Capcom Arcade Stadium è l’ennesima raccolta di grandi capolavori dal passato remoto della casa di Osaka. D’altronde, quando si ha una storia pluridecennale e invidiabile come la loro è giusto celebrarla e riproporla su ogni sistema e in ogni generazione, anche a costo di sembrare ridondanti.
E in effetti qualche “doppione” c’è in questa collection, basti pensare che è possibile ritrovare pure qui ben cinque dei sette giochi che hanno composto il Capcom Beat’em Up Bundle del 2018 (QUI la nostra recensione): l’immancabile Final Fight, Captain Commando, Warriors of Fate, Armored Warriors e Battle Circuit. E anche Street Fighter II: World Warrior, Street Fighter II: Hyper Fighting e Super Street Fighter II Turbo avevamo già avuto modo di riscoprirli nella Street Fighter 30th Anniversary Collection, uscita anch’essa nel 2018.
La restante parte dei titoli che compongono la collection però mancava dalle scene già da diversi anni, e la natura del progetto, unita alla retrocompatibilità che (si spera) da qui in avanti caratterizzerà l’avvicendarsi delle generazioni, potrebbe averci finalmente portato a quella piattaforma definitiva che pensavamo di aver trovato con Capcom Arcade Cabinet (uscito nel 2013 su PS3 e Xbox 360).
Capcom Arcade Stadium infatti ci si presenta come una sorta di raccoglitore al quale aggiungere di volta in volta nuovi titoli. Il gioco base è gratuito per tutti, e comprende il classico sparatutto a scorrimento 1943: Battle for Midway. Gli utenti PlayStation Plus inoltre potranno scaricare per tutto il mese di giugno, senza costi aggiuntivi, l’immortale Ghosts ‘n Goblins (altrimenti venduto al prezzo di un cappuccino: 1,49€).
Il resto dei titoli è invece venduto in tre pacchetti da dieci giochi l’uno, divisi per periodo di uscita. L’arco temporale va dal 1984 di Vulgus, Pirate Ship Higemaru e 1942 (il capostipite della serie) al più recente e meno conosciuto Progear, datato 2001 e sviluppato da CAVE (i maestri dello sparatutto bullet-hell insieme a Treasure).
Nel mezzo, una selezione abbastanza eterogenea di nomi leggendari: Commando, Trojan (qui nella sola versione giapponese, chiamata Tatakai no Banka, perché nel resto del mondo non venne distribuito da Capcom), Bionic Commando, Ghouls ‘n Ghosts, Strider. Nessuno di loro ha bisogno di presentazioni.
In totale sono attualmente disponibili 32 giochi (trovate la lista completa divisa per pacchetti in calce alla recensione), e non vediamo l’ora che ne vengano aggiunti molti altri. Purtroppo però sappiamo già che non ci sarà niente da fare per i giochi usciti sotto licenza, come The Punisher, Alien vs. Predator, Cadillacs and Dinosaurs o i due beat’em up a scorrimento di Dungeons & Dragons (Tower of Doom e Shadow Over Mystara).
L’emulazione dei giochi è priva di difetti, e sono disponibili tutti quei filtri e quegli accorgimenti a cui ci hanno abituato le collection uscite negli ultimi anni. Lato gameplay potremo scegliere livelli di difficoltà, velocità di gioco, numero delle vite; e non mancano neppure i consueti salvataggi liberi, il rewind e i continue infiniti (basta “inserire la monetina” premendo un semplice tasto). Lato visivo invece troviamo sfondi, filtri (scanline, rgb) e la possibilità di ruotare l’immagine (più utile su Switch che su console fisse, a dirla tutta).
Giocando (e a seconda di quanto lo faremo bene) otterremo dei punti chiamati CASPO, coi quali scalare i ranghi delle classifiche e personalizzare l’hub centrale, ricreato a immagine e somiglianza di una sala giochi anni ’90 (giapponese a quanto pare, visto quanto è pulita e ben tenuta).
Gli stessi punti CASPO potranno essere ottenuti anche cimentandosi nelle sfide che Capcom metterà a disposizione settimanalmente, con tanto di classifiche ufficiali. Occhio però, perché non saranno affatto facili: in molte di queste dovremo dire addio a tutte le facilitazioni (salvataggi, continue, rewind), e anzi potremmo trovare delle condizioni parecchio sfavorevoli, tipo giocare con lo schermo ribaltato o con la velocità aumentata.
Completano il pacchetto degli utili ed esaustivi manuali in game per imparare le basi di ogni singolo gioco, mentre mancano del tutto materiali extra come bozzetti, interviste o materiale d’epoca. Peccato.
Concludendo, Capcom Arcade Stadium è una collection che fa bene quello che deve fare e dal prezzo in linea con gli altri prodotti simili sul mercato. Ci sono dei doppioni un po’ troppo recenti e mancano ancora all’appello dei pezzi da novanta, ma ci auguriamo che sia la volta buona e che questa diventi davvero la piattaforma definitiva da cui giocare negli anni a venire gli innumerevoli capolavori “d’epoca” sfornati dalla software house giapponese.
Qui la lista completa dei giochi, divisa per pacchetti:
Dawn of the Arcade (1984-1988)
– Vulgus
– Pirate Ship Higemaru
– 1942
– Commando
– Section Z
– Tatakai no Banka (Trojan)
– Legendary Wings
– Bionic Commando
– Forgotten Worlds
– Ghouls ‘n Ghosts
Arcade Revolution (1989-1992)
– Strider
– Dynasty Wars
– Final Fight
– 1941: Counter Attack
– Senjo no Okami II (Mercs)
– Mega Twins
– Carrier Air Wing
– Street Fighter II: The World Warrior
– Captain Commando
– Varth: Operation Thunderstorm
Arcade Evolution (1992-2001)
– Warriors of Fate
– Street Fighter II: Hyper Fighting
– Super Street Fighter II Turbo
– Powered Gear: Strategic Variant Armor Equipment (Armored Warriors)
– Cyberbots: Fullmetal Madness
– 19XX: The War Against Destiny
– Battle Circuit
– Giga Wing
– 1944: The Loop Master
– Progear