Se Konami ha di fatto quasi abbandonato lo sviluppo di nuovi videogiochi, lo stesso non si può dire per la riproposizione di vecchi titoli dal suo immenso catalogo, vuoi in versioni ricreate da zero (come gli imminenti remake di Metal Gear Solid 3 e Silent Hill II) o vuoi in raccolte di classici convertiti per le attuali generazioni di console e PC (QUI la nostra recensione di Teenage Mutant Ninja Turtles: The Cowabunga Collection). Prima di lasciarvi alla recensione di Castlevania Dominus Collection, però, ci pare doveroso fare un po’ di ordine, sono infatti moltissime le collezioni dedicate alla saga della famiglia Belmont uscite negli ultimi anni.
Cronologicamente (in ordine di uscita dei titoli originali):
Si comincia con Castlevania Anniversary Collection, contenente Castlevania, Castlevania II: Simon’s Quest e Castlevania III: Dracula’s Curse per NES; Castlevania: The Adventure e Castlevania II: Belmont’s Revenge per Game Boy; Super Castlevania IV per Super NES; Castlevania: Bloodlines per Mega Drive e il “fuori menu”, inedito in occidente e chiaramente non canonico, Kid Dracula per NES.
Dopo è il turno di Castlevania Requiem, contenente lo straordinario Castlevania: Rondo of Blood per PC Engine e la versione PSP del capolavoro Castlevania: Symphony of the Night per la prima PlayStation.
Si prosegue con Castlevania Advance Collection, che include Castlevania: Vampire’s Kiss (ovvero l’adattamento per Super NES di Rondo of Blood) e i tre titoli della serie per Game Boy Advance: il non canonico Castlevania: Circle of the Moon, Castlevania: Harmony of Dissonance e Castlevania: Aria of Sorrow.
Arriviamo dunque alla nostra Castlevania Dominus Collection, che contiene i tre episodi usciti per Nintendo DS: Castlevania: Dawn of Sorrow (seguito diretto di Aria of Sorrow), Castlevania: Portrait of Ruin e Castlevania: Order of Ecclesia. Inoltre potremo giocare a Haunted Castle, la discutibile versione arcade che avevamo già visto nella Konami Anniversary Collection, ma qui riproposta anche con un remake inedito.
La difficoltà nel portare questi giochi sulle piattaforme moderne deriva dal fatto che sfruttavano le caratteristiche uniche del Nintendo DS, come il doppio schermo e lo stilo. Tuttavia, Konami ha trovato una soluzione creativa al problema decidendo di visualizzare il gameplay principale nella parte sinistra dello schermo, trasferendo la mappa e altre informazioni (che su DS erano nel secondo schermo) nella parte destra. Questo metodo può stranire un po’ all’inizio, ma in realtà adatta bene il gioco alle proporzioni moderne senza bisogno di aggiungere bordi laterali, fornendo un’esperienza visivamente gradevole e funzionale.
Anche l’utilizzo dello stilo poteva destare preoccupazioni, specialmente in Dawn of Sorrow, dove era cruciale per interazioni come distruggere blocchi e disegnare sigilli. La Castlevania Dominus Collection non rinuncia ovviamente alla meccanica, ma sostituisce l’uso dello stilo con controlli più convenzionali (come sequenze di tasti), il che può anche essere visto come un miglioramento per coloro che preferiscono un approccio più diretto e non apprezzarono all’epoca.
In ogni caso, se giocate su Steam Deck, è possibile utilizzare il touch screen per tutte le interazioni che in origine prevedevano lo stilo.
L’attrazione principale della Castlevania Dominus Collection sono chiaramente i tre giochi per Nintendo DS, ognuno con le proprie peculiarità e il proprio stile, ma tutti mantenendo l’essenza del sottogenere Metroidvania, così istituzionalizzato proprio nel 1997 con Castlevania: Symphony of the Night. Vediamoli nello specifico.
Castlevania: Dawn of Sorrow riprende la storia di Aria of Sorrow, e controlleremo nuovamente Soma Cruz e la sua capacità di dominare le anime e le abilità dei nemici (rendendolo il più simile al buon Bloodstained: Ritual of the Night, titolo del 2019, QUI recensito, creato da Koji Igarashi, “papà” di Castlevania quando ancora non aveva lasciato Konami). L’ambientazione è quella classica del castello pieno di stanze e segreti. La controversa meccanica dei sigilli, come detto, viene adattata ai controlli moderni ma preservata nell’essenza.
Castlevania: Portrait of Ruin è più vario come setting (si entra dentro a dei dipinti) ed è ambientato durante la seconda guerra mondiale. Presenta inoltre meccaniche uniche per la serie grazie ai due protagonisti giocabili: Jonathan Morris e Charlotte Aulin. Potremo infatti passare da un personaggio all’altro o utilizzarli entrambi contemporaneamente, aggiungendo quindi un livello strategico al gameplay. Le meccaniche cooperative e gli speciali attacchi a due rendono Portrait of Ruin uno dei titoli più originali e memorabili della saga.
Castlevania: Order of Ecclesia è forse il più impegnativo, ma anche il più moderno nella struttura, con la strega Shanoa chiamata a esplorare un mondo diviso in sotto-aree unite da un hub centrale. Il sistema di glifi introdotto consente un’ampia varietà di combinazioni di attacchi e abilità, offrendo un’esperienza di gioco davvero ricca e coinvolgente.
Nella collection però è presente anche Haunted Castle, del 1987, che al contrario degli altri è un classico gioco d’azione arcade a scorrimento, più in linea coi contemporanei capitoli per NES. Tuttavia il titolo è sempre stato la pecora nera della saga: lento, poco ispirato e con meccaniche di gioco discutibili (oltre a un livello di difficoltà disonesto oltre l’accettabile) fu una delusione anche per l’epoca, e ha oggi solo un valore puramente storico, essendo anche fuori canone.
Al contrario però Haunted Castle Revisited, il remake moderno, è una piacevole sorpresa. Correggendo il più possibile i difetti del gioco originale, e rimodernandone la grafica con una buona pixel art, risulta finalmente un’esperienza divertente e giocabile, dal buon sapore retro.
Il pacchetto è completato dalle opzioni grafiche (scanlines e quant’altro, ormai un classico per queste operazioni), dai quicksave e da una discreta quantità di materiale extra, tra filmati, gallerie di immagini e raccolte di musiche.
Concludendo, Castlevania Dominus Collection è una graditissima raccolta di giochi di alta qualità, venduta a un prezzo più che abbordabile. Apprezziamo anche particolarmente che, con questa collection, Konami abbia di fatto completato la riproposizione di tutti i suoi Castlevania 2D, permettendoci di rigiocare la saga interamente. Oddio, a essere pignoli mancherebbero ancora alcune conversioni, un paio di remake e qualche titolo minore e fuori canone. Ma gli unici due per cui ci dispiace significativamente sono soltanto Akumajo Dracula/Vampire Killer (versione per MSX2 del primo Castlevania, uscita in contemporanea nel 1986) e Castlevania Chronicles (remake del primo episodio uscito nel 1993 per SharpX68000 ma reso popolare anni dopo in versione PlayStation). Pazienza.
Tornando a noi: a oggi i tre principali giochi DS sono eccellenti, invecchiati benissimo sia graficamente che a livello di gameplay, e beneficiano di netti miglioramenti di fruibilità nell’adattamento all’hardware moderno. Haunted Castle acquista finalmente senso di essere riscoperto grazie alla versione Revisited, che gli aggiunge un valore inaspettato. Insomma, Castlevania Dominus Collection è un acquisto obbligato per tutti i fan della serie e non solo, anche se a loro consigliamo di partire dalle raccolte precedenti.