti e bassi si è ripetuta puntuale di anno in anno. Tranne in questo 2016, con una pausa di riflessione in fondo necessaria, che ha coinciso con la volontà, da parte di Ubisoft, di rilanciare il franchise. A colmare la lacuna ci pensa quindi il film, voluto fortemente da Ubisoft (che ne ha mantenuto il controllo creativo) e coprodotto, tra gli altri, dallo stesso Fassbender, che ne è pure il protagonista. L’abbiamo visto in anteprima pochi giorni fa, ad una speciale proiezione per la stampa a cui siamo stati invitati.

Assassin’s Creed si impegna a raccontare una storia inedita con una sceneggiatura solida e un cast d’eccezione.

Assassin’s Creed può contare su una fanbase enorme. Alzi la mano chi non ha mai giocato un titolo di questa serie! Ma i fan, si sa, sono materia delicata e incontentabili per natura… Per questo, con il film, si è deciso di intraprendere un’altra strada, ripartendo da… qualcosa di nuovo! Il film di Assassin’s Creed non cerca di portare in scena il videogioco, proponendoci una versione “dal vivo”, ma non interattiva, di qualcosa di già visto. Fosse pure uno “spin off”. Non riserva, a sé stesso e a voi, il destino dei suoi protagonisti, ossia quello di “rivivere i ricordi”. Si impegna invece a raccontare una storia inedita, ben inserita però nei canoni della serie. E lo fa forte di una sceneggiatura solida e di un cast d’eccezione, con il già citato Michael Fassbender, fin troppo a suo agio nei panni del protagonista Callum Lynch (e del suo alter ego assassino Aguilar de Nerha). Affiancato da due premi Oscar, ossia Jeremy Irons, che veste i panni dell’antagonista templare Alan Rikkin, CEO di Abstergo Industries. E Marion Cottilard in quelli di Sophia Rikkin, figlia di Alan e scienziato a capo del progetto Animus.

Il film si sviluppa quindi attraverso tre momenti storici distinti. Di cui uno appena accennato, ossia l’infanzia di Callum, negli anni ’80. Premessa però necessaria a inquadrare il perché del suo “presente”. E infine il passato di Aguilar de Nerha, ossia la Spagna del XV secolo. I cui “ricordi genetici” verranno rivissuti da Callum attraverso l’Animus, nel tentativo da parte della Abstergo di recuperare la leggendaria “Mela dell’Eden”. Artefatto ben noto ai fan di Assassin’s Creed, appartenente ad un’antica civiltà molto evoluta e che si dice abbia il potere di controllare la mente delle persone. Se cadesse in mano ai Templari sarebbe la fine del libero arbitrio…

l’Animus prende le distanze daI videogiochi diventando un macchinario enorme che permette di simulare acrobazie di ogni tipo.

Proprio l’Animus è uno dei grandi protagonisti della pellicola. Ripensato appositamente per il film, prende le distanze da quanto immaginato nei videogiochi, trasformandosi da semplice “lettino” in un macchinario avveniristico, che attraverso un enorme braccio meccanico permette al proprio utilizzatore di simulare acrobazie di ogni tipo. Acrobazie con cui questa pellicola ama deliziarci, visivamente. Ma si tratta di una delle poche concessioni agli effetti speciali, usati in modo mai troppo invasivo, per lasciare invece spazio a scene d’azione di grande impatto. Pensate che perfino il “Salto della Fede” (poteva mancare?) è stato realmente eseguito da uno stuntman professionista!

Non vogliamo dirvi di più della trama, al di là di quanto già era noto, per non togliervi il gusto di scoprirla da soli. Ma sappiate che non sarà necessaria una cultura enciclopedica sul tema Assassin’s Creed per apprezzare la pellicola. Che parla ai vecchi fan, ma punta soprattutto ad acquisirne di nuovi, nel tentativo – lecito – di espandere il brand ad un’audience che non sia strettamente quella videoludica.
Missione compiuta? Direi proprio di sì! Lasciati sulla poltrona tutti i dubbi e i preconcetti che ci portavamo appresso, siamo infatti usciti dalla sala appagati e soprattutto sorpresi. Perché il film di Assassin’s Creed non è solo un ottimo tributo al franchise, ma è prima di tutto un buon film! Il che è molto più di quanto si possa dire della gran parte dei tie-in video ludici visti sino ad oggi… Sono quasi due ore piene, che però volano via spedite senza mai annoiare, grazie a una trama coinvolgente, a una regia spettacolare e a dosi massicce d’azione. Fino a un finale emozionante che lascia aperto più che uno spiraglio verso futuri sequel, tra l’altro già suggeriti da uno dei produttori. Senza escludere possibili derive video ludiche… Perché il film di Assassin’s Creed non ci ha fatto solo sognare mirabolanti avventure e scontri tra Assassini e Templari attraverso la storia, ma ci ha lasciato anche con la voglia di tornare a giocarci. E se questo era il vero obiettivo di Ubisoft, allora sappiate che è stato centrato in pieno!

il film di Assassin’s Creed non è solo un ottimo tributo al franchise, ma è prima di tutto un buon film!

Che amiate o meno Assassin’s Creed un salto in sala, il prossimo 4 gennaio, crediamo sia assolutamente doveroso. Tenendo presente che per apprezzare questo film non saranno necessari… salti della fede!